Titolo: Le montagne della follia
Autore: H. P. Lovecraft
Edizione: Mondadori; 26 marzo 2019
Pagine 294
⭐⭐
Sono rimasta profondamente delusa da questo libro.
Lovecraft lo ammiro tanto ma qui, che dovrebbe essere il suo capolavoro, non ho ritrovato la sua solita verve ma mi sono profondamente annoiata.
La storia gira intorno a questa spedizione in Antartide alla ricerca di reperti archeologici e geologici per studiare le forme di vita arcaiche e il modo in cui le ere abbiano segnato quel territorio deserto.
L’evento che scatena tutto è la misteriosa sparizione di un gruppo di esploratori che aveva appena fatto una scoperta sensazionale di alcuni oggetti e reperti di milioni di anni prima, durante una bufera di neve.
Va bene che siamo in presenza di un testo scritto nel 1936 e che questa probabilmente allora era la fantascienza più spinta che si potesse immaginare e che forse adesso risulti sorpassata proprio a causa del tempo passato e dei tantissimi tentativi fatti dall’arte di ipotizzare l’esistenza di altre forme di vita diverse dalla nostra, anche magari preesistenti.
Ma il problema qui è proprio la storia, il fatto che il linguaggio usato sia piatto e non caratterizzi nessun momento in particolare rispetto ad altri, e che utilizzi per la maggior parte termini e argomentazioni relativi a geologia e paleontologia che a me come a molti sono totalmente sconosciuti e quindi incomprensibili, e anche il fatto che di eventi veramente sorprendenti qui non ci sia nemmeno l’ombra tranne una singola fugace visione di un essere che insegua i due esploratori alla fine, di cui si è praticamente solo sentito un verso che dice poco e potrebbe corrispondere anche ad un animale qualsiasi.
Insomma niente non vedevo l’ora che questo libro finisse purtroppo e trovo che averlo letto non mi abbia lasciato nulla nè di positivo nè di negativo purtroppo.
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