sabato 23 aprile 2022

Tu leggi? Io scelgo…. Madrigale senza suono-Andrea Tarabbia



Grazie a questa rubrica, ho scelto di leggere, in quanto conosciuto e poi scelto perché letto prima da un’altra blogger, Francesca, questo libro di Andrea Tarabbia, scrittore finora mai letto e vincitore del Premio Campiello, perché storico romanzato del genere che amo, e beh la ringrazierò infinitamente per avermi dato questa opportunità!!!!



Titolo: Madrigale senza suono

Autore: Andrea Tarabbia

Edizione: Bollati Boringhieri; 20 settembre 2019

Pagine 384

⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️


Lo chiudo con il lutto nel cuore, per una figura così tormentata e così poco conosciuta nel mondo moderno.


Primo narratore del libro è il musicista Igor Stravinski, che si reca in viaggio a Gesualdo per la ricerca che sta facendo sul famoso musicista e principe Carlo Gesualdo, di cui sta riscrivendo dei madrigali, e poi a Napoli dove incontra in un negozio di musica un misterioso americano che gli fa avere uno scritto che reca il nome di Gioachino Ardytti, che altri non sarebbe che una misteriosa figura di nano deforme che avrebbe accompagnato il sovrano dal periodo in cui soggiornò in un collegio gesuita romano per tutta la sua vita, per poi tornare di fretta alle sue terre richiamato dal padre per la morte improvvisa del fratello Luigi, destinato quindi alla successione.

Il secondo narratore quindi, e direi il principale, è questo personaggio dall’identità ambigua e misteriosa per l’aspetto che non è riportato in alcun testo storico e la cui esistenza è quindi fortemente dubbia.


A me questa figura è piaciuta tanto, proprio per i suoi aspetti ambigui e in molti tratti grotteschi, e per l’alone di mistero che la pervade, avvalorando in tanti aspetti l’ipotesi che sia lo stesso principe a parlare per sua voce.

E mi ha affascinata tanto più per l’aspetto che sembrerebbe indicare, oltre ad indubbi tormenti continui dal momento in cui sulle sue spalle inizia a gravare la responsabilità del governo, proprio una malattia mentale, ipotesi avvalorata a mio parere dal ritmo frenetico che l’autore riesce a conferire a questa scrittura quando tratta dei pensieri e del sentire del personaggio.


“Avete sempre sentito suoni” ho detto. “Sempre. A volte perfino io ho pensato di non essere per voi che un suono, un accompagnamento”.


L’ho trovato aberrante in alcuni passaggi, ma anche un po’ sublimante in diversi momenti, come quello dei disegni delle figure sessuali, e ha causato in me tanta pietà anche l’aspetto del trattamento ricevuto per la deformità che probabilmente sta però già ad indicare che questo sdoppiamento di personalità venga fuori anche a causa di un rifiuto vissuto da parte del padre in fanciullezza, come fa presumere l’atteggiamento di questo vecchio re che non mostra minimamente affetto nei confronti del figlio e gli procura un matrimonio ad uopo.


“Così rimango sullo scalino, lo ascolto, spero che la barriera di legno e ferro che mi divide da lui non ceda proprio mentre sono là sotto, indifeso e spaventato. Io busso alla porta del principe, Ignazio bussa alla porta della cella. Entrambi vogliamo diventare parte di un mondo che non ci riconosce e ci respinge.”


Anche in questa seconda narrazione il piano temporale poi si sdoppia, passando dal presente, attimo in cui Gesualdo sta lasciando la vita, e il passato più remoto dall’epoca del matrimonio con Maria d’Avalos, del cui omicidio si macchierà indelebilmente la sua esistenza, a quello più prossimo dell’inizio dei tormenti che poi condurranno Gesualdo alla fine.


Conoscevo poco finora, io stessa, questa figura storica ammantata da un’aura di fascino e leggende, ma mi sono letteralmente persa e con estremo piacere, nel ricercare aspetti storici e meno storici della mia città (Napoli ma anche la provincia di Avellino) che non conoscevo e di questa parte della sua storia e delle famiglie che la hanno vissuta e di cui sono impregnate le strade e i palazzi del centro ancora oggi.


Ammetto di aver trovato anch’io in un primo momento, come ho letto in altre recensioni, slegata la storia di Ignazio rinchiuso nelle segrete, ma poi questa parte che è stata definita gotica, mi ha conquistata trovando un senso nell’interpretazione che gli ho dato, di altra parte della personalità del principe, bestiale e folle, tenuta in gabbia fino a un certo punto della vita che poi ha sfondato qualsiasi barriera dietro cui già scalpitava da qualche tempo, prendendone il sopravvento da un certo punto in poi.


Si tratta della storia di un uomo, un uomo come tanti, anche più fragile e vulnerabile, sottoposto alle pressioni più grandi di lui delle etichette e delle convenzioni sociali a cui sottostare come regnante, e a quella del tradimento della moglie adorata; un uomo che da queste pressioni si è trovato schiacciato e, ad opera delle quali, ha cominciato a disintegrarsi lentamente.


“Si cade in un pozzo, si continua a cadere, si ripercorre la propria vita al contrario e si chiede perdono mentre si incontrano le persone che hanno avuto una parte nella vita nostra, anche coloro che abbiamo incontrato per un solo momento, coloro che non abbiamo veduto ma che ci hanno pensato, e della cui vita abbiamo occupato una piccola porzione di spazio, di tempo, ci si confessa e si chiede perdono, ma lo si dona, anche, perché tutti si cade, tutti si scende, tutti ci si incontra e tutti si chiede scusa, mia madre, il padre mio, Luigi fratello, Emanuele e Alfonsino figli amati, Giulio, Carlo di Milano, Maria Maria Maria Maria”


“lo si vede Dio?, lo si incontra? Sì lo si incontra come mare come sole o come parola o come suono a seconda di cosa si è stati nella vita: acqua, sole, parola o suono. Gli si parla?, gli si possono fare domande o è soltanto Lui che può chiedere e domandare e giudicare? Io spero che Egli sia anche qualcuno che ascolta, che finalmente risponde, che ci dedica uno spicchio del Suo tempo infinito-che cosa chiederò, io, a Dio?, che cosa Gli risponderò?”

14 commenti:

  1. Avevo già letto la recensione di Francesca e avevo qualche perplessità sul fatto che questo libro potrebbe interessarmi.
    La tua recensione mi ha convinta ancora di più sul fatto che probabilmente non è un libro adatto a me però sono contenta che ti sia piaciuto

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  2. Sono molto molto felice che ti sia piaciuto. Pietà, disgusto, curiosità ho provato anche io tutto questo e soprattutto ammirazione per la scrittura e la struttura data alla narrativa dall'autore. Di lui ho acquistato anche "Il giardino delle mosche" ma ancora non ho il coraggio per leggerlo.

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    1. Vero, è stato bravissimo! Io di suo ho Il demone a Beslan, ma anche io ne temp la lettura, visti anche i tempi che corrono…

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  3. La tua recensione mi ha incuriosita. Che bello avere sempre nuovi spunti da questa rubrica!

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    1. Vero? Penso la stessa cosa! Questa rubrica mi piace tanto.☺️

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  4. oh mamma mia che bella recensione. io amo quando questa rubrica ci regala gioie librose perchè impariamo a leggere cose nuyove, scoprire autori e romanzi sconosciuti! tanto felice

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    1. Ma grazie ☺️ È vero anche io adoro questa rubrica per questo motivo!🥰💪🏼

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  5. Sembra davvero un bel libro, ma non penso sia nelle mie corde.

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  6. non credo faccia per me ma sono proprio contenta che ti sia piaciuto

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  7. Non lo conoscevo ma sono contenta che a te sia piaciuto così tanto!

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  8. Non conoscevo questo libro e non mi attira particolarmente però la tua recensione è molto sentita ed intrigante.

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  9. Non conoscevo il libro né l' autore e non sono nelle mie corde di lettrice, ma sono felice che questo libro ti sia piaciuto molto!

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  10. Un libro e un autore che non conosco e sinceramente per quanto bella la tua analisi non è nelle mie corde

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