domenica 19 dicembre 2021

Il maialino di Natale - J K Rowling

 

Ho letto questo libro un po’ per una challenge per piccoli lettori che sto gestendo e un po’ per una collaborazione.
Devo ammettere che ero scettica trattandosi della scrittrice di HP che sarò tra i pochi al mondo a non aver voluto leggere, e anche perché temevo fosse una fiaba creata apposta per vendite natalizie.

E invece ho dovuto ricredermi eccome!

Titolo: Il maialino di Natale
Autore: JK. Rowling
Edizione: Salani; 12 ottobre 2021
Pagine 320
⭐⭐⭐⭐⭐


Sì c’è anche la fiaba, una dolcissima fiaba piena di speranza, di Jack, bambino che si trova ad affrontare il divorzio dei genitori e i tanti cambiamenti che ne discendono come quello della città e della scuola, accompagnato dal suo solo amico inseparabile: Lino, un maialino di pezza un po’ disastrato, riparato più volte dalla mamma.
Tutto precipita però quando la mamma comincia a frequentare il papà della sua compagna di scuola Holly, che diventa così la sua sorellastra. Questa reagisce malissimo alla novità diventando dispettosa e insopportabile, soprattutto nei confronti del bambino che accusa di avergli rubato il padre, fino al gesto estremo di lanciare Lino dalla macchina in corsa sull’autostrada.
Ma è la vigilia di Natale e tutto è possibile, e così gli oggetti vivificati insieme al nuovo Maialino di Natale che Holly e il nonno vanno a prendergli perché la ragazza è mortificata per il proprio gesto, lo aiutano ad andare nella Terra dei Perduti, dove, passando tra un luogo e l’altro: Dove sarà mai, Usa e Getta, Fuori posto, la Landa degli Illacrimati, la Città dei Rimpianti, l’Isola dei Diletti e, inevitabilmente, la Tana del Perdente, perfido sovrano di questo mondo magico, proveranno a ritrovare e riportare indietro Lino insieme.

Le loro avventure sono un continuo di sorprese. Certo non sono imprevedibili od originali, si tratta pur sempre di un classico viaggio di ricerca tipico dei fantasy, ma le descrizioni dei luoghi sono meravigliose, e soprattutto la Rowling ha avuto una grandissima fantasia nell’individuare i diversi gradi di mancanza o perdita, passando dall’Usa e getta tipico di questi tempi di puro e smodato consumismo, al Fuori posto, dove spesso la sbadataggine porta gli oggetti nelle nostre giornate, al Dove sarà mai, dove passano gli oggetti che sono cercati dall’umano di appartenenza perché resosi conto della scomparsa.
Inoltre c’è la Landa degli Illacrimati dove sono presenti gli oggetti di cui non è sofferta l’assenza o di cui ci si è liberati volontariamente e con piacere, ed è stato il luogo che più mi ha toccato il cuore. Certo una Brutta abitudine come il Lancia Unghie o Caccole o Superbulla, è comprensibile che non mancheranno poi tanto anche se devo ammettere che sono state tra le più simpatiche, ma l’Angelo Rotto o il Coniglietto azzurro o la Bussola non li avrei immaginati e mi hanno fatto un’estrema tenerezza, e mi sono sentita in colpa per alcuni oggetti che nel tempo avrò sicuramente lasciato finire lì dandogli meno valore di tanti altri.

E questo è il secondo aspetto più originale e che mi ha conquistata della storia: gli oggetti, cioè le Cose vivificate che i due incontrano! Oltre a quelli già citati che sono stati tra i miei preferiti, meritano di essere ricordati anche Pranzy e Stanghette, che, insieme a Poesia e Finzione, hanno una personalità spiccata che è risaltata nella loro azioni e nel modo in cui hanno trattato i protagonisti, mentre per lo stesso motivo Ruby si è meritata il ruolo di peggiore.
Ma non ci sono solo oggetti, ma anche emozioni e sentimenti: così troviamo Speranza, Potere, Ambizione, Felicità.
La personificazione delle emozioni è stata una trovata geniale e la retorica che c’è spesso dietro al volersi appellare per forza ad un principio, la Rowling è riuscita a dipingerla alla perfezione.
E il genio dell’autrice ci ricorda come spesso perdiamo, oltre alle emozioni negative, che non è detto lo siano mai completamente, ma che a certi livelli possono diventarlo, anche le emozioni positive come Felicità, che aiuta i nostri due amici, ma anche Speranza, perché loro non la perdono mai, ma chi di noi nella nostra vita non ha almeno una volta perso la felicità o la speranza?

Però, oltre a questo livello della fiaba, già di per sè spettacolare, il libro veicola diversi messaggi a seconda delle chiavi di lettura.
È così quindi che leggiamo della difficile reazione e del modo di affrontare il divorzio e della complessa situazione dei figli nelle nuove famiglie allargate, che necessiterebbero di un accompagnamento che troppo spesso non ricevono.
Si può leggere anche l’inno al lottare fino allo stremo per i propri sogni e le cose in cui si crede, senza perdere mai la Speranza.
Ma soprattutto vediamo sottolineata l’importanza di combattere lo sfrenato consumismo a cui siamo abituati ormai dovunque nelle società occidentali contemporanee e un inno al riciclo, apertamente dichiarato alla fine quando Jack riesce a dare una nuova vita a tutti gli oggetti nella Tana del Perdente, che nessuno vuole più.
Innegabilmente il Perdente incarna il peggior risvolto dei nostri comportamenti, nutrendosi dei nostri istinti più materialistici.

Il finale è senza dubbio positivissimo. Sarebbe bello poter credere che sia così anche per il mondo in cui viviamo ma forse potrebbe essere il perfetto regalo di Natale, la notte in cui tutto è possibile, perché “niente è perduto per sempre finché rimane un po’ di speranza”.

Nota che arricchisce e impreziosisce ulteriormente questo gioiellino sono le splendide immagini dell'illustratore Jim Field, che rendono su carta quelle che erano le scene che avevo immaginato leggendo le descrizioni.

Ringrazio la Salani per avermi dato la possibilità di calarmi in questa meravigliosa atmosfera natalizia!

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