Ho letto il suo giallo noir "Come delfini tra pescecani" uscito il 29 aprile, grazie alla casa editrice Salani, e ne sono rimasta molto colpita.
E quindi non potevo esimermi dal contattarlo per fargli i miei complimenti e carpirgli qualche confidenza!😉
Francois Morlupi nasce nel 1983. Italo-francese, lavora in ambito informatico in una scuola francese di Roma.
Prima di questo ha scritto due romanzi ed è stato vincitore del Premio per il miglior giallo/noir dell'anno, al Festival di Grottamare, con il suo "Formule mortali".
*Francois conoscerti è un vero piacere. Complimenti per questo libro. Mi è paciuto molto ed ora sono decisa a leggere anche gli altri due con protagonista Ansaldi.
Ma veniamo a noi. Da dove nasce l'idea di ambientarlo a Roma?*
Sono nato a Roma, ci vivo e ci lavoro. Pertanto era inevitabile che scegliessi di raccontare una realtà che conosco. Per essere il più realistico possibile e veritiero. Non sarei riuscito ad ambientare il mio noir in una città sconosciuta.
*E secondo me si nota il tuo parlare di una realtà che conosci. I tuoi personaggi invece come nascono? C'è qualcosa di te in loro? Ce n'è qualcuno che ami particolarmente?*
I miei personaggi nascono dal desiderio di mettere in scena dei protagonisti non supereroi, con tante sfumature. Posseggono molte qualità e altrettanti difetti; sono perfetti nella loro imperfezione. Ognuno di loro non è dunque nè bianco nè nero, ma grigio. E ognuno di loro possiede sicuramente alcune mie caratteristiche: ad Ansaldi ho dato la mia passione per l'arte, a Eugenie la mia passione per la letteratura francese, a Leoncini la mia passione per la storia, a Di Chiara l'essere romano, romanista amante del calcetto e del cinema coreano sottotitolato.
*Quindi ognuno di loro ti è caro, giusto?*
Sì assolutamente! E probabilmente Ansaldi è il personaggio a cui sono più affezionato.
*Ecco, condivido. 😄 Nel tuo libro oltre alla parte relativa alle indagini, emergono diversi temi impegnati che non si ritrovano facilmente nei gialli e nei thriller...*
Per me nei noir, l'indagine è anche una scusa per poter raccontare altro, come la quotidianità dei miei protagonisti che affrontano, nel loro piccolo, mille problemi esistenziali. O la città di Roma, che è la sesta protagonista del romanzo. Non è nè testimone nè vittima, ma anzi interagisce e interferisce nell'inchiesta.
*Si avverte nel libro e nelle tue parole quanto le sia legato, infatti. Cambieresti mai città? Ti senti più romano o francese?*
No, anche se in alcuni istanti di rabbia sì. Ma poi lucidamente non la cambierei per nulla al mondo. Mi sento sia romano che parigino, con alcune caratteristiche tipiche dei romani e altre tipiche dei parigini.
*Ti va di confidarci quali?*
L'ironia, l'autoironia, il sapersi improvvisare anche quando si devia dai binari programmati, che sono caratteristiche tipiche dei romani. Mentre invece magari la puntualità, l'apertura critica e cartesiana in alcuni ambiti sono tipiche dei francesi.
* Quindi il connubio perfetto! E i difetti?😀*
No non è il connubio perfetto! Di difetti ho sicuramente l'essere permaloso che appartiene a entrambe le culture e anche una certa presunzione in certi ambienti.
*Sei anche tu umano, vicino ai tuoi personaggi. Hai già in mente altre avventure per i cinque di Monteverde? Ritroveremo anche Stopparo?*
Sì ho già in mente una seconda indagine per loro e ritroveremo anche Stopparo, certo.
*Ottimo. Ho avuto l'impressione che non resterà a lungo un personaggio secondario...*
Lo penso anche io, e me lo auguro!
*Questa mi sa di anticipazione!!! Non vedo l'ora di leggere di nuovo questi meravigliosi personaggi.
Per finire vuoi lasciarci qualche confidenza per il blog?*
Sì certo. Mi auguro che il libro abbia successo e che possa riuscire, prima o poi, a realizzare il mio sogno di un commissario...durante il Terzo Reich.
* Wow ora ci hai incuriositi. Sono curiosa di poterti leggere anche in "versione storica"!
Ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato e complimenti ancora per questo bel romanzo, in attesa del nuovo!*
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