domenica 28 maggio 2023

Ci provo con… Colui che ascoltava nel buio-Algernon Blackwood, Daniele Serra + La caduta della casa degli Usher-Edgar Allan Poe, Antonello Silverini, con il racconto Colui che sussurrava nelle tenebre-Lovecraft


Questo mese ho un appuntamento particolare con questa rubrica che ci porta a conoscere sempre nuovi autori ogni mese.

Questo perché, grazie alla casa editrice Fanucci, ho avuto l’onore di avere tra le mani e recensire due autentici gioiellini nelle edizioni illustrate di due testi già di loro molto validi, due classiconi del genere del terrore.

Nello specifico il primo nel titolo è una nuova conoscenza per me, mentre il secondo è una mia vecchia conoscenza che amo tanto ma che metto insieme in questo post perché meritano entrambi tanto!



Colui che ascoltava nel buio-Algernon Blackwood 

Febbraio 2023 - 96 pagine 

⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️

La caduta della casa degli Usher-Edgar Allan Poe

Febbraio 2023 - 96 pagine

⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️


Una meravigliosa esperienza con i libri illustrati delle storie del terrore Fanucci.

Questa è, nello specifico, l’edizione illustrata di una storia di Algernon Blackwood, con le immagini di Daniele Serra.


La storia comincia con il protagonista che si trasferisce in questo appartamento che è al primo piano di una palazzina di tre piani, di una vecchia signora placida, e lì comincia a scivolare piano piano verso delle ossessioni che rendono difficile distinguere se quello che comincia a succedere all’improvviso sia dovuto a allucinazioni o ad eventi reali.


Le vicende sono terrificanti quanto può esserlo pensare che, tutte le volte che ci si ritrovi al buio, possa esserci qualcuno, un essere indefinito, presente accanto a noi e che ci ascolti e viva tra le  nostre cose.

Io ne sono stata molto colpita soprattutto quando ho spento la luce per dormire, nonostante non mi fosse sembrato così tanto terrificante.

E le immagini molto scure, cupe, a tratti rappresentate come vignette che integrano alcuni passaggi della narrazione, hanno contribuito decisamente a render tutto più angosciante.


Mi ha lasciata però un po’ interdetta il finale, che farebbe pensare ad un libro lasciato incompleto, il che ha tolto un po’ di pathos, nonostante non abbia tolto sapore al tutto, ma ha lasciato in sospeso una possibile spiegazione degli eventi e nessuna per l’identità del personaggio descritto.

Subito dopo, leggendolo ispirato a Colui che sussurrava nelle tenebre di Lovecraft, ho deciso di andare a leggerlo, ed ecco cosa ho trovato…




…non ho capito da cosa possa essere stato ispirato Algernon Blackwood, se non dalla situazione di buio e voci basse.

Però non c’è niente da fare, per me Lovecraft è il maestro del terrore per me, l’unico che riesca davvero a spaventarmi, nonostante le immagini dipinte nelle sue storie facciano venire i brividi più per i misteri insondabili, sconosciuti, per i terrori senza nome descritti, che per scene raccapriccianti vere e proprie, e nonostante si tratti quasi sempre di tematiche con elementi fantascientifici, legati a creature provenienti da altri mondi.

Certo, a un certo punto avrei voluto picchiare il protagonista perché non intuisce come il cambiamento improvviso delle comunicazioni dal suo interlocutore significhi qualcos’altro, cosa che probabilmente tutti noi avremmo immediatamente intuito, e perchè decide di andarsi a impelagare in una situazione davvero pericolosa, da cui sembra alquanto improbabile riuscire ad uscire come invece poi succede.

Però nei fatti questi particolari non implicano una resa peggiore della storia che invece resta perfetta e terrificante al punto da rivedere negli incubi la “riduzione” descritta nel racconto, dato che ho sempre avuto una certa sensibilità ai temi che abbiano a che fare con organi vari.




La caduta della casa degli Usher è nello stile tipico di Poe, grandiosamente decadente, come altre sue storie e forse in questo caso in maniera ancora più deliziosa.



In questa edizione con le meravigliose illustrazioni di Antonello Silverini poi, le atmosfere grevi, cupe della dimora degli Usher, questa famiglia nobile senza rami collaterali, “venuta giù giù in linea di discendenza diretta”, sono rese con una chiarezza e una comunicabilità che, accostata alla vividezza delle immagini create dalle parole dell’autore, arrivano dirette al lettore.

Mentre il racconto prosegue, le illustrazioni ci conducono a vagare tra le stanze tristi e in penombra.



Un cupo terrore aleggia fin dalle prime immagini dell’incontro con il maniero e il presagio di imminente sciagura continua all’incontro, dopo tanto tempo, con il vecchio amico suo proprietario, di cui vengono subito notate le particolarità, ipoteticamente legate alla penosa perdita della sorella gemella.



Il fatto che la rinchiudano in una bara di legno e la mettano in un sotterraneo fa già presagire lo svolgimento, eppure la magistrale capacità dello scrittore di ricreare atmosfere da incubo e la sospensione del fiato in attesa della catastrofe e di un’apparizione sempre più imminente fanno crescere l’agitazione e amplificano l’orrore nel momento culminante, che non può che condurre all’inevitabile dissoluzione preannunciata anche dal titolo.


Unico piccolo appunto: sarebbe ancora più piacevole la lettura se le immagini seguissero e non preannunciassero le azioni narrate.



sabato 27 maggio 2023

Questa volta leggo… Maigret si commuove/Il cavallante della Providence - Georges Simenon

Eccoci alle prese con il primo appuntamento di questa rubrica dal sapore più estivo dato il caldo che ha invaso la nostra penisola, anche se credo che le ragazze quando hanno scelto il tema, non lo immaginassero ancora.

Perché stavolta il tema è il giallo, come ci dice il meraviglioso banner con il sole splendente, ideato da Dolci. Quale migliore occasione allora per procedere con la serie di Maigret di cui il primo volume mi aveva piacevolmente colpita?

È sia giallo di genere che di copertina! 🤗



Maigret si commuove/Il cavallante della Providence-Georges Simenon

Adelphi, ottobre 1997 - 137 pagine

⭐️⭐️⭐️⭐️


La doppia versione del titolo sta nel fatto che le diverse case editrici hanno tradotto i titoli originali in modi molto diversi, ma visto che da noi è meglio stendere un velo pietoso sull’argomento traduzione titoli evitiamo.

Maigret stavolta indaga sul ritrovamento del cadavere di una giovane donna in una stalla. 

L’ambientazione è particolare perché si tratta di una chiusa sul canale della Marna, e coinvolti sono gli equipaggi di uno yacht inglese e quello di un barcone francese.

Come sempre le indagini del commissario sono basate principalmente sulle sue deduzioni che, chiaramente, difficilmente possiamo condividere essendo nella sua testa, e quindi chiaramente la soluzione sembra piombare un po’ dall’alto improvvisamente.

Però devo dire che a me questi gialli, dei veri gialli, continuano a piacere, e anzi questo mi è piaciuto molto più del precedente perchè ho trovato un personaggio letterario molto più maturo e consapevole rispetto al primo, come era giusto fosse.

Inoltre ho scoperto anche che le imbarcazioni sui canali venivano tirate dai cavalli sulla sponda, cosa che per me è del tutto nuova.

Anche qui la storia è centrata sulla personalità dei vari personaggi, che sono dipinta con maestria dalla penna dello scrittore, e sui loro passati oscuri che vengono alla luce pian piano e a fatica e che sembrano diversi da come sono poi in realtà.

La commozione di una delle versioni del titolo sta nel fatto che l’epilogo mette di fronte ad una umanità disarmante, a una tenerezza e una compassione per una vita distrutta che ci porta, in accordo con le emozioni del protagonista, a comprendere, pur non giustificandolo, anche il peggiore dei crimini.