mercoledì 10 marzo 2021

NEL SEGNO DEL GIALLO Il gatto che leggeva alla rovescia ; Il gatto che mangiava i mobili - Lilian Jackson Braun

Oggi vi voglio parlare di un altro classicissimo del giallo, e più precisamente di una serie famosissima, che ha come protagonisti un giornalista e i gatti che adotterà nei vari volumi.

Avevo letto già diversi capitoli di questa serie nelle estati di molti anni fa, e mi erano piaciuti parecchio ma ovviamente, non leggendoli nell’ordine corretto, mi ero persa tutta la parte relativa alla storia della conoscenza e della nascita del rapporto tra il protagonista ed i gatti.
Perciò ho deciso di ricominciare dal primo stavolta e leggerli tutti, complice anche il tempo passato.
E dopo aver letto questo primo, non me ne pento! Infatti ho letto subito il secondo e avrei proseguito a divorarli senza sosta se non fosse stato per altre letture in programma.


Titolo: Il gatto che leggeva alla rovescia
Autore: Lilian Jackson Braun
Edizione: Mondadori; 1 gennaio 1984
Pagine 143
⭐⭐⭐⭐




Qui facciamo per la prima volta conoscenza con il giornalista Qwilleran che arriva dalla cronaca nera ed entra al Daily Fluxion, e con Kao K’o Kun, in seguito Koko, gatto siamese del critico d’arte del giornale, Mountclemens.
Mostra già la sua particolarità nel leggere i titoli dei giornali, anche se al contrario da destra a sinistra, e nel comunicare a suo modo.
Qwilleran, occupandosi di arte per la prima volta, comincerà a fare la conoscenza di questo mondo partendo dall’intervista ad un famoso nuovo artista, e passerà da una festa a un happening, da una mostra a un museo, e ben presto anche da un omicidio in una galleria a uno in casa, da un apparente incidente per caduta, al furto di opere d’arte.   Italia

La conoscenza tra i due viene fatta proprio qui per la prima volta e mi ha stupita notare come sia notevolmente diversa da come si rivelerà in seguito.
L’amicizia con Koko si accorgerà essere per lui ben presto fonte di sollievo alla sua solitudine, dopo un matrimonio finito male.
Ma quello che non sa è che sarà poi anche la sua salvezza, oltre a guidarlo nella risoluzione del caso.

Sicuramente il caso non è molto originale ma a suo modo è ingegnoso, perché, più che in una investigazione vera e propria (del resto è un giornalista), consisterà nelle interviste o nelle chiacchierate con i vari personaggi coinvolti, e in una conclusione con un colpevole mai visto prima perciò inimmaginabile, dove però nulla viene lasciato al caso, e dove la spiegazione più ovvia viene prima mostrata, poi negata proprio in quanto tale, e poi alla fine di nuovo portata alla luce.

Leggero e scorrevole, si legge molto velocemente e per me è stata davvero una lettura piacevole per la narrazione ma anche per la sapiente caratterizzazione di ogni personaggio, anche quelli secondari.
E poi la coppia giornalista-gatto, in quanto amante dei gatti, per me è davvero il top!

L’intelligenza di questo gatto è disarmante ma non stupisce chi abbia avuto in casa almeno una volta uno di questi felini.
Leggerli di nuovo è stato dolce e mi ha fatta tornare indietro nel tempo.



Titolo: Il gatto che mangiava i mobili
Autore: Lilian Jackson Braun
Edizione: Mondadori; 1 gennaio 1993
Pagine 143
⭐⭐⭐⭐



Riprendiamo le avventure di Koko e Jim da dove li avevamo lasciati.

Il giornalista deve lasciare l’appartamento dove viveva e cercarne uno nuovo, si sente solo a parte la compagnia di Koko, non è soddisfatto del ruolo assegnatogli al Fluxion nella pagina artistica, e ritrova tutte le cravatte mangiate dalle tarme.
Sembra andare tutto male quando, d’improvviso, gli viene proposto di occuparsi dell’inserto Belle dimore sull’arredamento, conosce alcuni architetti e arredatori famosi tra cui uno che gli offre per un certo periodo il suo appartamento alla moda in una zona in della città, conosce una ragazza architetto con cui instaura una relazione positiva.   rinascita
Purtroppo però a ognuna delle sue uscite sembra seguire un delitto o comunque un evento non esattamente positivo, e questo mette Qwilleran in cattiva luce e il suo direttore di cattivo umore nei suoi confronti.
Quindi l’uomo comincerà a cercare di capire chi cerchi di gettare fango sul giornale, indagando nella comunità in cui si è appena integrato, con l’aiuto delle intuizioni del siamese che però sembra mostrare qualche disturbo per cui sarà necessario chiedere l’intervento di una terapeuta per gatti.

Ho trovato questo caso molto più articolato e complesso del primo anche se un po’ più ingarbugliato.
È sempre tutto molto ben studiato, ma io mi sono sentita meno coinvolta rispetto al primo, non so bene dire perché, ma probabilmente perché leggere di arredamento senza vederlo è risultato per me meno interessante.
Inoltre avevo ipotizzato già quasi subito la soluzione del primo caso, e speravo in qualcosa di più per il secondo.
Il terzo per me è stato del tutto impensabile fino all’ultimo momento anche se poi, quando ho scoperto il colpevole mi sono detta caspita, avrei dovuto pensarci!

Come nel primo capitolo ho trovato comunque molto più affascinanti le vicende di Jim, del gatto e dei loro baffi che percepiscono le vibrazioni e danno intuizioni ai due portandoli sulla strada giusta nei casi affrontati. Ai due si aggiunge il fotografo Bunsen che ormai è diventato un componente fisso della squadra, con la sua originalità che lo rende simpaticissimo.

Riconosco come tipici dei felini, i comportamenti del micio.
In questo libro intravediamo marginalmente Yum Yum che purtroppo arriva subito in clinica veterinaria, perché maltrattata dal suo vecchio padrone che non ama i gatti. Con lei faremo poi conoscenza meglio dal terzo capitolo della serie.

Non mi convinceva dall’inizio e, nonostante gli sviluppi, continua a non convincermi la ragazza Cokey, e non per il nome come per Koko😆.

Se non avessi altri titoli a cui dare la precedenza proseguirei senza dubbio con la lettura dei casi seguenti.

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