martedì 31 agosto 2021

NEL SEGNO DEL GIALLO Non ti svegliare - Stefano Visonà

 

Ed ecco che ho letto anche il primo, dopo aver letto il successivo dell’autore con protagonisti l’avvocato Rubens Gallo e Celestino Maculan.
Me lo ero ripromesso dopo quello, e non avrei potuto prendere una decisione migliore.

Titolo: Non ti svegliare
Autore: Stefano Visonà
Edizione: independently published; 2 aprile 2019
Pagine 327
⭐⭐⭐⭐⭐



Qui torniamo nel passato della loro storia, alle origini delle vicende dei tre amici che avevamo però conosciuto bene anche nel libro successivo, con le digressioni nel passato che tanto mi erano piaciute.
Anche qui viaggiamo su due piani temporali differenti e scopriamo finalmente perché quegli amici inseparabili, compagni per una vita, siano invece poi finiti per perdersi.
L’occasione per far ciò è data dall’incontro fortuito con uno di loro, Luciano, che si ritrova accusato dell’omicidio della moglie Christine, figlia di un noto imprenditore edile, solo perché lo stesso giorno gli è occorso un incidente in auto, che lo ha lasciato in come e irreperibile per dieci giorni, quindi apparentemente in fuga, e il trauma cranico gli ha provocato un amnesia che non gli permette di ricordare nulla dei giorni precedenti.
Per questo chiede aiuto al nostro Rubens, per scavare negli avvenimenti di quelle giornate e scoprire se gli toccherà difendere un innocente o un assassino.
Questo incontro fa venire alla luce anche i misteri irrisolti di un passato sospeso, lontano nel tempo ma che sembra aver lasciato i suoi segni fin nel presente.
Durante le indagini per il caso intanto emergono dei particolari ancora più inquietanti dell’omicidio in sè, che fanno ipotizzare una malvagità molto più estesa di quel che si pensasse.

Ho anche apprezzato come, mentre si indaga sui due livelli, anche tramite la trascrizione di una confessione che, fino a un certo punto mi aveva portata completamente fuori strada, seguiamo le riflessioni e il percorso esistenziale del protagonista, che dà una svolta alla propria vita sia a livello personale che professionale, anche se per questo ultimo aspetto finisce per subire le decisioni altrui, nonostante sia da tempo ciò che desidera.

Grande protagonista è la bassa veneta, che non è solo ambientazione, ma risalta come un personaggio a tutto tondo nei libri di questo autore, ed è uno degli aspetti che più amo.
Come nei libri di Baldini, altro autore a me caro, questa pianura spoglia, un po’ triste, cupa e con toni noir, ma dove, diversamente dalle città della provincia, trafficate, fredde, distanti e impersonali, si riesce ancora a vivere una dimensione più umana, rilassata e personale, segna indelebilmente la vita e le scelte di Rubens ma anche degli amici, che prima desiderano solo andare via, ma dopo sono straziati dalla nostalgia, al punto da volerci tornare in certi casi.
Magistrale è la capacità di questo autore di dettare un ritmo perfetto fatto di alternanza di progressi e scoperte e di riflessioni e introspezione.
Le descrizioni prendono vita e il linguaggio usato è perfetto, rendendo coinvolgente qualsiasi momento, dando vita ad ogni scena, dipingendo con tocchi sapienti ogni aspetto, azione, movimento o pensiero, come se fossimo noi stessi ad agirli.

Le indagini svolte da un punto di vista legale si affiancano a quelle reali, svolte dal simpaticissimo collaboratore Celeste, che è la figura più carismatica del libro per me, con la sua fiducia e l’onestà incrollabili.
Il colpevole ad un certo punto lo avevo intuito, non era così impensabile, anche se sono stata in dubbio fino ad un certo punto se non fosse invece quello più ovvio.
Il movente però no, quello non me lo sarei aspettata se non fino quasi alle ultime pagine, e il retroscena più mentale (evito la precisione per non fare spoiler) è la ciliegina sulla torta, quello che aggiunge valore in più a tutta la storia, anche se la tragicità del finale mi ha lasciato un po’ di amaro.

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