venerdì 28 gennaio 2022

CI PROVO CON.... Il pastore d'Islanda - Gunnar Gunnarsson

 



Nuovo appuntamento con la rubrica Ci provo con... basata sulla lettura di un autore mai letto prima.
Facile partecipare direte! Ebbene sì.
Ed ecco cosa ho scelto questa volta. Che avranno scelto le altre blogger?

Titolo: Il pastore d'Islanda
Autore: Gunnar Gunnarsson
Edizione: Iperborea; 18 dicembre 2020
Pagine 135
⭐⭐⭐⭐



Ho letto questo racconto che ricorda tanto una favola, per un gdl.
E mi è piaciuto intrattenermi per un’oretta, anche senza particolari emozioni o avventure.

Si tratta dell’ultimo viaggio sulle montagne del pastore Benedikt, alla ricerca delle pecore rimaste indietro al rientro dai pascoli per l’inverno.

La parte più bella è la caratterizzazione del protagonista come uomo umile, semplice, taciturno ma di cuore e dedito alla vita nella natura ma che sa apprezzare la compagnia di pochi amici.
Ma mi ha colpita anche la descrizione di una natura impetuosa, maestosa, che incombe e alla cui furia non ci si può sottrarre ma che non punisce se la si rispetta, come risulta chiaro dall’approccio del protagonista e quello degli altri pastori del paese che incontra.
Ed è proprio il rapporto con gli altri pastori che vede come poco rispettosi degli equilibri naturali e chiassosi, che lo contraddistingue come solitario e burbero, ma che aiuta comunque solo per la speranza di salvare le pecore.

Centrale è il rapporto con i suoi animali che sono i veri protagonisti di questa storia.
Il montone Roccia e il cane Leó sono la vera forza della “Santa Trinità”. Roccia è più solitario e affidabile, su cui si può davvero contare. Leó è giocherellone, affettuoso, vivace, tiene sempre su il morale e rinsalda il rapporto tra i tre.

La sensazione che permea l’intero libro è quella di profondo raccoglimento di fronte alla forza generatrice che, oltre che da natura, può essere vista come creatrice. Probabilmente anche per questo elemento, è stato visto il carattere di religiosità del racconto, che però non credo fosse esattamente negli intenti di Gunnarsson, ma solo nel suo sentire.

Una nota malinconica è data dalle ultime pagine in cui troviamo una sorta di passaggio del testimone come conclusione della sua carriera, dall’improvvisamente anziano al giovane Benedikt, che delinea in un certo senso però anche la necessità che ci sia qualcuno che compia la sua stessa impresa negli anni a venire, come a sottolinearne l’importanza del suo ruolo per la salvezza della gente e l’equilibrio delle forze.

La cosa che però non mi ha realmente convinta, che io non ho riscontrato, è l’associazione tra questo racconto e il Natale, a parte per lo scenario nevoso e l’ambientazione. Non ho ritrovato in questa storia le atmosfere natalizie che tutti conosciamo, anche se non è stato qualcosa di cui abbia sentito la mancanza nonostante tutto.


mercoledì 26 gennaio 2022

QUESTA VOLTA LEGGO.... Freddo a luglio - Joe R. Lansdale

 



Ho scelto questo libro per la rubrica Questa volta leggo, in cui bisogna associare le letture alla parola scelta, che questo mese era “Freddo” (vi invito sempre ad andare a sbirciare le recensioni delle altre blogger partecipanti).
In realtà avevo intenzione di leggerne un altro, ma all’ultimo momento è scattato un colpo di fulmine e ho deciso di cimentarmi con Lansdale.


Titolo: Freddo a luglio
Autore: Joe R. Lansdale
Edizione: Einaudi; 29 giugno 2021
Pagine 248
⭐⭐⭐⭐



Tutto comincia quando Dane, pacifico corniciaio di LaBorde (Texas), uccide un uomo che si è introdotto in casa sua per rubare. Questo gli causa tormenti senza sosta, che lo conducono ad incrociare la strada del padre di questo, Russel, ex galeotto, che vuole vendicarsi.
Questo incrociarsi delle loro strade li porterà però a scoprire che c’è qualcosa che la polizia sta nascondendo, e decideranno di intraprendere una ricerca dell’uomo insieme, con la collaborazione del detective privato Jim Bob, vecchio amico di Russel.
In questa ricerca scopriranno il terribile passatempo di alcuni ricconi annoiati, che decideranno di fermare esponendosi in prima persona.

sabato 22 gennaio 2022

TU LEGGI? IO SCELGO!!! - Sei di corvi - Leigh Bardugo

 

Ho letto questo libro come scelta tra le letture dal blog La lettrice sulle nuvole, per la rubrica mensile in cui si deve scegliere un titolo tra quelli letti da una delle blogger a cui si è state associate con estrazione. Ed ebbene sì a me è toccato proprio quello di Chiara!😃
L’ho scelto perché era un titolo che mi aspettava da un po’ e di cui avevo già pronta tutta la serie.
Purtroppo però non ne sono rimasta entusiasta, anche se non saprei dire esattamente perché. E ora ve ne parlo.


Titolo: Sei di corvi
Autore: Leigh Bardugo
Edizione: Mondadori; 24 settembre 2019
Pagine 408
⭐⭐⭐



Con Sei di corvi ho fatto per la prima volta conoscenza con il mondo Grisha, che non mi è dispiaciuto.
Nina e un altro personaggio sono dei Grisha, fanno parte cioè di quel popolo di creature che possiedono dei poteri dalla nascita e che per questo sono perseguitati dagli altri popoli.

lunedì 17 gennaio 2022

L' ANGOLO VINTAGE 2.0 & L' ANGOLO DEL CLASSICO - Lo studente - Nathaniel Hawthorne

 



Questa rubrica mi sta proprio piacendo!
Mi permette di dedicarmi alla lettura di quei classici un pò datati che amo, e sto scoprendo delle vere chicche, come in questo caso. Mi auguro sia andata altrettanto bene anche alle altre blogger (andate a spulciare mi raccomando!).


Titolo: Lo studente
Autore: Nathaniel Hawthorne
Edizione: Sellerio editore Palermo; 31 marzo 2000
Pagine 204
⭐⭐⭐⭐



Fanshawe, titolo originale di questo libro, è stato il primo in assoluto scritto da Hawthorne.
Qui ritroviamo tutte le atmosfere gotiche tipiche dell’autore, che mi avevano conquistata in La lettera scarlatta.

Nonostante questo sia il primo e quindi anticipi il successo della Lettera, e nonostante sia stato prima messo in commercio e poi tutte le copie o quasi, diversamente da quella in possesso della sorella che è riuscita ad arrivare fino ai giorni nostri, siano state distrutte per volere dell’autore, per me è quasi migliore del successivo.

mercoledì 12 gennaio 2022

Purchè sia di serie - La bugia di un vicino - Blake Pierce (Chloe Fine #2)

 


Bene, continuiamo anche questo mese l'appuntamento che diventerà spero fisso e che riuscirò a mantenere questo tra i buoni propositi per il nuovo anno, cioè quello di proseguire (e magari portare a termine) le millemila serie che ho lasciato in sospeso negli anni.

Questo mese ho scelto di proseguire una serie di un autore che avevo letto un bel pò di tempo fa, cioè Blake Pierce.


Titolo: La bugia di un vicino (Chloe Fine #2)
Autore: Blake Pierce
Edizione: self published; 
Pagine 198
⭐⭐⭐



Era da tanto che pensavo a proseguire col secondo di questa serie, perché nonostante il primo non mi avesse davvero conquistata, avevo intuito che nell’autore, al tempo alle prime armi, ci fosse del potenziale.
E sicura hanno contribuito a tentarmi le continue mailing list in cui mi avvisavano delle nuove sue pubblicazioni: sì è un autore decisamente prolifico!

E in effetti questo secondo volume della serie che vede protagonista Chloe Fine, 27 anni, appena entrata nel FBI, è meglio del precedente, più strutturato, trama e intrecci costruiti molto meglio e con più accuratezza.

sabato 8 gennaio 2022

Il digiunatore - Enzo Fileno Carabba, in ANTEPRIMA!!!!!

 

Titolo: Il digiunatore
Autore: Enzo Fileno Carabba
Edizione: Ponte alle grazie; 13 gennaio 2022
Pagine 256
⭐⭐⭐

Mi sono avvicinata a questo libro molto incuriosita dal tema.
Si tratta della biografia romanzata di Giovanni Succi, un personaggio poco conosciuto, facente parte del gruppo dei digiunatori, attivi nel corso dell’800 nel mondo, a cui si è ispirato anche Kafka per un suo libro.
In effetti la curiosità è stata appagata perché Succi è stato di certo un personaggio fuori dagli schemi, molto originale e sopra le righe, da quando da bambino ha rifiutato il pasto dicendo “Oppa oba” a quando è morto.
Le sue stravaganze non si sono fermate solo al digiuno, che per lui era diventato una vera e propria ragione di vita, ma hanno avvolto tutto il modo in cui ha affrontato la propria esistenza, dai viaggi che ha fatto tra Africa e America, alle usanze che ha scoperto e assimilato, alcune degne di nota e che sarebbero da tramandare ai giorni nostri, ai personaggi di cui amava circondarsi.

“Parlavano a turno. Chi parlava doveva stare su una gamba sola. Quando non ce la faceva più e poggiava la seconda gamba doveva smettere di oarlare. Un ottimo sistema per raggiungere la sintesi.”

Quale è stata la mia meraviglia nello scoprire che personaggi si siano interessati a lui, primi fra tutti Charcot e Freud.
Quale psicologa mi è un po’ dispiaciuto che alla fine il suo caso non sia stato approfondito, oltre che dal punto di vista fisiologico, ambito al quale diversi medici hanno provveduto, anche dal punto di vista delle energie in gioco o pulsioni, per dirla coi termini del tempo, che lo hanno mosso.
Non ho potuto fare a meno di pensare che in qualche grado fosse presente in lui una psicopatologia, senza dubbio la megalomania più volte citata, e ciò soprattutto per il fatto che non sono mai state riportate in lui reali aspirazioni a una trascendenza nè motivazioni superiori.

“Giovanni fu aggredito dal senso di colpa. Cercò di scrollarselo di dosso, per niente mai nella sua vita l’aveva preparato a un simile peso. Mai si era preoccupato degli altri per più di dieci minuti, forse venti. Ma niente. La morte dell’amico era colpa della sua esuberanza, della sua smania di grandezza, del fatto che non accettasse la condizione umana. Anche suo padre, sua madre e sua nonna erano morti e lui se ne accorse sul serio solo in quel momento. Prima lo sapeva, ma ora lo realizzò, fu una bordata spaventosa.”

Ma non ho potuto fare a meno anche di innervosirmi nel vedere come, invece della sana curiosità scientifica, la reazione della comunità sia stata, come sempre nel corso delle epoche, quella di rinchiuderlo in manicomio, perché il diverso viene temuto e visto come pericoloso.

“È difficile trovare qualcuno che non sia convinto di avere il diritto di educare gli altri. Nel mondo pare ci siano più educatori che educandi. Con simili guide, non si capisce perché le cose vadano male.”

“Non lo faceva per cattiveria, anzi l’opposto: correggere era il suo modo di amare.
Giovanni invece non correggeva nessuno e non lo fece mai durante tutta la vita, per quanto sappiamo. Ad apprezzare i pregi degli altri sono buoni tutti. Ma lui apprezzava i difetti, o perlomeno lasciava correre. Forse per questo le persone lo cercavano, si sentivano accolte e godevano della sua compagnia megalomane ma gentile, tutti, senza eccezione, al di là di quello che pensavano delle sue prodezze.”

Ciò che però non ho apprezzato è stato che nel libro non risalti in alcun modo la motivazione della scelta dell’autore di narrare proprio di questo personaggio in particolare e della sua vita e non di quella di miliardi di altre persone degne di nota che hanno soggiornato su questa Terra nei secoli.
E questo mi è mancato, soprattutto perché, non essendo una biografia nel senso esatto del termine, sarebbe stato per me importante recepire il messaggio che secondo Carabba può portare a noi oggi Succi, se non è facilmente intuibile quello che Succi voleva a suo tempo portare (per me come dicevo nessuno).

“Giovanni avvertì un disagio che non avrebbe saputo spiegare, forse perché non era un disagio. Tutta quella gente attorno vestita in maschera (anche i medici erano vestiti in maschera), padrona di misurarlo quando voleva: ma lui dov’era? Era forse nel numero dei propri passi? O nei battiti del suo cuore? Doveva essere da un’altra parte. Tutte quelle misure lo allontanavano dal centro.”

Ciò che io ho fatto durante tutta la lettura è stato chiedermi come potessero tali uomini riuscire a restare per così tanto tempo digiuni senza ripercussioni sul fisico.
E, inevitabilmente, la domanda successiva nelle mie riflessioni è stata: se si può fare a meno del cibo a questi livelli, di cosa potremmo riuscire a #fareameno nelle nostre esistenze? E questa è una domanda su cui mi interrogo in modi diversi da tempo, un po’ a causa di questa pandemia, che mi ha fatta realizzare come al giorno d’oggi diventino sacrifici immani anche piccole rinunce a cui abbiamo dovuto far fronte, che invece in passato hanno vissuto come ineluttabili, ma anche a causa di questo inizio del nuovo anno che porta sempre con sé i migliori propositi, oggi non solo per la propria vita ma, anche indirettamente, per provare a rendere il mondo un po’ migliore.

I miei propositi sono stati così quelli di #fareameno dell’auto per i tragitti più brevi o col bel tempo, della tecnologia per alcune ore al giorno, dei prodotti confezionati nella plastica per ridurne ancora di più l’uso di quanto già non faccia, e dei prodotti confezionati che è possibile preparare in casa, anche se sarebbero senza dubbio più veloci.

E voi ci avete mai pensato? Di che cosa potreste decidere di #fareameno?