mercoledì 13 ottobre 2021

NEL SEGNO DEL GIALLO La strada delle croci - Jeffery Deaver (Kathryn Dance #2)

 

Titolo: La strada delle croci (Kathryn Dance #2)
Autore: Jeffery Deaver
Edizione: BUR; 7 luglio 2010
Pagine 498
⭐⭐⭐⭐⭐


Deaver non mi delude mai!

Purtroppo per mancanza di tempo mi sono ritrovata a iniziare questa nuova serie con protagonista Kathryn Dance, dal secondo libro.
E inevitabilmente mi sarò spoilerata qualcosa sul caso del primo libro ma vabbè ormai è fatta.

Siamo in California lungo la Higway 1, dove misteriosamente cominciano a comparire delle croci come quelle che vengono poste sul luogo di un incidente. Queste però sono diverse, perché hanno la data del giorno successivo e non hanno foto o nomi ma solo un mazzo di fiori.
Il giorno indicato dalla prima viene ritrovata una ragazza chiusa nel portabagagli di un’auto lasciata andare alla deriva nell’Oceano.
Gli indizi sembrano portare a Travis, un ragazzino un po’ nerd che viene preso in giro da tutti, attaccato animosamente su un famoso blog a causa della sua presenza nell’auto che è incorsa in un incidente in cui hanno trovato la morte tre delle due ragazzine che viaggiavano con lui.
Dopo averlo interrogato però Dance, esperta di prossemica, e il collega O’ Neil, non riescono più a rintracciarlo.
Intanto continuano a verificarsi omicidi di persone legate al blog e al post relativo all’incidente e il ragazzo è diventato introvabile se non nel mondo virtuale dove passa la maggior parte delle proprie giornate, impegnato in giochi di ruolo che stanno a poco a poco sostituendo la sua realtà.
Nel frattempo la madre della detective viene fermata con l’accusa di eutanasia nei confronti del collega ricoverato in fin di vita nel corso del caso precedente, per gravi ustioni.

Questo thriller tocca due temi quanto mai attuali, della libertà di parola vigente su social e blog, dove chiunque pensa di esser libero di poter dire quel che gli pare solo perché si nasconde dietro a una tastiera e uno schermo, e il ricorso sempre maggiore e non solo dei giovani alla realtà virtuale, isolandosi e fuggendo dalla vita sociale reale.
Importante quesito che viene sollevato è quello di quanto la violenza nei videogiochi influisca nel rendere violenti i ragazzi. Viene affrontato nel modo più corretto possibile, riportando quelli che sono i risultati degli studi reali, che non dimostrano tale correlazione, soddisfacendomi come sempre nei libri di Deaver. Se lo sviluppo dell’individuo è nella norma, non diventa pericoloso ma al massimo si assuefà alla violenza.
Viene sottolineata l’importanza delle informazioni diffuse, soprattutto della verifica della loro veridicità, perché non è per niente automatico che la pubblicazione su social o blog le renda autentiche, anzi, la pubblicazione fa sentire autorizzato chiunque a dire la propria opinione come se fosse una verità assoluta, anche quando parla solo per sentito dire.
Troppo spesso però quelle opinioni creano dei circoli viziosi scatenando dei veri e propri casi mediatici che possono distruggere le persone prese di mira, fino a condurle al suicidio, come è accaduto in diversi casi.
Inoltre viene evidenziato anche come il confine tra universi sintetici e reali, per la maggior parte dei ragazzi, stia diventando piuttosto labile e non evidente. Vengono trascorse sempre più ore al giorno in quei mondi, decine di milioni anche l’intera giornata, e gli avatar vengono creati secondo modalità genitoriali e permettono addirittura in tanti casi di guadagnare qualcosa.
Questi mondi vengono oggi studiati da economisti, da psicologi e addirittura anche come modelli virtuali per la diffusione delle epidemie come modello per la reazione degli organismi viventi.
Viene ricostruito anche come, i creatori di blog e di correnti di opinioni online siano diventati man mano sempre più politicamente orientati e tesi ad influenzare, e sempre meno tecnici o semplici scrittori.

Questa nuova protagonista mi piace un sacco, è decisa e forte, ma anche delicata e si astiene dal giudizio provando a immedesimarsi in chi interroga e a mettersi nei suoi panni, per capire dai suoi movimenti ed atteggiamenti, se stia dicendo la verità, se nasconda qualcosa, ma è anche impulsiva, spinta dalle sue emozioni, e qualche volta arriva a reazioni spropositate per difendere qualcuno che ama o qualcosa in cui crede.
Ama le scarpe, di cui ha tantissime paia, perlopiù acquistate in saldo, e la sua passione è la musica, a cui dedica il tempo libero con l’amica Martine, con cui ha fondato un sito su cui caricano pezzi di musica underground registrati in giro per l’America, che chiunque può scaricare a prezzi modici.
O’Neil non mi ha convinta davvero, fin dall’inizio, e infatti facevo il tifo per Boiling. Mi è piaciuto tanto come sia stato capace di interagire con Wes e Maggie, i figli di Dance.
Anche Reinhold, il giovane agente molto promettente e volenteroso mi è piaciuto da subito, e spero che a conclusione voglia far intendere che lo rivedremo nei casi successivi.
Il rapporto della protagonista con la madre e il padre mi ha intenerita, anche se a tratti mi rendeva nervosa il fatto che non potesse fare più di tanto per aiutare la madre. Questa poi si dimostra molto sensibile e intelligente, laddove altre donne avrebbero potuto reagire in maniera molto più irrazionale.

Il caso è magistrale. Anche se avevo dei sospetti su chi non fosse il colpevole, nonostante gli indizi apparentemente fossero chiari, non avrei mai immaginato chi potesse essere il colpevole, anzi i colpevoli, visto il colpo di scena tessuto magistralmente.
Certo il movente di uno sarebbe stato davvero di difficile intuizione, ma proprio perché in realtà niente avrebbe potuto far supporre che ci fosse tale coinvolgimento, dato che tutto durante il libro spinge a far credere che il colpevole non lo sia ma sia una persona credibile e degna di fiducia.
Perfino lo stesso assassino ne è convinto.
E qui emerge un altro doloroso e spaventoso tema: la dipendenza da internet e da quella che finisce per essere sentita come una vera e propria missione di diffondere il proprio Verbo nelle menti e nei cuori di persone di tutto il mondo, pensando che per la gente sia indispensabile.

Curioso il fatto che nella traduzione venga usata spesso l’espressione Essì, e che sia stato tradotto più volte “affatto” seguito da un aggettivo, per indicare esattamente il contrario.

Complessivamente, pur non riuscendo ad eguagliare per ora almeno, il livello di Rhyme e Sachs, questa nuova coppia conquista senza dubbio e con tutti gli onori del caso, il secondo posto.

“Sai, Katie, un genitore non sa mai se fa la cosa giusta oppure no. Sarà capitato anche a te.”
“Og mi capita dieci volte al giorno.”
“Speri sempre di poter dare ai figli quello di cui hanno bisogno, l’atteggiamento giusto, il coraggio. Perché, in fondo, non dobbiamo combattere per loro, ma prepararli a combattere le loro battaglie. Dobbiamo insegnar loro a pensare e giudicare con la propria testa.”
“Ma quando ti ho vista mettere in discussione quello che stavo dicendo e valutare in autonomia come potevano essere andate le cose, ho capito che avevo fatto bene il mio mestiere di madre, abituandoti a ragionare con la tua testa. I pregiudizi accecano, l’odio acceca. Ma anche devozione e amore lo fanno. Tu però non sei cieca: tu cerchi la verità.”

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