mercoledì 13 ottobre 2021

Come piangere sott'acqua - Simone

 

Titolo: Come piangere sott'acqua
Autore: Simone 
Edizione: independently published
Pagine 350
⭐⭐⭐⭐

Quella racchiusa in questo libro è una storia "strana" di cui onestamente non voglio neanche provare a riassumere la trama.

Anzi, forse sarebbe meglio dire che questo libro non ha una vera e propria trama.

Quella racchiusa tra le pagine è una ricostruzione frammentata di vite. Vite apparentemente separate ma che, in realtà, si intrecciano in un solo filo invisibile fatto di coincidenze e destino.

Tutto ruota intorno al personaggio di Andrè, un personaggio carismatico su cui è facilissimo fossilizzare la propria attenzione.

È il protagonista?

Si e no. La verità è che, oltre a non avere una vera e propria trama, questo libro non ha neanche un vero protagonista perché l'autore è riuscito ad attribuire a ognuno dei personaggi uno spazio tale che li rende tutti un po' protagonisti di questa vicenda.

I personaggi sono tutti ben caratterizzati ma personalmente per me è stato più semplice empatizzare con i personaggi maschili della vicenda piuttosto che con le donne che ho trovato un po' più "apatiche" e costruite.

Il vero problema di Lou e Jeanne è che hanno sofferto troppo e il muro che si sono costruite in loro difesa è facilmente percepibile anche dal lettore che si ritrova così un po' estromesso dalle loro vite.

Ho apprezzato particolarmente il come la storia ci viene presentata.

I capitoli brevissimi fanno si che si possa leggere praticamente in ogni ritaglio di tempo senza doversi preoccupare di lasciare un discorso a metà.

Lo stile di scrittura è fluido, leggero, a tratti oserei definirlo quasi poetico.

Il narratore delle vicende è esterno. Fino ad oggi ho sempre creduto fermamente che fosse più semplice trasmettere emozioni facendo parlare direttamente i personaggi, a quanto sembra mi sbagliavo.

È come avere uno spiraglio aperto sulla vita di qualcuno... Tu puoi vedere tutto ciò che accade, lui non può vederti.

In questo caso sembra di essere affacciati ad una finestra e guardare il narratore mettere per esteso la vita che osserva da questo spiraglio. L'unico nostro pensiero è lasciarsi travolgere dalle emozioni che arrivano intense a una velocità incredibile.

Tre storie racchiuse in un unico libro. Tre libri che possono essere tranquillamente letti a distanza di mesi, o anni l'uno dall'altro nonostante siano strettamente collegati.

Tre storie che parlano di amore, dolore, incontri e perdite.


"Ci siamo inseguiti, caparbi e ostinati. Ci siamo trovati e abbiamo avuto la forza di stare assieme, abbiamo girato il mondo inseguendo un'idea. La nostra idea di mondo. Eravamo dei sognatori, insieme. Da soli non eravamo nulla, eravamo due persone comuni. Ma insieme, mi creda, eravamo speciali. Ci completavamo, eravamo in grado di sognare. Ma per farlo, dovevamo avere gli occhi chiusi. Avremmo potuto conquistare il mondo, ed abbiamo provato a farlo."


È stato un viaggio lungo quello tra le pagine di "Come piangere sott'acqua".

Un viaggio lungo attraverso le parole ma anche all'interno di me.

Ho ritrovato me stessa in queste pagine.

Ho ritrovato concetti in cui mi rivedo tanto, pensieri che condivido.

In particolare in questo periodo che vi riporto di seguito:


"Ci sono giorni.

Ci sono giorni in cui il soffitto sembra schiacciarti e non hai abbastanza aria per respirare. E allora la cerchi fuori, l'aria. Fra le strade sporche di una serata troppo umida, in riva al mare d'inverno, dentro la tua macchina. Ovunque, ma non lì, non in quella stanza, non in quella casa.

Ci sono giorni che non riesci a dormire, perché i pensieri si schiacciano su quel soffitto troppo basso o perché sei troppo stanco per farlo o perché ti senti di aver viaggiato avanti e indietro nel tempo.

Ci sono giorni in cui non riconosci nulla di ciò che hai. Di ciò che ti circonda.

Ci sono giorni in cui sei perseguitato dal pensiero di quel che non hai più.

Ci sono giorni in cui vorresti dimenticare, altri in cui vorresti non averlo fatto. Dimenticare persone, piccoli gesti quotidiani, vaghe espressioni sul viso, un sorriso, uno sguardo accigliato, uno severo.

Ci sono giorni in cui fai fatica a riconoscerti, perché quello lì, no. Non puoi essere tu.

Ci sono giorni in cui riesci ad assorbire tutto ciò che hai attorno, gli odori, ciò che vedi, quel che senti. E pensi che si, potresti scriverne, descrivendo ogni singolo dettaglio, assegnando un colore ad ognuno. E potresti farlo su un piccolo taccuino che poi darai alle fiamme, cosicché scrivere di nuovo ti darà lo stesso piacere effimero ed inconsistente.

Ci sono giorni in cui il letto ti brucia sulla pelle e non vedi l'ora di tirarti su perché, tanto, di dormire non c'è verso. Ed allora ti alzi e cerchi il tuo refolo di vento. Quello fresco, freddo che ti fa sgranare gli occhi.

Ci sono giorni in cui ti senti. Ti senti uno dei tanti, granello di polvere nel deserto, goccia d'acqua nell'oceano.

Ci sono giorni." 


Non è stato facile assorbire le parole. Ci sono parti in cui mi sono arrabbiata da morire, altre in cui ho provato un dolore così intenso da spaventarmi.

Sicuramente "Il vecchio" è il personaggio con cui ho empatizzato di più.

Mi ha riportato per certi versi alla mente mio nonno e ha una storia allucinante.


"Non c'era modo di modificare dall'esterno la routine del Vecchio. Ma non perché fosse semplicemente testardo. Lui era realmente convinto di essere in attesa. Era convinto di aspettare qualcuno, qualcuno che conosceva bene i suoi ritmi e le sue abitudini. E non voleva correre il rischio di perdersi l'incontro, spostandosi fuori orario. Chi stesse aspettando, però, non lo disse mai a nessuno. Sembrava una storia di un amore perduto, qualcosa di molto semplice, di estremamente scontato. Semplice e scontato come lui."

Non ho ben compreso la scelta dell'autore di inserire tanti temi importanti all'interno di questo romanzo corale. Mentre si legge ci si imbatte in malattie terminali, depressione, alcolismo, lutto e la sua conseguente elaborazione (per citarne alcune sole).

Forse sono troppe cose per un solo libro. Troppi argomenti e troppo vasti da trattare in qualche centinaio di pagine. Infatti sono messi lì, appena accennati in alcuni casi, in altri forse un po' sminuiti.

Tuttavia, questo è un libro che va preso per quello che è, una frammentazione riportata in maniera stupefacente. È un libro che va letto, e che ha delle altre storie al seguito anche se non si può parlare di una vera e propria saga per quello che ho avuto modo di capire.

Personalmente sarò felice di leggere anche gli altri e perché no, magari di stupirmi ancora una volta.

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