Titolo: Il giorno giusto per iniziare
Autore: Arianna Vecchia
Edizione: Edizioni Sì; 1 gennaio 2013
Pagine 112
⭐⭐⭐
Rosangela è una ragazza come tante, studia psicologia e ha moltissime passioni anche se effettivamente non ne insegue nessuna.
Quello che la frena è il suo peso: centoquindici chili che la fanno sentire inadatta e giudicata.
Tutto ciò finché non conosce il professore, quell'uomo che, a poco a poco, la trascinerà fuori dall'oblio del suo corpo.
"Studio psicologia con passione e tenacia perché devo prima capire cosa passi nella testa di persone come il mio maestro di musica e poi nella mia che ha recepito il suo messaggio come se fosse legge."
Eccomi qui, oggi, a parlarvi di un nuovo romanzo di un'autrice emergente.
Il romanzo in questione ruota intorno al tema dei disturbi alimentari e al giudizio della gente.
Si parte da lì, un giorno qualunque e una protagonista che semplicemente va a presentarsi. Una protagonista che grazie al suo modo di fare fa subito breccia nel cuore del lettore al quale è impossibile non empatizzare con lei!
"L'ipocrisia è una maschera elegante che illude solo i deboli. A questo punto, mi ritengo forte."
Dopo questa prima parte il cambio di direzione dell'autrice è evidente.
Il libro assume un tono più distaccato e lo stile diventa più lento a causa delle numerose ricerche di Rosangela sul tema dei disturbi alimentari, ricerche che vengono riportate in maniera piuttosto dettagliata.
Eccoci alla prima arma a doppio taglio che l'autrice ha scelto di maneggiare.
Infatti, se da una parte il lettore potrebbe apprezzare il lavoro di ricerca, personalmente ho trovato queste parti noiose e nel complesso neanche troppo utili al fine della storia.
Perché in fondo, si Rosangela è bulimica ma non sono né la sua consapevolezza né le sue ricerche a far svoltare la sua vita.
"Forse non esiste il giorno giusto per iniziare, ma l'inizio del giorno giusto."
Si arriva a un punto dove la vita di Rosangela sembra subire una svolta notevole e poi...
Accidenti! Nuovo cambio di direzione dell'autrice che personalmente non ho apprezzato affatto!
Sinceramente non ho capito dove volesse andare a parare l'autrice quando ha cambiato la scena in maniera così brusca.
È un libro che mi ha lasciata piuttosto perplessa, è un libro che è partito veramente bene ma poi si è perso.
"Dicono che i folli siano quelli che cercano di afferrare il cielo con le mani.
Dicono che i folli siano vecchi bambini a cui hanno strappato i giocattoli dalle dita.
Dicono che i folli siano uomini a metà.
Dicono che i folli siano corpi vuoti.
Perché non dicono che i folli siamo noi che non sappiamo dove sia il cielo che non ricordiamo più come si giochi che siamo uomini disumani.
Dicono che i folli sono felici."
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