Titolo: Filumena Marturano. Il sindaco del Rione Sanità
Autore: Eduardo De Filippo
Edizione: Mondadori; 1 gennaio 1966
Pagine 203
⭐⭐⭐⭐
Nonostante ami il teatro di De Filippo, è la sua prima opera che leggo.
Conoscevo già la storia che non si sposta un millimetro dalla rappresentazione.
Come tipico delle opere di Eduardo, accanto alla parte drammatica raccontata con maestria, troviamo la comicità che smorza i toni e rende la narrazione più leggera, pur trattando di temi molto seri.
Filumena è una ex prostituta che è innamorata di Domenico Soriano, che però è un mezzo guappo e donnaiolo che la fa soffrire di continuo.
Allora lei ricorre a un sotterfugio per trarre qualcosa di buono da lui e dai suoi soldi. Quando lui lo scopre però succedono un po’ di cose, alcune non prevedibili.
Ed è da qui che parte la recitazione con soli quattro personaggi principali e alcuni secondari che compaiono per poco.
Indubbiamente Filumena e Domenico occupano la scena ma risaltano anche Rosalia (nome non proprio tipico napoletano), Alfredo e Lucia. Soprattutto gli ultimi due sono quelli che aggiungono la parte più comica alla storia con battute, doppi sensi e fraintendimenti.
Napoli è sempre la protagonista principale del teatro di Eduardo, che parla e viene descritta attraverso i suoi personaggi.
Qui troviamo la Napoli dei bassi peggiori, quelli più poveri, dove non si vede mai il sole, ma anche quella che contrappone i più ricchi ma con pochi principi morali ai più poveri ma integri moralmente e capaci di provare i sentimenti veri e di agire secondo essi.
Per puro caso ho scoperto che esiste una versione cinematografica di De Sica con Mastroianni e Sophia Loren, intitolata Matrimonio all’italiana, che ovviamente devo recuperare.
È stato un po’ particolare leggere il napoletano scritto, perché non è esattamente lo stesso di quello parlato, ed essendo una versione degli anni 40, ho trovato un paio di termini che nemmeno io conoscevo così, probabilmente cambiati nel frattempo.
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