Ecco che torno con una delle rubriche che preferisco del blog, in collaborazione con i blog nel banner, per cui leggiamo un titolo a scelta dalle letture della blogger a cui siamo state abbinate random, che stavolta è Sara di Booklover: viaggiando attraverso i libri.
In realtà torno dopo un periodo di pausa dal blog, non dalla lettura sia chiaro, ma ho avuto qualche problema con la privacy e poi era un momento in cui non avevo molta voglia di scrivere perché avevo altro a cui pensare… Ma ora sono tornata ed eccoci qui!
Quale titolo avrò scelto? Curiosi?
L’orchestra rubata di Hitler-Silvia Montemurro
Salani, 2021 - pagine 352
⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
Questo libro è la storia di Adele ed Elsa, due donne molto diverse, un’ebrea marchigiana che sembra tedesca e una tedesca che sembra polacca, una che, da piccola, quando ne facciamo la conoscenza, fa arrabbiare sempre la mamma per la sua indisciplinatezza ed è la cocca del papà, con un’oca per unica amica; l’altra che, vissuta in una famiglia molto nazionalista e nel benessere ma con poca vicinanza emotiva, ha imparato a “trattenere il respiro”, non esprimere le proprie emozioni, sentendosi sempre poco autentica, se non attraverso la musica.
Ed è proprio questa l’unica cosa che sembrerebbe unirle: la musica. Sono entrambe due violiniste molto promettenti. Insieme al fatto di aver portato il busto da piccole per problemi alla schiena, il che ha contribuito a costruire la loro sensazione di solitudine, l’impressione di non avere nessuna vera amica, di distanza perfino dall’uomo che le accompagna.
E quell’inaspettato incontro di Elsa con la foto e il violino di Adele, la lettura del suo diario, fa scattare una scintilla che la porta a esporsi, mettendo in discussione tutto il suo passato stravolto dalle inaccettabili scoperte di ciò a cui il marito Einrich sta partecipando: la Sonderstab Musik, la costruzione dell’orchestra di Hitler, formata pezzo dopo pezzo con strumenti e spartiti rubati agli ebrei deportati o uccisi.
È lo spiraglio che riesce a ridare coraggio e speranza alla donna, nel grigiore e nella devastazione delle esistenze di tanti tedeschi che ha portato il governo nazista e gli orrori di cui si stanno facendo portatori: la speranza di trovarla e poterle restituire il suo violino.
Questo è un romanzo che arriva dritto al cuore, che lo fa sanguinare e non lo lascia più, ma anche una coccola piena di malinconia che lo avvolge, che fa tornare indietro con la memoria a momenti andati dell’infanzia che hanno quel sapore di famiglia, di casa, di persone che non ci sono più.
Tutto quello che è stato rubato alle esistenze di milioni di perseguitati e a cui solo pochi sopravvissuti sono riusciti a dare un seguito, pur dovendo fare sempre i conti con un passato così ingombrante e incombente. Milioni tra donne e uomini, bambini e anziani, senza distinzione alcuna, scelti a caso e mandati a morire solo per il capriccio di pochi, spesso per simpatie o antipatie personali salvati o condannati, come nell’edificio del coro dei bambini a Terezin, Theresienstadt, il campo dei musicisti.
Di libri sull’argomento nazisti e fascisti e campi di concentramento ormai ce ne sono tantissimi certo, ma questo è diverso. Qui entriamo nei campi e i loro orrori solo relativamente tardi nella storia, ma ciò che colpisce di più è la normalità delle esistenze a cui ci avviciniamo prima, quello che fa la differenza è la quotidianità con cui ci confrontiamo pezzo dopo pezzo di narrazione, vedendo come si trattasse di donne e uomini qualsiasi, come tutti quelli che siano coinvolti non fossero nè i santi martiri nè i mostri a cui viene automatico pensare quando si studia la Seconda Guerra Mondiale nelle scuole, ma anzi è proprio ciò che non fa la differenza, perché quegli orrori stravolgono le “normali” esistenze di chiunque mettendoli di fronte a delle scelte che cambieranno per sempre il loro futuro, anche nella morte e nelle violenze.
Perché il male non guarda in faccia nessuno e ognuno è chiamato a scegliere da che parte sfare.
E tutti i protagonisti di questo libro fanno la loro scelta, chi da una parte e chi dall’altra, presto o tardi.
E questo vale anche per Jorrit, per Tobia, per Susi e per Felix e l’altra guardia, investiti da poteri troppo grandi, oltre che per le due protagoniste.
E vale perfino per Hitler che ci viene mostrato prima come il piccolo Adolf, innocente e ingenuo e amante della musica, e poi quando purtroppo da grande ha già ormai fatto la sua scelta che cambia le vite del mondo intero.
Ecco ora andate a scoprire anche le altre letture come sono andate!!!
Sono così contenta che hai scelto proprio questo libro della Montemurro e ancor di più che ti è piaciuto e l'hai trovato diverso da altri che affrontano il tema
RispondiEliminaLo segno per quando sarò nel momento giusto per questo tipo di lettura.
RispondiEliminaI libri della Montemurro sono dei veri e propri "cazzotti nello stomaco", anche se questo non l'ho ancora letto, devo assolutamente recuperarlo
RispondiEliminaLetta la tua recensione ed il fatto di conoscere la scrittura dell'autrice, scrive bene, mi spingono a segnare il titolo.
RispondiEliminanon lo conoscevo ma mi hai incuriosita molto
RispondiEliminaSembra davvero una bella lettura, da fare al momento giusto. Grazie della tua recensione
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