domenica 7 novembre 2021

NEL SEGNO DEL GIALLO Jane e la disgrazia di lady Scargrave (Le indagini di Jane Austen #1) - Stephanie Barron

 

Titolo: Jane e la disgrazia di lady Scargrave (Le indagini di Jane Austen #1)
Autore: Stephanie Barron
Edizione: TEA; 2008
Pagine 315
⭐⭐⭐⭐⭐


Protagonista di questo giallo è nientepopodimenoche Jane Austen!
Siamo a cavallo tra il 1802 e il 1803, quando la scrittrice viene invitata dall’amica Isobel a Scargrave manor, dove si terrà la festa per le sue nozze con il conte Scargrave, di diversi anni più anziano.
Subito dopo la festa però il marito muore, in preda a dolori lancinanti allo stomaco. Delle lettere misteriose, che vengono fatte risalire alla cameriera Marguerite, improvvisamente scomparsa, iniziano ad arrivare alla contessa, con pesanti accuse quali quella di omicidio, ipotizzando che abbia avvelenato il marito, e di tradimento con il nipote del defunto.
Diversi elementi faranno credere ai sospetti avanzati e sarà perciò Jane, convinta dell’innocenza dell’amica e del nuovo conte Scargrave, Fitzroy, a indagare per svelare il vero colpevole, laddove sembra che ogni componente della famiglia avesse un movente.
Ho semplicemente adorato questo libro.
Non so se ciò che l’autrice spiega nell’intro sia reale, cioè che i romanzi di questa serie si basano su delle lettere manoscritte ritrovate in una soffitta di una parente, ad opera proprio di Jane Austen, o se sia solo una trovata geniale ma davvero non fatico a vedere la mia autrice classica preferita in queste vesti di detective.
Il caso è molto molto ben costruito, al punto da portarmi a paragonarlo più volte ad uno dei migliori casi della Christie.
Gli aspetti storici sono curati e anche spiegati benissimo con note brevi, che non appesantiscono la narrazione, ma anzi la arricchiscono con curiosità relative a quegli anni che io conosco poco.
I protagonisti sono tutti tratteggiati molto molto bene: dalla cugina Fanny, sciocca e frivola, che però non riesce a non strapparmi un po’ di pietà a un certo punto, subito cancellata dall’epilogo🙄; alla madre madame Delhaoussaye, fredda e calcolatrice, in cerca del partito giusto per il matrimonio della figlia; dai fratelli George e Tom Hurst, aspirante reverendo il primo, in cerca di un beneficio ecclesiastico, e tenente delle Royal guards, il secondo; al conte Fitzroy Payne, sospettato di omicidio e complicità della contessa, superbo ma dal contegno perfetto.
Perfino sir William, l’avvocato e storico amico della famiglia Austen, risulta da un lato affettuoso e bonario con Jane, dall’altro profondamente ligio al dovere di far rispettare la legge, e temibile avversario in tribunale.
Ho apprezzato davvero tanto la parte più legale, compresa la discussione del caso alla Corte dei Pari, dove la Barron fornisce anche elementi sulla procedura dei processi allora, molto diversa da oggi, e in cui la presunzione di innocenza non era contemplata.
Da un certo punto in poi cominciano a susseguirsi una serie di rivelazioni che hanno l’effetto di spostare il focus ora sull’uno ora sull’altro dei personaggi, facendo credere che sia sicuramente quello il colpevole, senza ombra di dubbio, fino alla scoperta successiva che rimescola le carte in tavola.
Il finale è mozzafiato e spero e credo che un certo personaggio maschile lo ritroveremo anche in seguito, negli altri capitoli.

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