Anche Maggio è infine giunto ma i problemi sembrano non mancare mai!
Anche Maggio è infine giunto ma i problemi sembrano non mancare mai!
Sono molto indecisa sul voto da dare a questo libro perché non vorrei penalizzarlo eccessivamente, essendomi fondamentalmente non dispiaciuto, ma il romanzo rosa è un genere che già in partenza mi è ostico.
Ho letto questo libro con tanto tanto piacere.
Avrei voluto prolungare la lettura di questo libro il più possibile per non dover lasciare questo magnifico mondo di una Londra gotica del 900, un po’ dark un po’ magica, che è l’ambientazione perfetta in cui si muovono tante magnifiche figure a metà tra le fiabe e l’horror.
Ok è ufficiale, Eddings mi ha conquistata!!!
Il collegio è un thriller particolare che si svolge interamente in un’unica giornata, in uno dei più rinomati ed eleganti college irlandesi.
Sarebbero tre stelle e mezzo per questo libro perché non mi ha soddisfatta fino in fondo e, avendo già letto questa autrice, mi sarei aspettata qualcosina in più.
Avevo sentito parlare tanto di questa autrice e mi aspettavo davvero tanto da un suo thriller.
Cosa sarebbe successo se, dopo essersi incontrati e piaciuti, Thomas Lefroy e Jane Austen avessero iniziato a intrattenere una corrispondenza serrata e alquanto sconveniente per quei tempi?
Rileggere questo libro a distanza di così tanti anni dalla prima lettura da piccola, quando mi è stato regalato perchè era uno dei miei cartoni animati preferiti, è stata un’emozione unica, dolce e un po’ malinconica.
Mi sono avvicinata a questo libro con grandi aspettative, un po’ per il tema innovativo e provocatorio, un po’ per averne letto commenti entusiastici. Purtroppo ne sono rimasta fortemente delusa.
Innanzitutto devo smentire la lunga nota esplicativa dell’autrice alla fine del libro: sì certo avrà fatto un gran lavoro di documentazione e i riferimenti all’originale omerico saranno accurati tranne nelle poche eccezioni indicate, ma questo non è L’Odissea raccontata dalle donne e il titolo per primo trae fortemente in inganno. O meglio lo diventa solo alla fine a mio parere, nelle parti relative alla schiava Euriclea e di Penelope.
Per il resto si tratta di un qualcosa di molto diverso dall’Odissea perché si tratta di racconti di alcune delle donne protagoniste del capolavoro classico, che però fanno una smielata e pietosa dichiarazione del loro amore per Odisseo, cosa che però non è possibile riscontrare nell’opera originale.
** spoiler alert **
Seguito del primo della trilogia Dei tre moschettieri, a quarant’anni dalle vicende di quello.
Primo volume della saga della sposa, una serie epistolare composta fin ora da 4 volumi più un prequel e la sua versione Beta.
In questo primo romanzo protagonisti indiscussi sono Ivan ed Ann.
Il primo è un calmucco che lavora presso la famiglia Kuragin, la seconda è la figlia del conte di Salmis.
Non mi va di rivelarvi altro della trama per il semplice motivo che ritengo che questo sia un libro che va assolutamente letto!
Infatti, dopo un primo approccio faticoso dovuto ai tanti nomi russi, non ho potuto fare a meno di leggere in ogni secondo libero per sapere come sarebbe proseguita la storia... Non ho potuto fare a meno di leggere fino a notte fonda!
Ivan ed Ann vi faranno sognare ma non saranno gli unici personaggi a cui vi legherete. Anzi, se vogliamo dirla proprio tutta, Ann non è affatto tra i miei personaggi preferiti mentre ci sono sicuramente Amelia e Lena (per quanto riguarda le donne) e Stefan (tra gli uomini).
Le autrici, per l'incolumità mentale dei loro lettori, hanno creato sulla loro pagina gli alberi genealogici per seguire le varie parentele.
Io, ovviamente, testarda come un mulo, non ho voluto usarli e non me ne sono affatto pentita devo dire. È stato divertente scoprire pian piano i vari nomi dei personaggi (si, nel libro in base a chi si scambia le lettere i personaggi vengono chiamati in modi diversi. Prendendo per esempio Ivan ed Ann diventano Kirsan e Altna nelle lettere che si scambiano tra loro) anche se a volte sono arrivata a capire chi parlava solo grazie al contenuto delle lettere.
Per me che di solito odio i romanzi epistolari questo primo volume è stato una rivoluzione tanto che ho deciso che se mi piacerà allo stesso modo anche il secondo li prenderò tutti in versione cartacea.
ATTENZIONE LA RECENSIONE CONTIENE INFINITI SPOILER!
Riassumerne la trama di questo libro è impossibile.
Si tratta del secondo volume della saga della sposa, strutturata sotto forma epistolare e come romanzo corale.
Nel primo volume erano protagonisti indiscussi Ivan ed Ann, in questo secondo volume vorrei potervi dire che i protagonisti indussi sono Lise e Julius ma la verità è che lo sono solo nella prima metà del libro e già nella seconda vanno a perdersi.
Ma andiamo per gradi.
Questo volume, come si può leggere dai ringraziamenti, in realtà era stato progettato come due volumi separati e poi riuniti solo successivamente in uno unico. Ecco forse spiegato il perché di Lise e Julius si parli molto poco nella seconda parte.
Tutto il romanzo ruota interamente sul concetto di onore e disonore.
Mentre mi sono innamorata di quasi tutti i protagonisti maschili, posso affermare con la stessa convinzione di aver odiato quasi tutte le donne.
Lise è fin troppo fragile se paragonata ad Ann, molto poco ribelle e quasi anonima. È degna di essere considerata davvero in pochissime scene e quasi esclusivamente legate alla scherma.
Dopo aver letto e apprezzato il suo romanzo d'esordio, "La settima donna", oggi sono qui a parlare con Giuliano!
Ho finito questo libro ieri sera ma devo ancora assimilarlo bene perché mi ha lasciato un senso di tristezza e di amarezza che non riesco a mandare via.
Tristezza per l’insensatezza di buona parte dei comportamenti dell’essere umano nel corso dei secoli, che hanno condotto alla distruzione del pianeta e allo sterminio di intere popolazioni o razze senza motivi reali, e spesso, come in questo caso, in nome di un Dio che mai avrebbe potuto desiderare una cosa simile.
È terribile pensare a come le vite di migliaia e migliaia di persone siano state distrutte, annientate senza un motivo reale e dai suoi fratelli. Si lo so che è una cosa che succede quotidianamente ormai ma non riesco a farmene una ragione e leggerne così come in diretta e in maniera così esplicita, mi ha fatto salire un’amarezza immensa.
Scrivere questa recensione mi prenderà sicuramente tempo e impegno perché è davvero complicato racchiudere in poche righe la marea di impressioni provocate da un testo così corposo e ricco.
Innanzitutto devo sottolineare che mi ha lasciata un po’ interdetta il fatto che ci fossero tantissime battute in francese non tradotte, e questo mi ha rallentata, e in più non sono davvero riuscita a comprendere perché in un romanzo russo i personaggi debbano parlare in francese, inoltre senza traduzione (Tolstoj nella nota finale spiega perché personaggi francesi parlino in russo e che per lui è stata semplicemente una trovata stilistica, ma se l’editore avesse pensato a inserire in nota la traduzione avrei apprezzato, invece di reclutare madre e zia).
Una delle difficoltà è stata anche l’uso in Russia dei patronimici che spesso non rendeva agevole distinguere tra padre e figlio, come per esempio quando si parlava dei due principi Andrei Bolkonskij.
È indubbiamente un libro molto consistente, che non è solo la storia di alcune famiglie, i Rostov, i Bolkonskij e i Karughin principalmente, rappresentativi di principi e di modi di vivere profondamente diversi, ma anche un saggio storico che ci fa avvicinare alle guerre napoleoniche entrandoci dentro direttamente e vedendo le opinioni di persone che le abbiano vissute, e in più è la storia di un popolo e delle sue tradizioni e delle sue peculiarità, condivisibili o meno, ma da conoscere senza pregiudizi.
Per tutto questo è difficile trovare un solo genere: è una cronaca storica, un poema, un romanzo, tutto questo e anche più contemporaneamente, come dice lo stesso autore in appendice.
A parte la lunghezza (sì è decisamente un mattone, soprattutto nella mia edizione), è anche una lettura molto lenta: mi sono resa conto di non riuscire a leggere più di un centinaio di pagine al giorno, procedendo lentamente a causa in particolare dei tanti personaggi e delle parentele da individuare, non esattamente facili, complici anche i nomi russi e gli abbreviativi innumerevoli.
Nonostante ciò mi ha portata in un mondo completamente diverso da cui ho davvero fatto fatica a separarmi.
E a questo devo dire che hanno contribuito anche le tante descrizioni di truppe, battaglie ed accampamenti che, anche se a momenti ho trovato noiose e poco interessanti, sono riuscite a farmi calare completamente in quegli avvenimenti.
Nora è una giovane ragazza che decide di suicidarsi perché la sua vita va allo sfascio. Non riesce ad ottenere nulla di quel che vorrebbe, non è realizzata, viene licenziata dall’unico posto di lavoro “tranquillo” che avesse scelto di tenersi, i genitori sono morti, col fratello non si parlano da mesi e ora anche il gatto Voltaire viene trovato morto sul marciapiede.