mercoledì 16 giugno 2021

Come i fiori di notte - Lisa See

 

Questo libro per me è stato una vera tortura!

La scrittura è fluida e quindi perlomeno non è stato ostico da quel punto di vista, ma sulle vicende narrate proprio non ci siamo.


Titolo: Come i fiori di notte
Autore: Lisa See
Edizione: Longanesi; 2 luglio 2015
Pagine 432
⭐⭐




Protagoniste di questo libro sono tre donne, poco più che adolescenti quando inizia: Grace, Ruby e Helen.

Hanno caratteri e storie molto diverse, ma sono accomunate dalle origini orientali e dal fatto di vivere negli Stati Uniti. Ruby e Grace hanno anche in comune la passione per il ballo, che sarà ciò che le porterà ad incontrarsi, mentre l’incontro tra Grace e Helen invece avverrà per caso, ma segnerà ugualmente le loro vite.

Le seguiremo negli anni, seguendo la crescita loro e del loro rapporto.

Tutte e tre hanno segreti pesanti che contribuiranno alla scelta della strada che prenderanno.

Devo dire di esser rimasta spiazzata da questo libro perché le basi storiche perchè ne venisse fuori qualcosa di bello ci sono tutte, anche perché l’autrice fa un lavoro minuzioso di ricostruzione di testimonianze, prove e racconti che non molti fanno.

E poi si trattano tematiche originali ed un periodo storico di cui non si sente molto parlare.

Purtroppo però non succede. giovani

Le tre ragazze sono descritte tutte e tre in maniera poco positiva: come un’oca frivola e senza cervello che pensa solo al successo e agli uomini e senza principi di alcun tipo Ruby; come una ragazzina ingenua e un po’ tonta che non si ribella a nessun comportamento scorretto e non dice mai la sua, Grace; come una persona chiusa, limitata, rancorosa e vendicativa, viziata dall’appartenenza ad una famiglia ricchissima ma ferita dal loro spietato tradizionalismo, Helen.

E questo durante tutto il libro non migliora, anzi semmai peggiora.

E se da un lato per Grace si può avere un po’ di compassione, per le altre proprio non ci sono riuscita, ma mi hanno causato un forte fastidio che è andato man mano crescendo fino alla fine.


La cosa che più di tutte risulta incomprensibile è il loro rapporto, e questo diventa molto chiaro nella conclusione.

Si avvicinano per la zia condivisione di una sorte comune di solitudine e emarginazione, perché Grace e Ruby sono lontane dalla famiglia per inseguire il sogno e la libertà, mentre Helen, pur vivendo con i suoi e con i 7 fratelli, è isolata e incompresa, ma soprattutto perché, pur essendo nate in America, vengono discriminate per le loro origini.

È comprensibile che inizialmente si alleino per superare il casting inizialmente, ma molto meno perché in seguito restino insieme e si cerchino, dopo tutto quel che succede, e dopo quello che alcune di loro fanno alle altre.

Ruby è la peggiore di tutte e quella il cui comportamento per me non ha scusanti. Non è solo superficiale e dall’ambizione sfrenata e guidata dalla costante invidia per i successi altrui, compresi quelli delle sue amiche, ma è l’unica che si trova ad affrontare nel presente gli eventi più forti e a non esserne minimamente scalfita, tranne una giornata di pianto dopo la notizia che riguarda suo fratello.


L’aspetto che invece ho apprezzato e che salva il libro da una stella è, come dicevo, quello storico, anche se dal punto di vista dell’influenza che questo ha sulle ragazze, viene tanto banalizzato.

Lo sfondo è quello della seconda guerra mondiale, che inizialmente, lontana dalla vita delle protagoniste, sembra intaccarne poco l’esistenza, a parte per quanto riguarda Helen, perché l’occupazione della Cina da parte delle truppe giapponesi, e la strage compiuta da queste quando lei e la sua famiglia erano lì per restarci, li ha costretti a tornare in America.

Quello che succede dopo l’attacco a Pearl Harbor però apre un mondo su una parte di storia di cui non ho mai sentito parlare prima. Iniziano le rappresaglie degli americani su chiunque, anche solo apparentemente, provenga dal Giappone, quindi nei confronti di tutte le popolazioni provenienti da oriente. Migliaia di persone vengono arrestate e rinchiuse in campi di contenimento nonostante nulla abbiano commesso, e perfino per quel che riguarda uomini e ragazzi che hanno combattuto nelle fila dell’esercito USA.

Anche in America poi si è avuto il fenomeno delle ragazze che si davano alla prostituzione con i soldati presenti nelle città, a causa dell’estrema povertà in cui versavano alcune fasce della popolazione. Queste venivano definite “ragazze della vittoria” e la polizia anche in quel caso ha compiuto dei soprusi terribili, arrestando e sottoponendo a controlli medici invasivi e lesivi della dignità personale, nonché spesso dolorosi a causa della scarsa attenzione prestata dai dottori che se ne occupavano, tutte le donne sole che incontravano per strada in base a semplici sospetti personali degli agenti.

Infine viene trattato molto bene anche l’aspetto degli effetti della guerra sulle persone che restavano a casa, con le perdite considerevoli di giovani, di cui arrivavano anche con difficoltà notizie, e quelli su chi riusciva a tornare a casa, ma segnato indelebilmente nel corpo e nell’anima, come succede per Eddie e Joe.

Sarebbe stato molto carino anche l’aspetto della ricostruzione del mondo artistico dell’epoca e del circuito del chop suey, con le difficoltà che quei poveri artisti citati, tra l’altro perlopiù realmente esistiti, hanno dovuto affrontare, se non fosse stato banalizzato dall’interpretazione personale delle tre donne, che finiscono per farlo scadere solo in qualcosa di provocante, soprattutto per quel che riguarda Ruby.

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