L'arminuta è poco più di una ragazzina, ha una storia triste e troppi dubbi nella testa.
Cresciuta a casa degli zii, che ha sempre considerato come sui genitori, sulla soglia dei tredici anni viene fatta tornare in paese dalla sua vera famiglia.
Si ritrova così dal vivere in una casa sola con i suoi "genitori", all'abitare una casa troppo piena. Una casa dove nessuno sembra volerla davvero tranne sua sorella Adriana.
Si ritrova a passare dal comfort della città e di una famiglia agiata, all'avere a stento qualcosa da mangiare per tutti.
Come mai le succede tutto questo?
"Ti rivolevano indietro" sarà la risposta per l'Arminuta ma la verità sarà nascosta molto più in fondo.
ATTENZIONE LA RECENSIONE CONTIENE SPOILER.
Quella dell'Arminuta è una storia delicata e triste.
I temi centrali del romanzo sono la miseria, l'abbandono e la maternità.
Temi importanti c'è da dire. suicidio
Nonostante ciò, le pagine di questo romanzo scorrono tra le mani come se fossero acqua. Ci si ritrova facilmente ad immedesimarsi nella protagonista e a soffrire o gioire con lei.
È un libro costruito tanto sui rapporti. Per lo più ci ritroviamo una ragazzina spaesata in un contesto nuovo che a primo impatto può sembrare quasi anaffettivo.
Una madre che sembra non sentire niente ma che in realtà nasconde tanto dolore,
in primis per averla "data via" quando era appena svezzata.
È una madre che non sa come approcciarsi con questa figlia cresciuta in maniera così diversa ma nonostante tutto ci prova e cerca di farle capire che ogni decisione è stata presa pensando al meglio per lei e non per sé stessa.
Nello stesso contesto c'è la sorella.
Quella sorella che per troppo tempo è rimasta sola in mezzo a tutti maschi e che di conseguenza è l'unica a farla sentire subito ben accolta.
Quella sorella che sarà l'unico vero legame saldo in tutto il libro.
Dall'altro lato c'è quell'altra madre, quella che sembrava perfetta ma che l'ha resa in un certo senso sostituibile. Quella che ha rinunciato a lei per un figlio tutto suo e ha continuato a seguirla solo da lontano.
Quella che non ha trovato il coraggio di parlarle.
Quella per cui ha provato così tanta pena e dolore.
"Ho subito deciso di non vederla più, e basta mamma, anche dentro di me l'avrei chiamata Adalgisa, con tutto il gelo che il nome nascondeva. L'ho perduta davvero, e epr un paio d'ore ho creduto di poterla dimenticare."
Con uno stile leggero, Donatella Di Pietrantonio ci catapulta in tutto questo e molto di più.
Uno spaccato sulla vita che invita a riflettere.
Un libro decisamente da leggere e di cui non vedo l'ora di leggere il seguito.
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