martedì 17 maggio 2022

L' ANGOLO VINTAGE 2.0 & L' ANGOLO DEL CLASSICO Jezabel - Irène Némirovsky

 



Questo mese per questa rubrica ho scelto di restare nella mia confort zone e di darmi alla lettura di un'autrice classica che amo tanto: la Némirovsky, ed ebbene sì preferisco sempre le donne con un'esistenza tormentata! Pensate che ho acquistato anche la sua biografia, tanto che ne sono affascinata, e aspetto solo il momento giusto per leggerlo, perchè immagino sarà un tantino sofferta...


Titolo: Jezabel
Autore: Irène Némirovsky
Edizione: Newton Compton; 9 giugno 2016
Pagine 147
⭐⭐⭐⭐⭐


Sono al terzo approccio con la Nemirovsky e confermo il mio amore viscerale per questa autrice.

Non so dire onestamente quanto dipenda dai testi e quanta parte, dalla sua storia, ma credo siano ben equilibrati e impossibili da scindere.

Nei suoi romanzi ritrovo sempre una grandissima parte autobiografica che, in questo caso, è riferita indubbiamente alle figure femminili di riferimento della sua vita.


Questo Jezabel è diviso in due parti.

La prima ci tuffa direttamente e senza nessuna introduzione in un processo a questa donna, Gladys, molto bella ma anche dall’atteggiamento molto particolare, e che quasi non risponde alle domande poste dagli avvocati, in cui viene accusata e condannata per l’omicidio del giovane Bernard Martin, che riconosce come suo amante.

La seconda parte invece torna indietro nel tempo narrandoci la sua storia, dall’infanzia fino al presente, spiegandoci le motivazioni del suo gesto.

Questa seconda parte per me è stata una autentica sorpresa. Ad un certo punto, avvicinandomi alla fine, dopo un avvenimento che non cito per non fare spoiler, mi è arrivata come un’illuminazione ed ho capito dove esattamente volesse arrivare la storia e cosa si sarebbe scoperto, e qui mi si è rivelata la genialità dell’autrice.


La descrizione di questa protagonista, dei suoi movimenti, delle sue azioni, dei suoi pensieri, è così accurata e a tutto tondo, che ci si riesce a calare completamente nella sua psiche e a ricostruire il suo modo di essere e di approcciarsi alla vita, che da un lato sconvolge e dall’altro irrita.

Questa era infatti la mia sensazione provata dopo i primi capitoli, nei confronti di una donna così lasciva, così dissoluta, così materialista e con così pochi principi, capace di arrivare a gesti totalmente fuori da ogni umanità e privi di qualsiasi sentimento che non sia solo la disperata ricerca di amore per se stessa, e tuttavia comprensibili nell’ottica della sua figura.

Ma subito dopo, ho capito che questa intendeva essere proprio la sensazione che la scrittrice voleva suscitare parlandone: quell’impressione di staticità, di nessuna evoluzione, di anaffettività a un livello completamente e indubbiamente patologiche, di una donna che preferisce perdere la figlia, rinunciare all’amore vero e a tutti gli affetti, commettere addirittura un delitto, pur di non dover ammettere di essere invecchiata, laddove la vecchiaia per lei non risiede tanto nell’aspetto fisico che muta, che resta per lei comunque invidiabile, quanto nel numero anagrafico, che tenta di camuffare in tutti i modi.


Il tema risulta quantomai attuale, nonostante sia stato scritto nel secolo scorso, in quanto la ricerca esasperata dell’immagine estetica perfetta, dell’evitare l’invecchiamento restando sempre giovani e belle, è purtroppo ormai all’ordine del giorno nella nostra società.


Mi sono anche trovata a riflettere tristemente su come abbia potuto la Némirovsky descrivere così bene il terrore dell’invecchiare quando sarà stato qualcosa di molto lontano dalla sua esistenza, essendo purtroppo stata privata della libertà prima e poi della vita, molto giovane.

Ma evidentemente questa autrice aveva un talento innato per la descrizione dei personaggi, in particolare di quelli femminili, e dover rinunciare a questo troppo presto è stato uno dei grandi orrori conseguenza delle azioni naziste, che per me si aggiunge alla sfilza di quelle imperdonabili.

2 commenti:

  1. non ho mai letto questa autrice, ma le tue parole mi fanno venire voglia di farlo

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  2. La Nemirovsky mi attira e vorrei darle un'opportunità

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