sabato 13 novembre 2021

L'ANGOLO VINTAGE 2.0 & L' ANGOLO DEL CLASSICO Cuore - Edmondo De Amicis

 


Ed eccoci ad iniziare anche questa nuova rubrica ideata ovviamente dalla fantasia di Chiara.

Si chiama "L'angolo vintage" perchè consiste nel leggere, una volta al mese, un libro vintage, quindi non pubblicato di recente.

Ed io proprio questo mese ne avevo scelto uno taaaantooo vintage, pensate pubblicato addirittura nel 1963. Perchè l'ho scelto? Perchè dovevo ripensare ad un titolo della mia infanzia e quale sarebbe stato più adeguato se non il meraviglioso libro "Cuore"?

Le sensazioni però sono state in parte diverse da quando ero piccola, ed ora vi spiego perchè...


Titolo: Cuore
Autore: Edmondo De Amicis
Edizione: Garzanti; 1 aprile 1963
Pagine 332
⭐⭐⭐



Ho riletto questo libro a circa vent’anni di distanza da quando lo avevo letto la prima volta ed è stato parecchio strano.
È stato uno dei primi libri letti da bambina ed era uno dei miei preferiti, ed è stato strano proprio notare che gli aspetti che ora ho trovato un po’ forzati fossero quelli che allora mi piacevano tanto.
Capiamoci: non penso che siano gli aspetti moralistici che trasudano da ogni pagina il problema, perché quelli ci sono un po’ dovunque nei libri per bambini/ragazzi, più o meno palesi. E nemmeno quelli di celebrazione della patria e del re, perché bisogna necessariamente contestualizzarli, come faremmo per un qualsiasi altro classico del resto, e sono facilmente comprensibili visto che siamo a pochi anni dalla tanto agognata Unità d’Italia e questo si sente un po’ in tutte le pagine e nelle varie celebrazioni sparse nelle giornate scolastiche di questi ragazzi.
E diciamo pure che l’aspetto più infantile che si legge tra le righe delle pagine del diario di questo ragazzo, non risulta forzato nè incomprensibile, vista l’età in cui scrive, e visto com’era la società in cui viveva, che a dirla tutta, certo sarà stata un po’ esasperata in alcuni tratti rigidi di tutto bianco-tutto nero, ma non sono convinta onestamente che fosse peggio di quella attuale, con il suo rimarcare i valori e le virtù e l’affetto familiare, rispetto a dei giovani disillusi e dal materialismo sfrenato.
In questo il fatto che descriva i suoi compagni come piatti e totalizzanti per la qualità principale che diventi caratterizzante, diventa comprensibile pensando che ha solo 8-9 anni.
Perfino la celebrazione della scuola e del lavoro dei maestri lo trovo apprezzabilissimo, proprio perché allora la scuola era un’altra cosa, perché si usciva dagli anni in cui ancora tantissimi adulti non erano istruiti e non sapevano leggere nè scrivere, e questo si vede in diversi dei genitori di alcuni dei ragazzi, e nel sentirsi inferiori anche agli amici del figlio perché studiano. E questo credo che conducesse gli adulti a sovrastimare l’istruzione scolastica, ma anche a vedere il ruolo del maestro, non solo come insegnante delle materie scolastiche, ma anche come maestro di vita, così come era stato per loro. E direi che anzi non sarebbe male se oggi si recuperasse un pochino di quell’atteggiamento nei confronti delle istituzioni scolastiche e degli insegnanti, che invece oggi si è perso del tutto, con i genitori che pretendono addirittura di sostituirglisi.

No, devo dire che per me gli aspetti più fastidiosi nel leggerlo da adulta, sono risultati le note del padre, che, vista la genesi dichiarata del testo, potrebbero chiaramente esser state aggiunte in seguito, e che risultano qualcosa di giustapposto nell’intento di migliorare l’apparenza al pubblico del figlio, e la rigida separazione tra gli strati della società che sembra tanto inesistente nel veder convivere nella stessa classe persone tanto diverse tra loro e di origini geografiche diverse (non dimentichiamoci che era il periodo in cui cominciava la migrazione dal sud al nord e siamo a Torino!) ma che invece traspare come predeterminazione del futuro e della carriera attesi per quei giovani, e pure nelle parole di un padre che richiama il figlio quando osserva, per esempio, che il compagno ha sporcato il divano con la giacchetta sporca di calce, dicendogli di non ripulire e di non pensar mai male del suo sporco ma che quello è solo il segno del lavoro perché è figlio di un lavoratore. In queste parole per me, già dal fatto che senta la necessità di portare il discorso su quel piano didascalico, si vede che è proprio nella sua di mentalità la separazione e che senta il bisogno di non farla apparire, in questo modo.
In più devo aggiungere che la parte che da piccola apprezzavo di più erano i racconti mensili, mentre stavolta tanti li ho trovati veramente troppo spinti nell’esaltazione del militarismo, tutti imperniati su esercito, guerre e battaglie, che potrebbe essere anche un aspetto legato al periodo storico, in cui ancora le guerre erano viste come di liberazione prima di arrivare alle grandi guerre del 900 che poi avrebbero modificato il punto di vista della maggior parte della popolazione, ma anche sul valore del sacrificio delle vite di bambini e giovani per la patria, che onestamente non comprendo nè giustifico nè per oggi nè nel passato, alla luce di quelli che sono i miei valori.

E ora vi consiglio di andare a curiosare anche tra gli altri blog che partecipano alla rubrica per trovare altri consigli per letture interessanti!

6 commenti:

  1. Brava che leggi i classici, io fatico tantissimo

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  2. Grazie! So che sono ostici per molti, ma io non riesco a farne a meno

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  3. Ho letto Cuore alle medie, ma come per tutte le letture obbligate, non ne ho un ricordo piacevole

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    1. Purtroppo succede spesso così con le letture fatte a scuola e questo è anche uno dei motivi per cui tanti giovani si allontanano dalla lettura...

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  4. Ciao Cuore è stata la mia primissima lettura, un libro che ho amato e che custodisco nella sua edizione di quando ero bambina con le immagini, fantastico, mi piacerebbe tanto rileggerlo!!!

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    1. Ciao!!! Quando lo farai son curiosa di conoscere le tue sensazioni, a distanza di anni!

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