mercoledì 13 ottobre 2021

NEL SEGNO DEL GIALLO Sarò la tua ombra - Jeffery Deaver (Kathryn Dance #3)

 

Titolo: Sarò la tua ombra (Kathryn Dance #3)
Autore: Jeffery Deaver
Edizione: Rizzoli; 2012
Pagine 553
⭐⭐⭐⭐⭐


Altro thriller super di Deaver!
Questa volta Dance è finalmente in vacanza o almeno ci prova, dedicandosi al suo hobby preferito: la musica. Solo che anche lì i casi la inseguono e si trova alle prese con lo stalker della sua cara amica Kaileigh Towne, cantante di un gruppo country e con l’omicidio di un roadie della band.

In questo libro troviamo come sempre temi delicati che Deaver ama inserire. Nello specifico qui ci confrontiamo con lo stalking e la normativa fortemente inadeguata al riguardo che permette a chi perpetri tale crimine di arrivare all’omicidio, quantomeno tentato, o ad aggressioni reali, se si trovi ad essere abbastanza furbo da non esporsi verbalmente con minacce, ma resti nell’ombra, minaccioso come nel titolo, ma con tutta la possibilità di limitare la vita della propria vittima e di attuare serie torture psicologiche. Inutile dire che nella maggior parte dei casi si tratti di donne.
Come però viene abilmente evidenziato qui, anche se risulta davvero difficile immedesimarsi nel carnefice, è anch’egli una vittima, con una storia di violenze almeno psicologiche alle spalle, e un evento fortemente stressante che fa emergere la psicopatologia. Inoltre non tutti gli stalker sono uguali: ne esistono diversi tipi che vengono attivati da stimoli diversi e agiscono le molestie in maniere diverse, seppur con degli elementi in comune.

Troviamo però anche il tema della pirateria, tasto dolente dei giorni nostri, che evidenzia sicuramente un atto illegale commesso da certi soggetti che diffondono in maniera gratuita prodotti artistici altrimenti a pagamento e con un copyright specifico che viene violato, ma anche la necessità dei produttori di adeguarsi ai tempi e alle tecnologie sfruttate, stando al passo coi tempi.

In maniera un po’ più marginale infine, troviamo anche il tema dell’immigrazione, oggi scottante anche qui in Italia, ma trattato nello specifico in riferimento ai latini che arrivano negli Stati Uniti tramite il Messico, dove ora esiste quello spaventoso muro fatto innalzare da Trump.

Devo dire che questa protagonista mi piace sempre di più, con le sue insicurezze e la vita privata che le mette in luce nei dubbi che la tormentano come in questo caso con Jon Boling. Avrei voluto fermarla al momento dell’incontro con Michael ma vabbè è una donna, che ci vogliamo fare! Io non ho mai smesso però di fare il tifo per Jon.
Mostra anche però tutta la sua caparbietà e tenacia nell’imporsi alla squadra di Madigan, che ho amato, e gli agenti con cui si trova poi a collaborare, e il modo in cui riescono a farlo, mi hanno conquistata. Mi piacerebbe poter ritrovare questi protagonisti anche se so che sarà difficile. Però mi ha fatta sorridere il fatto che non ci abbia pensato solo io ma che lo stesso Rhyme volesse portarsi via Sheane!😁

E poi, vogliamo parlare della comparsa di Rhyme e Sachs? Ho sempre adorato questo genere di trovate nelle serie tv e qui mi ha fatta andare letteralmente in brodo di giuggiole trovare insieme i miei due protagonisti preferiti, anche se solo per poco.

Devo ammettere che la possibilità prospettata di una consulenza con Washington mi aveva entusiasmata. Peccato poi sfumi tutto logicamente, anche se chissà mai dire mai, c’è sempre Davis.
Mi piace anche la trovata di dividere i capitoli tra i giorni della settimana, perché rende bene come tutto avvenga in meno di una settimana, nonostante il tempo sembri dilatarsi con tutto quel che succede.

Come nel precedente, e forse anche di più, questo caso è un susseguirsi continuo di colpi di scena, e non si fa in tempo a provare sollievo e stupore per una spiegazione che arriva qualcosa a scombussolare di nuovo tutto daccapo.
In effetti mi chiedevo come mai dopo la prima soluzione mancasse ancora metà libro ma, conoscendo lo scrittore, avevo idea di cosa aspettarmi.
Devo ammettere però che la trovata dell’assassino per mascherare i propri intenti, mi aveva del tutto convinto. Il colpevole “apparente” era infatti quello di cui io sospettavo dall’inizio quindi non c’è che dire, davvero ben riuscito. Quando ho detto “Ecco vedi che avevo ragione, ho indovinato” poi invece scopri che non era vero niente e che l’intento era proprio di farti credere quello!😅Geniale!

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