giovedì 28 aprile 2022

Questa volta leggo… La chimica della bellezza - Piersandro Pallavicini

Per questa rubrica, questo mese il tema delle letture dei blog partecipanti (che trovate nel banner) doveva essere “scarpa”.

E mentre leggevo questo romanzo di cui vi parlerò ho proprio pensato di non aver mai letto un libro in cui questa parola venisse nominata così tante volte e si prestasse tanta attenzione a questo aspetto dell’abbigliamento di qualsiasi personaggio descritto, tanto da farmi pensare a una vera e propria ossessione dello scrittore in merito.

Allego screen di alcune delle ricorrenze…




Purtroppo questo non è stato uno degli aspetti peggiori del libro di cui vado a parlarvi.😣



Titolo: La chimica della bellezza

Autore: Piersandro Pallavicini

Edizione: Feltrinelli; 15 settembre 2016

Pagine 270

⭐️⭐️


Il professor Galbiati, docente di chimica in un’università di provincia, viene convocato come accompagnatore dal prof De Reitner, di ben 104 anni, ormai in pensione da anni ma tuttora attivo dirigente del dipartimento, per una Discussion in Svizzera sul lago.

Tutti i particolari di questo congresso vengono tenuti attentamente nascosti, ma perché mai? Cosa c’è dietro? È quel che si chiede il professore mentre guida la Jaguar accanto al vecchio e al suo bassottino fonofobico, Pirloux.

Una volta arrivati lì ne vedremo delle belle, tra incontri indesiderati, “pernaccie”, “mummie”, strani rumori notturni, e professori che portano sfortuna.


Le premesse sembravano tutte positive, in diversi momenti la comicità della narrazione mi aveva conquistata, e sia il prof anziano che il cane mi sono stati subito simpaticissimi.

Invece purtroppo la delusione è stata grande quando mi sono resa conto che non sarebbe mai decollato davvero.

Tutte le dissertazioni su argomenti di chimica e sulla storia di famosi scienziati chimici, sono troppe, davvero noiose e incomprensibili perlopiù a coloro che non siano della materia, anche per me che ne mastico giusto le basi.

Inoltre non mi è piaciuta minimamente la conclusione scelta dall’autore, estremamente negativa già di per sè e in più senza alcun senso apparente, a meno che Pallavicini non volesse lanciare qualche strano messaggio che fatico a cogliere.

L’unico senso che ci leggo è che il mondo della chimica è un mondo terribile per persone prive di scrupoli, senza un minimo di rispetto l’uno per l’altro.


E basterebbe già così. 

E invece no. Perché in più c’è il protagonista che mi è risultato dall’arrivo in albergo estremamente odioso in tutti i suoi comportamenti e, diversamente da quel che cerca tanto di affermare, nell’intento di sfatare dei miti che vigono sul modo di essere dei chimici, per me non fa altro che affermare una certa psicopatologia nel relazionarsi agli altri.

Non è capace di stabilire una relazione sana, di affetto, con il suo mentore; socializza con quello che è il suo nemico acerrimo e se ne va in giro sulla sua macchina senza averne chiesto il permesso, invece di restare con lui; lo critica e deride costantemente, anche quando sa di ciò che ha preparato per lui; addirittura continua a farlo senza mostrare il minimo dispiacere o alcuna commozione anche dopo ciò che gli capita…e in tutto il tempo dei tre giorni del romanzo sembra un assatanato che, nonostante sposato da qualche anno e con una figlia, abbia bisogno di fare di continuo sesso con sua moglie, anche a distanza.

Insomma terribile!

Mi auguro vivamente per l’autore che il personaggio non sia così tanto autobiografico come si potrebbe supporre, me lo auguro vivamente per lui.


Nemmeno le descrizioni dei luoghi sono di rilievo e anzi, vengono messi in risalto principalmente gli aspetti negativi e caricaturali della Svizzera.


L’unica nota positiva: de Raitner con le sue battute e il linguaggio edulcorato, e i modi non ortodossi ma esilaranti, il bassotto che risponde a comandi particolari e un pó sopra le righe, ma dolcissimo; la figlia di codesto esemplare di protagonista, Valentina, anche se presente per poco, con la testa sulle spalle seppur giovanissima e degna di stima per sopportare cotanto genitore.

2 commenti:

  1. Pensavo fosse carino, ma leggendo la tua recensione non credo proprio lo sia...

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  2. oh mamma mia anche io credevo fosse un libro carino e invece!!!!

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