Titolo: L'uomo della sabbia. Joona Linna #3
Autore: Lars Kepler
Edizione: Longanesi; 17 ottobre 2013
Pagine 524
⭐⭐⭐⭐
Thriller da 10 e lode per i due “coniugi Kepler”.
Ritroviamo Joona Linna alle prese con la propria nemesi. Sì perché finalmente incontriamo il famigerato serial killer Jurek Walter che ha tanto terrorizzato tutti negli anni, finendo per tenere il poliziotto lontano dalla sua famiglia.
Mikael, uno dei ragazzi da lui rapiti, ricompare in una notte buia invernale, come per magia, affermando di essere riuscito a scappare dall’ “uomo della sabbia”.
Ma sarà vero?
Se così fosse, dato che Jurek è in un ospedale psichiatrico di massima sicurezza, vorrebbe dire che, come il poliziotto ipotizzava tanti anni prima, c’è sempre stato un complice.
E allora di chi si tratta? E come fare per trovarlo e salvare la sorella di Mikael, Felicia, prigioniera con lui?
La trama è perfetta, le trovate sono magistrali e nonostante siano più di 500 pagine scivola via molto velocemente, anche grazie ai capitoli molto brevi che ne facilitano la lettura facendo venire la voglia di leggerne ancora uno.
Niente è lasciato al caso e tutto, ogni minimo particolare, viene spiegato alla fine.
Non mi è piaciuta tanto la figura di Saga che mi sembra troppo costruita, troppo tendente alla perfezione, anche nelle poche scenate, dove finisce per risultare forzata.
Mi ha stupita che non sia riuscita a convincere l’uomo perché in lei ho ritrovato diversi tratti psicopatologici.
Joona è perfetto dall’inizio alla fine, e convince come sempre, anche se dubito che in Russia i servizi segreti lo avrebbero lasciato andare con così tanta facilità e senza reagire.
In alcuni passaggi sembra tutto troppo facile, soprattutto per il cattivo, ma questo non ha guastato la trama rendendola troppo artificiosa.
In conclusione mi ha seccato che nessuno abbia immaginato di mettere i familiari sotto protezione, e soprattutto che nessuno capisse che l’esplosione potesse essere finta, perché guarda caso accade nel posto giusto al momento giusto, così per magia.
Ci si sarebbe risparmiati un bel po’ di morti inutili, ma l’importante è che sia davvero finita stavolta.
O forse no?
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