sabato 30 aprile 2022

Il demone - Frank Goldammer (Max Heller #1)



Titolo: Il demone

Autore: Frank Goldammer

Edizione: TimeCrime; 29 luglio 2021

Pagine 264

⭐️⭐️⭐️⭐️



Max Heller è il protagonista di questo giallo storico Timecrime.

È un ispettore investigativo tedesco durante il periodo della dittatura nazista e della Seconda Guerra mondiale e, oltre al pensiero per le sorti dei due figli partiti per il fronte, oltre al timore di essere accusato come oppositore al regime dato che non ne è esattamente un fervido sostenitore, si ritrova a indagare sul caso di un killer che imperversa a Dresda, che uccide e scuoia donne, lasciandole a dissanguarsi.

In tutto questo dovrà collaborare con personaggi che apprezza di più, come il medico Schorrer, ed altri decisamente meno, come il suo superiore Klepp.

Come se non bastasse, nel mentre deve affrontare un bombardamento da parte degli alleati russi che stanno schiacciando le armate naziste e infatti dopo poco prenderanno la città.


Devo dire di aver apprezzato di questo libro molto più l’elemento storico che quello delle indagini, perché, anche se il caso è ben costruito e i risvolti storici del movente sono molto ben ideati, purtroppo gli elementi relativi alle indagini sono un po’ approssimativi.

In particolare, per più di metà libro, l’investigatore non conclude praticamente niente e non ha nessunissimo sospettato.

Poi arriva un certo punto in cui, magicamente, si scioglie praticamente qualsiasi dubbio come per magia, con delle intuizioni geniali, ma forse un po’ troppo geniali, nonostante mi sia piaciuto molto anche il modo in cui vengano presentati, nell’ultimo terzo del libro, diversi sospettati per confondere le idee.


Le ambientazioni invece mi sono piaciute davvero tanto: si vede che la ricostruzione del periodo e degli avvenimenti che i personaggi si trovano ad affrontare sono frutto di ricerche, ma anche alcune scene particolari, le motivazioni di alcuni comportamenti, risultano totalmente verosimili.

Mi sono solo trovata a chiedermi più volte se una persona che si sia trovata in condizioni di povertà totale, come a quei tempi, dove scarseggiavano tutti i beni di prima necessità, dal cibo alla legna e al gasolio, si sarebbe davvero messa a rischiare la vita e perdere il sonno nel correre dietro ad un assassino.

E beh sì pure io a tratti mi sono trovata a pensare “che differenza potranno mai fare due morti in più con tutte le migliaia accumulate” e poi ho subito rabbrividito per questo pensiero.


Complessivamente il libro non mi è dispiaciuto per niente, anche se ho avuto la sensazione dall’inizio alla fine di restare sempre un po’ fuori dalla storia, di non riuscire a calarmi davvero nelle vicende e a immaginare le scene. 

Sarà perché mancano vere e proprie caratterizzazioni della maggior parte dei protagonisti e soprattutto perché non ci sono descrizioni, ma ho un po’ sofferto il non poter effettivamente empatizzare se non con il ragazzo con problemi che viene inquadrato un po’ meglio, e se non nell’ultimissima parte delle indagini.

Probabilmente però ciò è dovuto al fatto che questo è il primo volume della serie dei casi con Heller protagonista e la scelta di questo poliziotto così comune, con tanti difetti ma che crede fermamente nell’onestà e nella giustizia, che ho tanto apprezzato, mi spingerà sicuramente a leggere i successivi volumi e vedere se questa impressione cambierà approfondendone la conoscenza.



Giorni di zucchero, fragole e neve - Sarah Addison Allen


Titolo: Giorni di zucchero, fragole e neve

Autore: Sarah Addison Allen

Edizione: Sonzogno; 4 gennaio 2013

Pagine 287

⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️



Josey vive a Bald Slope, paese del North Carolina che ha fatto fortuna grazie alle piste da sci e a suo padre, che è venuto a mancare quando lei era bambina, e di cui dicono tutti in paese grandi cose.

Josey passa la vita a non viverla, impegnata a farsi perdonare dalla mamma arcigna, Margaret, per esser stata scontrosa da piccola, portandola in giro dovunque lei desideri, e trascorrendo le notti chiusa nella propria cabina armadio a mangiare dolci e leggere romanzi d’amore.

Odora di menta piperita e dice sempre quel che pensa, spontanea come se fosse una bambina.

Un bel giorno però trova nel suo armadio Della Lee, una signora conosciuta in paese e anche dalla polizia, per il processo in corso per maltrattamenti col compagno Julian, e per adescamento.

Cosa vorrà mai da lei?

Dice di essersi rifugiata lì per scappare da casa ma, nel frattempo, ci mette tutto l’impegno possibile, per rivoluzionarle la vita, a cominciare dallo spingerla a fare nuove amicizie, per esempio con Chloe, e a dichiararsi con Adam, il bel postino che lei aspetta tutti i giorni da ben tre anni.

Chloe è una ragazza delusa dall’amore: ha appena scoperto che il fidanzato di una vita, Jack, l’ha tradita. È stato proprio lui a dirglielo, ma non ha voluto dirle il nome della donna, e da allora prova a farsi perdonare in tutti i modi, anche se lei non ci riesce.

Ha una dote insolita: i libri le piovono addosso da qualsiasi posto, la inseguono, cercando di lanciarle messaggi diversi a seconda del momento. E in questo momento le dicono di perdonare.

Ma lei, grazie anche all’incontro fortuito (causato da Della) con Chloe, si è resa conto di non aver vissuto finora (elemento in comune con Josey), e decide perciò di riprendere in mano la propria vita in questa occasione.

Jack è il migliore amico di Adam e questo permetterà a Josey di avvicinarglisi finalmente.

Le due ragazze si sosterranno e si aiuteranno nel percorso di rinascita che stanno affrontando, con tanti episodi divertenti e accompagnati quasi sempre dal cibo, complice anche una delle peggiori nevicate dell’anno, che in North Carolina arrivano proprio alla fine dell’inverno e l’inizio della primavera.


Ho semplicemente adorato questo libro! 

Era proprio ciò di cui avevo bisogno in questo momento, e mi è capitato poche volte nella mia vita di beccare un libro così al momento giusto e con tutta questa dolcezza che ti piove addosso e che non sento però come sdolcinata ma come una carica che mi faccia guardare al mondo con occhi un po’ più positivi.

Per la naturalezza e la semplicità di Josey è stato impossibile non ridere in tanti momenti in cui, sia con Chloe che con Adam, veniva fuori con le sue frasi inaspettate e ingenue, che si prestavano spesso anche a doppi sensi.


Non c’è stato uno solo dei protagonisti che non mi sia piaciuto; tutti dal primo all’ultimo mi hanno conquistata, sentendoli come se fossero vecchi amici, autentici, quelli buoni, positivi, che ti davano sempre i consigli giusti, che c’erano da ragazzini, che ti accompagnano per una vita e di cui ti puoi fidare perché non sarebbero capaci di farti mai qualcosa di male.

Perfino Margaret, nonostante la sua cattiveria, è una donna infelice, piegata dalla vita, che ha fatto le scelte sbagliate in passato e le ha pagate a caro prezzo, e anche se non è giusto che adesso le faccia pagare a Josey, sembra che questo sia una reazione inconsapevole dovuta al rancore che l’ha accompagnata in tanti anni e che non riesce più a dirigere coscientemente.

Helena/Marlena poi è un’insieme di uscite originali e divertentissime dalla prima all’ultima e credo sia la governante che tutti vorrebbero avere in casa.

Le gag tra lei e Della sono fenomenali e i suoi rituali ridicoli fanno pensare a una donna proveniente dall’Africa o dal Sud America, con credenze tribali e superstizioni tramandate intatte.


Ma non è tutto rose e fiori.

Ci sono risvolti neri: come nel passato meno conosciuto del padre di Josey, e come nella violenza di Julian, che dimostra come, anche nei paesini di provincia, in cui ci si conosce tutti da sempre, possano venir fuori i lati peggiori delle persone, e come non siano quasi mai quelli che apparentemente si identificherebbero come pericolosi, i personaggi che poi invece si rivelano tali, nascosti dietro un’apparente alone di fascino e mistero.


Il cammino verso l’indipendenza delle due ragazze, anche se in direzioni diverse: una dalla madre che non le permette di avere una vita propria, ma anche dai sensi di colpa, l’altra dalla coppia e dalla sofferenza causata dal proprio passato che non le ha permesso di guadagnarsi per il presente che il bar che gestisce, sarà costellato anche di momenti dolorosi, di episodi spiacevoli e di rischi, ma sarà l’autenticità della loro amicizia a vincere alla fine e a proteggerle da conseguenze ben peggiori.


E alla fine c’è anche un colpo di scena che non avrei mai immaginato e che mette anche un poco di malinconia, facendo commuovere perché non va sempre tutto bene per tutti, ma, gli errori del passato possono permettere a qualcuno di riscattarsi in seguito e di aiutare qualcun altro a non commetterne di identici.

giovedì 28 aprile 2022

CI PROVO CON... Sette minuti dopo la mezzanotte - Patrick Ness

 



E questo mese, per l'appuntamento mensile con la rubrica in cui noi blogger ci dilettiamo a leggere degli autori a noi sconosciuti, ho deciso di provarci con questo libro che tutti mi consigliavano di leggere, e devo dire di essermi innamorata davvero di questo autore!


Titolo: Sette minuti dopo la mezzanotte
Autore: Patrick Ness
Edizione: Libellule Mondadori; 7 gennaio 2013
Pagine 181
⭐⭐⭐⭐⭐


È difficile ammettere la verità, soprattutto quando questa è delle più dolorose che esistano e ti spappola il cuore in tanti pezzettini.
Conor lo sa bene e per questo affronta i terribili eventi che gli stanno capitando, dei peggiori che possano accadere nella vita di un bambino e comunque in genere di un figlio, negandola, sentendosi in colpa e cercando il modo per punirsi.

Ma la vita gli dà una possibilità: uno spaventoso e ancestrale mostro che si incarna nella forma del tasso che fa ombra al cimitero sulla collina dietro casa, accorre al suo grido di aiuto e gli tende una mano per sostenerlo in questa ricerca, nello scavare dentro di sè, convinto che sia l’unica possibilità per poter sopravvivere a tanta sofferenza.

Questa volta leggo… La chimica della bellezza - Piersandro Pallavicini

Per questa rubrica, questo mese il tema delle letture dei blog partecipanti (che trovate nel banner) doveva essere “scarpa”.

E mentre leggevo questo romanzo di cui vi parlerò ho proprio pensato di non aver mai letto un libro in cui questa parola venisse nominata così tante volte e si prestasse tanta attenzione a questo aspetto dell’abbigliamento di qualsiasi personaggio descritto, tanto da farmi pensare a una vera e propria ossessione dello scrittore in merito.

Allego screen di alcune delle ricorrenze…




Purtroppo questo non è stato uno degli aspetti peggiori del libro di cui vado a parlarvi.😣



Titolo: La chimica della bellezza

Autore: Piersandro Pallavicini

Edizione: Feltrinelli; 15 settembre 2016

Pagine 270

⭐️⭐️


Il professor Galbiati, docente di chimica in un’università di provincia, viene convocato come accompagnatore dal prof De Reitner, di ben 104 anni, ormai in pensione da anni ma tuttora attivo dirigente del dipartimento, per una Discussion in Svizzera sul lago.

Tutti i particolari di questo congresso vengono tenuti attentamente nascosti, ma perché mai? Cosa c’è dietro? È quel che si chiede il professore mentre guida la Jaguar accanto al vecchio e al suo bassottino fonofobico, Pirloux.

Una volta arrivati lì ne vedremo delle belle, tra incontri indesiderati, “pernaccie”, “mummie”, strani rumori notturni, e professori che portano sfortuna.


Le premesse sembravano tutte positive, in diversi momenti la comicità della narrazione mi aveva conquistata, e sia il prof anziano che il cane mi sono stati subito simpaticissimi.

Invece purtroppo la delusione è stata grande quando mi sono resa conto che non sarebbe mai decollato davvero.

lunedì 25 aprile 2022

La storia infinita - Michael Ende

        
   Titolo: La storia infinita
                                                                   Autore: Michael Ende
                                        Edizione: Fabbri Centauria editore; 17 settembre 2016
                                                                       Pagine 436
                                                                    ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️


Avevo un legame speciale con questa storia perché da ragazzina La storia infinita è stato uno dei miei film preferiti ed ho consumato la videocassetta guardandolo un centinaio di volte, al punto da conoscerlo a memoria, e da amare la colonna sonora associata al volo su Fucur (Falcon). Temevo perciò il momento della lettura di questo libro e al contempo non vedevo l’ora di potermi calare di nuovo in quelle ambientazioni ed emozioni che mi facessero sentire a casa.
Ora che finalmente mi sono decisa a farlo, ne sono estremamente felice perché la trama è, se possibile, ancora più bella di quella del film, nonostante la ritrovi abbastanza fedele come ricostruzione.

Bastiano trova per caso il libro La storia infinita in una strana libreria in cui si rifugia mentre sta scappando dai soliti compagni di scuola bulli che lo tormentano, e lo porta via per rifugiarsi nella soffitta della scuola a leggerlo.
Il ragazzo è molto infelice anche perché la mamma è morta e il papà si è rifugiato nel lavoro, e si vede grasso e imbranato. L’unica capacità che si riconosce e che gli dà sollievo è quella di raccontare storie.
Ed è proprio quella che lo condurrà nel mondo di Fantasia, all’interno del libro, dove, per salvarlo, dovrà dare un nuovo nome all’Infanta imperatrice.

sabato 23 aprile 2022

Tu leggi? Io scelgo…. Madrigale senza suono-Andrea Tarabbia



Grazie a questa rubrica, ho scelto di leggere, in quanto conosciuto e poi scelto perché letto prima da un’altra blogger, Francesca, questo libro di Andrea Tarabbia, scrittore finora mai letto e vincitore del Premio Campiello, perché storico romanzato del genere che amo, e beh la ringrazierò infinitamente per avermi dato questa opportunità!!!!



Titolo: Madrigale senza suono

Autore: Andrea Tarabbia

Edizione: Bollati Boringhieri; 20 settembre 2019

Pagine 384

⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️


Lo chiudo con il lutto nel cuore, per una figura così tormentata e così poco conosciuta nel mondo moderno.


Primo narratore del libro è il musicista Igor Stravinski, che si reca in viaggio a Gesualdo per la ricerca che sta facendo sul famoso musicista e principe Carlo Gesualdo, di cui sta riscrivendo dei madrigali, e poi a Napoli dove incontra in un negozio di musica un misterioso americano che gli fa avere uno scritto che reca il nome di Gioachino Ardytti, che altri non sarebbe che una misteriosa figura di nano deforme che avrebbe accompagnato il sovrano dal periodo in cui soggiornò in un collegio gesuita romano per tutta la sua vita, per poi tornare di fretta alle sue terre richiamato dal padre per la morte improvvisa del fratello Luigi, destinato quindi alla successione.

Il secondo narratore quindi, e direi il principale, è questo personaggio dall’identità ambigua e misteriosa per l’aspetto che non è riportato in alcun testo storico e la cui esistenza è quindi fortemente dubbia.


A me questa figura è piaciuta tanto, proprio per i suoi aspetti ambigui e in molti tratti grotteschi, e per l’alone di mistero che la pervade, avvalorando in tanti aspetti l’ipotesi che sia lo stesso principe a parlare per sua voce.

E mi ha affascinata tanto più per l’aspetto che sembrerebbe indicare, oltre ad indubbi tormenti continui dal momento in cui sulle sue spalle inizia a gravare la responsabilità del governo, proprio una malattia mentale, ipotesi avvalorata a mio parere dal ritmo frenetico che l’autore riesce a conferire a questa scrittura quando tratta dei pensieri e del sentire del personaggio.


“Avete sempre sentito suoni” ho detto. “Sempre. A volte perfino io ho pensato di non essere per voi che un suono, un accompagnamento”.


L’ho trovato aberrante in alcuni passaggi, ma anche un po’ sublimante in diversi momenti, come quello dei disegni delle figure sessuali, e ha causato in me tanta pietà anche l’aspetto del trattamento ricevuto per la deformità che probabilmente sta però già ad indicare che questo sdoppiamento di personalità venga fuori anche a causa di un rifiuto vissuto da parte del padre in fanciullezza, come fa presumere l’atteggiamento di questo vecchio re che non mostra minimamente affetto nei confronti del figlio e gli procura un matrimonio ad uopo.


“Così rimango sullo scalino, lo ascolto, spero che la barriera di legno e ferro che mi divide da lui non ceda proprio mentre sono là sotto, indifeso e spaventato. Io busso alla porta del principe, Ignazio bussa alla porta della cella. Entrambi vogliamo diventare parte di un mondo che non ci riconosce e ci respinge.”


Anche in questa seconda narrazione il piano temporale poi si sdoppia, passando dal presente, attimo in cui Gesualdo sta lasciando la vita, e il passato più remoto dall’epoca del matrimonio con Maria d’Avalos, del cui omicidio si macchierà indelebilmente la sua esistenza, a quello più prossimo dell’inizio dei tormenti che poi condurranno Gesualdo alla fine.


Conoscevo poco finora, io stessa, questa figura storica ammantata da un’aura di fascino e leggende, ma mi sono letteralmente persa e con estremo piacere, nel ricercare aspetti storici e meno storici della mia città (Napoli ma anche la provincia di Avellino) che non conoscevo e di questa parte della sua storia e delle famiglie che la hanno vissuta e di cui sono impregnate le strade e i palazzi del centro ancora oggi.


Ammetto di aver trovato anch’io in un primo momento, come ho letto in altre recensioni, slegata la storia di Ignazio rinchiuso nelle segrete, ma poi questa parte che è stata definita gotica, mi ha conquistata trovando un senso nell’interpretazione che gli ho dato, di altra parte della personalità del principe, bestiale e folle, tenuta in gabbia fino a un certo punto della vita che poi ha sfondato qualsiasi barriera dietro cui già scalpitava da qualche tempo, prendendone il sopravvento da un certo punto in poi.


Si tratta della storia di un uomo, un uomo come tanti, anche più fragile e vulnerabile, sottoposto alle pressioni più grandi di lui delle etichette e delle convenzioni sociali a cui sottostare come regnante, e a quella del tradimento della moglie adorata; un uomo che da queste pressioni si è trovato schiacciato e, ad opera delle quali, ha cominciato a disintegrarsi lentamente.


“Si cade in un pozzo, si continua a cadere, si ripercorre la propria vita al contrario e si chiede perdono mentre si incontrano le persone che hanno avuto una parte nella vita nostra, anche coloro che abbiamo incontrato per un solo momento, coloro che non abbiamo veduto ma che ci hanno pensato, e della cui vita abbiamo occupato una piccola porzione di spazio, di tempo, ci si confessa e si chiede perdono, ma lo si dona, anche, perché tutti si cade, tutti si scende, tutti ci si incontra e tutti si chiede scusa, mia madre, il padre mio, Luigi fratello, Emanuele e Alfonsino figli amati, Giulio, Carlo di Milano, Maria Maria Maria Maria”


“lo si vede Dio?, lo si incontra? Sì lo si incontra come mare come sole o come parola o come suono a seconda di cosa si è stati nella vita: acqua, sole, parola o suono. Gli si parla?, gli si possono fare domande o è soltanto Lui che può chiedere e domandare e giudicare? Io spero che Egli sia anche qualcuno che ascolta, che finalmente risponde, che ci dedica uno spicchio del Suo tempo infinito-che cosa chiederò, io, a Dio?, che cosa Gli risponderò?”

domenica 17 aprile 2022

L' ANGOLO VINTAGE 2.0 e L' ANGOLO DEL CLASSICO La peste - Albert Camus

 



Per queste rubriche in collaborazione con altri blog e una storica del blog, ho letto un classico per cui credevo fosse arrivato il momento, visto il periodo, e invece forse non era proprio così...


Titolo: La peste
Autore: Albert Camus
Edizione: Bompiani; 13 giugno 2017
Pagine 336
⭐⭐⭐


Ho finito questo libro già da qualche giorno ma ho espressamente deciso di aspettare a scriverne la recensione per non rischiare di dare giudizi eccessivi e di non farmi condizionare dalla turbolenza di sensazioni sperimentate.


In realtà turbolenza è il termine scorretto perché non ho provato alcun tipo di emozione fino all’ultima parte del libro, in cui la personalizzazione delle reazioni dei singoli personaggi e l’espressione delle loro emozioni, mi hanno realmente coinvolta, cosa che fino a quel momento non era proprio successa.

mercoledì 13 aprile 2022

Magica amicizia-Andrea Bouchard

Titolo: Magica amicizia

Autore: Andrea Bouchard

Edizione: Salani; 1 settembre 2011

Pagine 183

⭐️⭐️⭐️


I 4 bambini di questo libro sono 4 bambini speciali: Viola adora le piante e la natura, Musli riesce a comunicare con tutti gli animali, Pandora trasforma qualsiasi oggetto in dolci prelibati, Mobli è un inventore che riesce a far fare agli oggetti quel che vuole.

Ma dal giorno in cui si incontrano per caso in campeggio, sarà la loro amicizia ad essere magica perchè, al di là dei loro poteri, sarà ciò che gli permetterà di realizzare grandi cose e perfino di salvare i bambini rapiti dall’Uomo di ghiaccio per fargli costruire le sue invenzioni inutili ma che creano dipendenza.


Leggere questo libro è equivalso per me a tornare bambina, a quando tutto era possibile, e le amicizie dell’estate si desiderava non finissero mai e si odiavano quelle distanze che il ritorno metteva tra te e il nuovo amico trovato.

Questi 4 amici riescono a cambiare le cose con grande coraggio.

L’amicizia è il collante che rende possibile realizzare questi cambiamenti, è il fulcro di tutto e, per qualcuno di loro, si trasforma anche in qualcosa di più. 


Ma entrano anche in gioco il discorso sull’ecologia e l’inquinamento, e contro la violenza sugli animali, e su come sarebbe più bello se non esistessero più le auto.

E si affronta anche quello sui genitori separati e sulla comunicazione difficile tra le due parti, anche se qui viene a mio parere liquidato con un po’ troppa superficialità.

E in più troviamo anche il tema della dipendenza dalle tecnologie che ci rendono incapaci a svolgere anche i compiti più basilari che si sono svolti da sempre.

Infine incontriamo anche personaggi politici che si lasciano corrompere pur di avere più consensi.


Insomma un piccolo scrigno che contiene tante perle, ma trattate con la spontaneità e la semplicità di 4 magici piccoli amici.


Grazie alla Salani per questa piacevole lettura consigliata dai 9 anni in su.

lunedì 11 aprile 2022

PURCHÉ SIA DI SERIE…. Morti viventi a Dallas-Charlaine Harris (Sookie Stackhouse #2)



Per il consueto appuntamento con la rubrica mensile in cui leggiamo (con le altre blogger riportate nel banner, di cui vi invito ad andare a leggere le recensioni) un volume di una delle millemila serie già iniziate e mai terminate, ho scelto di riprendere la lettura della serie di Sookie Stackhouse che ho cominciato a leggere quando avevo visto qualche puntata di True blood.



Titolo: Morti viventi a Dallas

Autore: Charlaine Harris

Edizione: Fazi; 16 luglio 2009

Pagine 309

⭐️⭐️⭐️⭐️


La sera prima Sookie manda a casa Andy Bellefleur con la sorella Portia, ubriaco, e la sua macchina resta nel parcheggio del Merlotte vuota. Il mattino dopo l’auto ha acquisito un nuovo passeggero, morto, il cuoco del bar Lafayette, nonché amico della ragazza e di Sam. 

Il ragazzo era gay dichiarato ed esplicito e pure di colore, e come tale perciò non trovava vita facile nel piccolo paese di Bon Temps, in particolare quando negli ultimi tempi è sorto un nuovo particolare club con abitudini insolite, diciamo così.

Nel frattempo si presenta in paese, nei boschi circostanti, una nuova strana creatura mitologica che usa la ragazza per lanciare strani messaggi ai vampiri.

E infine, ciliegina sulla torta, arriva il primo incarico per il duo, e il suo potere, dai vampiri di Dallas, che ne richiedono l’intervento per ritrovare uno di loro che è scomparso misteriosamente.

Intanto cominciano a sorgere le prime incomprensioni tra lei e Bill, con i continui tentativi di intromissione di Eric, devo dire mai troppo irrispettosi.


Questo secondo volume della serie è stato piacevole quanto il primo per me.

Intendiamoci: non si tratta certamente di un capolavoro ma sono letture leggere, scorrevoli, che si leggono con facilità e velocemente e non lasciano sensazioni spiacevoli di alcun tipo.

L’aspetto per me un po’ ostico, con cui ogni volta faccio i conti, è il modo in cui viene stravolta l’immagine tradizionale, a me cara, del vampiro antico, maledetto e cupo, tormentato, un po’ rock e tanto gotico come stile.

D’altro canto però mi ha conquistata proprio in particolare, l’idea della popolazione di vampiri che provi a integrarsi nella società umana e le difficoltà nell’attuarlo, compresi i pregiudizi e la resistenza ad accettare determinati aspetti, e l’invenzione del sangue sintetico per permettergli di convivere pacificamente. 

In questo secondo volume troviamo anche il tema dei pregiudizi declinato ancora in altri modi: l’estremismo religioso dei membri della Confraternita, che ricorda tanto quello di diverse sette moderne a cui non ha nulla da invidiare, e l’omofobia nei confronti delle persone diverse, ma anche il razzismo dilagante, dove anche le persone con cui si convive da parecchio tempo vengono comunque mal tollerate, e basta poco, un minimo incidente, per far nascere spiacevoli incidenti che possono trasformarsi in vere e proprie tragedie.