sabato 13 novembre 2021

NEL SEGNO DEL GIALLO La giostra dei criceti - Manzini

 

Titolo: La giostra dei criceti
Autore: Antonio Manzini
Edizione: Sellerio editore Palermo; 16 marzo 2017 
Pagine 336
⭐⭐⭐

Dunque adesso leggo Schiavone con piacere e ho imparato anche ad apprezzarlo, conoscendo un po’ diversi suoi lati, anche quelli un po’ spinosi diciamo, soprattutto riuscendone a comprendere le motivazioni.
Ho faticato però ad arrivarci e mi ci sono voluti almeno i primi due o tre libri della serie per riuscirci, e il motivo fondamentale sta nell’impatto devastante con la sua rudezza, con l’amarezza che si porta dietro, con l’angoscia che trasmette a tratti, la disillusione profonda e anche la rabbia che cova, sempre pronto a scoppiare.
In parte hanno inciso anche la sua spregiudicatezza e l’assenza totale di rispetto per le regole, di persona che trova il modo per prendersi dalla vita il più che può, dopo aver capito che nulla ti viene regalato, ma che in un tutore della legge è alquanto inusuale, ecco.
Bene qui ritroviamo tutte queste sensazioni, anche se questa volta i protagonisti sono da un lato dei piccoli e grandi malviventi che si scontrano per il malloppo di una rapina, dall’altro dei magnati della finanza, dei politici, un militare, un medico, insomma la creme de la creme dei potenti romani che organizzano il progetto innovativo “Anno zero” per ridurre il numero eccessivo di pensioni che grava sulla società.
Il problema qui è che non esiste la minima redenzione per nessuno, nè il più piccolo spiraglio, o una fievole speranza che lasci intravedere una possibilità di salvezza!
Tutti dal primo all’ultimo sono sporchi, chi più chi meno, e quelli che cedono anche solo minimamente ai sentimenti si rivelano i deboli destinati a soccombere agli altri che continuano il giro.
Perché sono tutti dei criceti che girano insieme sulla giostra, ripetendo sempre lo stesso percorso prevedibilissimo, e laddove qualcuno decida di cambiare qualcosa ed innovare, va subito eliminato perché pericoloso o deve pagare perché fragile.

La capacità narrativa di Manzini è encomiabile come sempre, e riesce a intrecciare le storie una all’altra al punto da renderle avvincenti perché vuoi scoprire come vada a finire.
Ma l’angoscia e il pessimismo trasmessi da questa storia, soprattutto per quanto riguarda René e Alessia, beh me li sarei volentieri risparmiati!
E anche il progetto, per quanto non basato su una storia vera, non fatico a immaginarlo messo in atto nella realtà, soprattutto nel periodo che stiamo vivendo, e fa davvero venire i brividi...

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