Titolo: Il collegio
Autore: Tana French
Edizione: Einaudi; 5 maggio 2020
Pagine 664
⭐⭐⭐⭐
Il collegio è un thriller particolare che si svolge interamente in un’unica giornata, in uno dei più rinomati ed eleganti college irlandesi.
Precisamente nel college St. Kilda.
Al mattino Holly, una giovane studentessa, cerca Stephen per mostrargli un biglietto ritrovato nella bacheca definita “Posto segreto” con una foto del ragazzo e le lettere ritagliate da un libro che dicono Io so chi lo ha ucciso.
I detective Moran e Conway quindi vi tornano per riaprire il caso dell’omicidio di Chris, un ragazzo del St Colm, il collegio maschile vicino, il cui cadavere è stato ritrovato nel parco con la testa spaccata.
L’anno prima il caso era rimasto senza soluzione ma stavolta i due sono determinati a trovarla.
La narrazione si snoda su due piani temporali diversi: uno è il presente delle indagini, col punto di vista del detective Moran che cerca di passare dai Casi freddi alla Omicidi; l’altro è quello passato, degli eventi che hanno portato all’omicidio, col punto di vista di 4 delle 8 ragazzine coinvolte, Becca, Selena e Julia, oltre a Holly naturalmente.
Più che un thriller lo definirei un giallo, in quanto in realtà tutto è incentrato sulle indagini e sui moventi possibili, ma non c’è suspense nel presente e nulla fa nemmeno lontanamente pensare a delle minacce imminenti.
Non mi è per niente dispiaciuto il caso, anche se appena dopo i primi interrogatori avevo già intuito chi fosse la colpevole. È però costruito molto bene, basandosi su un intreccio molto ingegnoso di relazioni, messaggi e simpatie e antipatie.
Ma la cosa più particolare e che diventa centrale, è il mondo degli adolescenti, con la tipica ribellione, gli atteggiamenti provocatori, il desiderio di qualcosa di grandioso, di lasciare un segno, lo sfidare le regole, e il voler credere che qualsiasi cosa sia “per sempre “. Come l’amicizia.
Chiunque legga queste pagine non potrà fare a meno di riconoscere nei modi di fare di questi giovani la propria adolescenza, con un po’ di nostalgia per quel mondo esclusivo da cui si vogliono tener fuori gli adulti che non possono capire.
E quindi l’altro tema importante del rapporto con i genitori che a quell’età oscilla tra un attaccamento viscerale e lo scontro a tutti i costi per il bisogno di identificazione, che spesso non ha nessun motivo reale all’infuori di questo.
C’è anche la ricerca di svaghi che però non soddisfano mai abbastanza, quando invece poi basta la più piccola e insignificante infrazione alle regole per appagare con poco, e c’è la tendenza dei maschi adolescenti a costruire storie sulle ragazze, che possono poi diventare degli strumenti di bullismo e arrivare a distruggere l’esistenza a una ragazza un po’ più fragile, dato il già delicato equilibrio psichico di quegli anni.
Certo, qui si tocca il delicato confine tra la normale ribellione e la sfida delle regole tipica di quell’età, e lo spingersi a commettere azioni illegali solo perché non si riesce ad accettarle l’evoluzione fisiologica che porta alla crescita personale dei ragazzi e al prendere ognuno la propria strada.
E questi limiti vengono spesso evidenziati, laddove valicati, nei comportamenti delle ragazze.
Non mi ha convinta però il fatto che venga introdotto un pizzico di sovrannaturale senza però alcun fine, ma venga lasciato lì così senza spiegazioni di sorta.
Ugualmente trovo che sia stato allungato un po’ troppo il brodo nelle indagini, quando gli interrogatori dei due gruppi vengono ripetuti daccapo più volte, andando decisamente a rilento e occupando circa l’80% del libro.
Anche se questo passa in secondo piano e non rende per nulla ostica la lettura grazie allo stile piacevole e scorrevole della scrittrice che scivola via velocemente di azione in azione, e altamente evocativo, che cattura trasportando nei luoghi e nelle scene descritte, proprio come se ci si trovasse lì di persona.
Ciò che però è secondo me l’aspetto più riuscito e che ho apprezzato sono proprio i personaggi, il modo in cui siano presentati, con tutte le loro peculiarità, i loro desideri, le loro paure, i sogni e le aspettative, le provocazioni e i modi di fare e di parlare tipici, che permettono di differenziarli molto bene l’uno dall’altro e imprimerli bene nella mente per seguirli nella loro evoluzione durante l’arco della storia.
I due detective poi sono fenomenali davvero. Nonostante alcuni atteggiamenti che avrebbero potuto renderli antipatici, la loro umanità ottenuta così è riuscita invece a farmeli apprezzare ancora di più.
Allo stesso modo ho apprezzato come, senza grandi divagazioni, la scrittrice riesca a renderci anche bene la loro storia personale e a farci capire da che passato vengano.
Il momento più riuscito è quello in cui si confrontano con Mackey, il papà di Holly nonché detective, che cerca di metterli alla prova, fortemente psicologico e di tensione, che rende ancora meglio l’idea dei due personaggi che abbiamo di fronte.
Questo padre che qui appare come infido e aggressivo, qualche capitolo dopo viene egli stesso mostrato in tutta la sua umanità con la figlia e la moglie, rendendo chiaro come in realtà stesse solo cercando di proteggere a tutti i costi la propria famiglia, come qualsiasi bravo genitore farebbe.
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