D: Come è nata la tua passione per la
scrittura?
R: È nata in contemporanea alla
lettura. Sin dal principio, ogni volta che terminavo un libro (incluse le
favole per bambini…), immaginavo di riscriverlo, modificando ciò che non mi era
piaciuto oppure ampliando le parti che avevo adorato. Rivivevo tutto nella mia
testa, ma mi sono limitata a fantasticare per anni, perché – e qui qualcuno mi
odierà, ma dico ciò che penso – essere forti lettori non significa poter
diventare di sicuro grandi scrittori. La lettura aiuta moltissimo, ma al di là
del talento o della propensione naturale per la scrittura, ci vogliono
pazienza, studio, tempo, energie. Per esempio, Beethoven sarà anche stato un
genio, ma trascorreva ore a esercitarsi sul pianoforte. Bisogna applicarsi come
in qualsiasi altro lavoro, senza offendersi a morte, ogni volta che qualcuno
critica il nostro operato, perché il lettore ha sempre, SEMPRE, l’ultima
parola.
D: Prima di essere una scrittrice,
sicuramente sarai anche una lettrice. Quali generi preferisci, perché? E
soprattutto... Cosa cerchi in un libro?
R: Come lettrice, sono abbastanza
eclettica. Adoro molti generi, ma i miei preferiti sono il thriller e il
Regency/Victorian. Mi rilassano molto e mi divertono. In generale, cerco sempre
storie non banali, che siano ben scritte e che lascino un’emozione duratura
anche quando la lettura è terminata.
D: Parlando dei tuoi... Come nascono le
tue storie? Da cosa ti lasci ispirare quando scrivi un nuovo romanzo?
R: Una storia può nascere nei modi più
disparati. La Legio X, per esempio, mi è stata ispirata da un sogno. A casa con
te, invece, da una foto (che poi è diventata la cover). Altre volte, i
personaggi si presentano da soli nella mia fantasia, chiedendomi a gran voce di
poter parlare. So che sembra strano, ma è così. Io scrivo, loro “dettano”.
D: Cosa provi ad una nuova
pubblicazione?
R: Emozione. Ansia, anche se solo a
ridosso della pubblicazione. È inevitabile provare un pizzico di dolore nel
separarsi da una storia dopo averle dedicato tempo e cure, ma quando è nelle
mani dei lettori mi rilasso. Il mio compito è terminato e, comunque andrà, so
di aver scritto la storia che volevo.
D: C'è uno dei tuoi libri a cui sei
maggiormente legata?
R: Sicuramente, Rimozione Forzata. È
stato il primo, quello in cui ho seminato le storyline successive, senza
neppure sapere se avrei avuto modo di coltivarle e vederle fiorire. Una
scommessa che ancora oggi, a distanza di cinque anni, risulta vincente nel mio
cuore quanto in quelli dei lettori che continuano a leggerlo, a recensirlo e ad
amarlo.
D: Apprendista libraia per un giorno:
entra un cliente in libreria e sullo scaffale ci sono i tuoi libri (lui non sa
che tu sei l'autrice), cosa gli diresti per convincerlo ad acquistarne uno?
R: Niente. Non gli direi assolutamente
niente. Perché scegliere un libro è come scegliersi un amore: è una faccenda
personale, intima, che va trattata con rispetto. Del resto, se fossi
apprendista libraia, dovrei svolgere al meglio il mio lavoro, quindi ascoltare
il cliente e indirizzarlo verso ciò che predilige, non verso ciò che fa più
comodo a me.
D: Una tua personale confidenza per il
blog
R: Una chicca: il vero titolo di EZEKIEL era “Solamente Hannah” e lo è stato fino al giorno in cui ho scelto la cover. A quel punto, mi sono resa conto che cover e titolo stonavano e il nome di lui mi è sembrato perfetto come scelta. Voi che ne dite?
Nessun commento:
Posta un commento