lunedì 25 aprile 2022

La storia infinita - Michael Ende

        
   Titolo: La storia infinita
                                                                   Autore: Michael Ende
                                        Edizione: Fabbri Centauria editore; 17 settembre 2016
                                                                       Pagine 436
                                                                    ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️


Avevo un legame speciale con questa storia perché da ragazzina La storia infinita è stato uno dei miei film preferiti ed ho consumato la videocassetta guardandolo un centinaio di volte, al punto da conoscerlo a memoria, e da amare la colonna sonora associata al volo su Fucur (Falcon). Temevo perciò il momento della lettura di questo libro e al contempo non vedevo l’ora di potermi calare di nuovo in quelle ambientazioni ed emozioni che mi facessero sentire a casa.
Ora che finalmente mi sono decisa a farlo, ne sono estremamente felice perché la trama è, se possibile, ancora più bella di quella del film, nonostante la ritrovi abbastanza fedele come ricostruzione.

Bastiano trova per caso il libro La storia infinita in una strana libreria in cui si rifugia mentre sta scappando dai soliti compagni di scuola bulli che lo tormentano, e lo porta via per rifugiarsi nella soffitta della scuola a leggerlo.
Il ragazzo è molto infelice anche perché la mamma è morta e il papà si è rifugiato nel lavoro, e si vede grasso e imbranato. L’unica capacità che si riconosce e che gli dà sollievo è quella di raccontare storie.
Ed è proprio quella che lo condurrà nel mondo di Fantasia, all’interno del libro, dove, per salvarlo, dovrà dare un nuovo nome all’Infanta imperatrice.
La storia è un susseguirsi di avventure e di sfide entusiasmanti, e di incontri con personaggi sempre diversi e originalissimi che, ricordo, era l’aspetto che più mi piaceva nel film.
I vari paesaggi e luoghi creati sono per me tra i migliori mai letti nei fantasy.
Anche la pausa che si ha nel ritmo narrativo con la perdizione temporanea di Bastiano che si fa prendere dal potere che ha acquisito con Auryn e desidera, non è risultata noiosa per me ma solo un rallentamento, in quanto subito dopo si riprende la corsa al cambiamento.
Qui viene evidenziato il lato più negativo e dannoso dei desideri che diventano ambizione, violenza, rancore, fino a sfociare nella guerra e nella tirannia, i peggiori flagelli del mondo umano.

“E a tutti intimó di fare giuramento di completa sottomissione al suo volere.
Anche è semplicemente quando-aggiunse,-le mie decisioni dovessero in qualche modo apparirvi incomprensibili. Perché io non sono un vostro simile.”

La seconda parte in effetti è stata la parte per me più nuova e una sorpresa inattesa, perché ho trovato la parte del suo secondo viaggio quella più complessa e carica di significati più maturi.
In particolare risalta l’importanza del passato e delle proprie origini e del luogo da cui si viene, per poter costruire davvero nuovi mondi meravigliosi e che rispettino chiunque ci viva, e Ende questo lo sapeva bene purtroppo.

Di messaggi in realtà è pieno il libro intero: dalla perdita di creatività e fantasia degli esseri umani in epoca moderna, la cui incapacità di sognare e credere sta facendo sparire nel Nulla il regno di Fantàsia, a quello della vera crescita che consiste nell’evolvere e non nel voler essere qualcun altro a tutti i costi, dal valore dell’amore all’importanza di rendersi utili, dal rispetto per gli altri e per le diversità, all’importanza di apprezzare tutti i momenti, anche il silenzio, dall’importanza dell’amicizia al superamento delle sfide.

Un aspetto che mi è un po’ dispiaciuto invece è stato per come Bastiano abbia alla fine abbandonato gli Uzzolini alla sorte che aveva imposto loro, perché trovo che il loro cambiamento nel desiderare di avere uno scopo nella vita stavolta, fosse degno di considerazione, soprattutto perché la colpa era realmente del ragazzo.
La scena che mi è piaciuta più di tutte invece è stata quella di Donna aiuola con la Casa che muta, dove i simbolismi sono meravigliosi e ho pianto qualche lacrima per la conclusione di quella sosta.

“Però per ogni desiderio esaudito, il bambino perdeva una parte dei ricordi del mondo dal quale era venuto. A lui non importava molto, perché tanto, non ci voleva più tornare. Così continuò a desiderare e desiderare, e alla fine aveva speso quasi tutti i suoi ricordi, senza i quali non si possono avere desideri. Ormai non era quasi più un essere umano, era diventato piuttosto molto simile a un Fantasiano. E la sua vera volontà non l’aveva ancora trovata. A questo punto, c’era il grave pericolo che consumasse anche i suoi ultimi ricordi senza venire a capo di nulla. E così non sarebbe più potuto tornare mai più nel suo mondo. Da ultimo, la sua strada lo portò alla Casa che muta, perché vi restasse fino a quando non avesse trovato la sua vera volontà. La Casa che muta, infatti, non si chiama così soltanto perché cambia se stessa, ma perché cambia anche quelli che ci abitano. E questo era molto importante per il bambino, perché fino a quel momento egli aveva sempre voluto essere un altro, ma non aveva mai desiderato di cambiare se stesso.”


Ma anche il momento di affrontare le Sfingi e le tre porte per me è carico di significati (per non dire che nel film è reso in maniera unica).

Ho scoperto che sono stati girati altri seguiti dei film ma ho onestamente un po’ timore di vederli, sapendo che non sono stati tratti dal libro.

Una chicca è stato notare che ogni capitolo inizi con una lettera dell’alfabeto diversa e in sequenza dalla a alla z, e con dei capilettera degni del miglior miniaturista!

“Le passioni umane sono una cosa molto misteriosa e per i bambini le cose non stanno diversamente che per i grandi. Coloro che ne vengono colpiti non le sanno spiegare, e coloro che non hanno mai provato nulla di simile non le possono comprendere. Ci sono persone che mettono in gioco la loro esistenza per raggiungere la vetta di una montagna. A nessuno, neppure a se stessi, potrebbero realmente spiegare perché lo fanno. Altri si rovinano per conquistare il cuore di una persona che non ne vuole sapere di loro. E altri ancora vanno in rovina perché non sanno resistere ai piaceri della gola, o a quelli della bottiglia. Alcuni buttano tutti i loro beni nel gioco, oppure sacrificano ogni cosa per un’idea fissa, che mai potrà diventare realtà. Altri credono di poter essere felici soltanto in un luogo diverso da quello dove si trovano e così passano la vita girando il mondo. E altri ancora non trovano pace fini a quando non hanno ottenuto il potere. Insomma, ci sono tante e diverse passioni, quante e diverse sono le persone. Per Bastiano Baldassarre Bucci la passione erano i libri.”

1 commento:

  1. Per tutto il tempo in cui ho letto il romanzo, ogni volta che ricominciavo la lettura e andavo avanti, avevo in mente la colonna sonora ... Per me è stata una rilettura ma di certo più matura e consapevole. Si, è una lettura che copre una fascia d'età che va dai 7 ai 13 anni 8io lo lessi proprio a 13 anni) ma come hai ben scritto, è così intrisa di messaggi che merita la giusta considerazione. Degno di nota è proprio il rapporto che Bastiano ha con suo padre di cui, non ci sono chissà quante parole, ma le righe scritte bastano a farci intendere come le famiglie con un solo genitore vivono un trauma che però si può AFFRONTARE non dimenticando il passato e quindi anche coloro che ancora ci sono accanto ma apprezzando la loro esistenza e colmando quel vuoto che la mancanza inevitabilmente crea.

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