lunedì 15 febbraio 2021

Veleno - Pablo Trincia

 

Oggi vi voglio parlare di un libro che non è esattamente un romanzo, ma un saggio inchiesta su un caso di cronaca terrificante, verificatosi un pò di anni fa proprio qui dove vivo, nella Bassa (così viene definita la zona della pianura padana tra le province di Reggio Emilia, Piacenza, Modena, Parma, Cremona, Ferrara e Rovigo), e di cui si è sentito molto parlare l'anno scorso in occasione di un altro caso simile in un paese limitrofo. Desideravo leggere da molto questo libro, ma lo temevo anche, per il fatto che mi tocchi molto da vicino per la mia professione, ma alla fine mi sono decisa. 

Ed eccovi qui le mie impressioni:



Titolo: Veleno
Autore: Pablo Trincia
Edizione: Einaudi; 9 aprile 2019
Pagine 286
⭐⭐⭐⭐



Il caso Veleno, recentemente tornato alla ribalta con l’inchiesta Angeli e demoni, consiste nell’allontanamento forzato dalle loro famiglie, da parte dei servizi sociali della Bassa modenese e reggiana, di sedici bambini e dei processi contro i genitori, un prete, don Giorgio, e una insegnante, Rita Spinardi, per pedofilia e per rituali satanici.

Il primo bambino, Dario, fortemente disturbato e deprivato come si scoprirà poi, comincerà a parlare accusando tantissime persone che verranno trascinate in un inferno senza fine.

In realtà alla fine nonostante la maggior parte delle accuse si siano rivelate un nulla di fatto, queste famiglie sono state tenute comunque separate e sono state quindi rovinate dall’operato di questi professionisti.


Conoscevo già bene purtroppo il caso ma leggere questo libro mi ha lasciato una rabbia forte che avrei bisogno di sfogare ma non c’è nessuno contro cui rivolgerla purtroppo, e quindi immagino come abbiano potuto sentirsi disperati quei genitori e tutte le persone coinvolte, che hanno dovuto subire delle violenze senza senso e dei soprusi per me inimmaginabili e sicuramente incomprensibili, senza poter fare nulla tranne aspettare e stare a guardare mentre gli distruggevano l’esistenza.

Conoscevo già Trincia come iena, e confesso di non aver mai amato quel programma ma qui l’ho trovato molto abile a ricostruire i fatti con un’opera immane di analisi della documentazione che è riuscito a reperire tramite ricerche continue e di interviste ai personaggi coinvolti, rischiando lui stesso, ed anche molto obiettivo.


Ed è obiettivo anche quando, dopo la prima parte di semplice narrazione dei fatti così come avvenuti, cerca di trovare una giustificazione al comportamento degli psicologi, dei medici e degli assistenti sociali da un lato e delle forze dell’ordine e dei magistrati dall’altro.

Da psicologa dico che per me assolutamente non è giustificabile in alcun modo!

Va bene che la ricerca sulla testimonianza ha fatto proprio in quegli anni scoperte decisive ma credo che sia sotto gli occhi di chiunque abbia un minimo di capacità critica che domande suggestive possano portare l’indagato a fornire risposte in base a ciò che chi sta dall’altra parte voglia sentirsi dire. E questo era già ben noto alle forze dell’ordine che spesso ricorrevano a lunghi interrogatori estenuanti per mettere sotto pressione i sospetti . E si trattava di adulti. Pensiamo un po’ ai bambini come possano essere più facilmente influenzabili...Credo ci sarebbe arrivato chiunque senza una laurea di alcun tipo.

Allo stesso modo mi risulta che non basti una semplice accusa, come ben sanno tante donne vittime di maltrattamenti che vengono rimandate a casa se non possono dimostrare di esser state aggredite, ma che servano prove univoche e testimonianze perché sussista anche solo un’indagine. E qui non ce n’era! Nessuno aveva visto niente e non c’erano prove reali ma solo semplici parole e questo è bastato per distruggere la vita di quei bambini e delle loro famiglie e di altre persone vicine.

In più mi chiedo come sia stato possibile che un medico così incompetente come la Maggioni venisse lasciato indisturbato ad operare e non venisse immediatamente denunciato e radiato dall’albo per certe affermazioni. Sì certamente in alcuni casi delle prove sembrerebbero interpretabili in un modo o nell’altro ma qui le cose erano per niente ambigue. E poi per quale motivo si doveva ricorrere a esperti da Milano o da Torino quando ce ne sono tanti qui in zona e soprattutto quelli convocati non avevano chissà quale esperienza in merito, anzi!

E inoltre: mi sono trovata più volte a collaborare coi servizi sociali e so per certo che di solito prima di allontanare un minore dalla famiglia si tenta tutto il possibile e in più se proprio si deve fare, si ricorre a famiglie affidatarie, e a volte a parenti considerati affidabili. Come è stato possibile che in questo caso venissero dalla sera alla mattina tolti ai genitori, portati al Cenacolo francescano (dal dubbio comportamento anche lì) e in quattro e quattr’otto adottati?!

E ancora: come è possibile che i suddetti professionisti dopo questo scandalo abominevole siano stati lasciati liberi di esercitare fino ad incorrere nell’ennesima tragedia anni dopo e sempre poi nelle stesse province?!


Dimostrazione del fatto che purtroppo non ci fosse un collegamento con i tempi non maturi nelle ricerche sull’argomento, è il fatto che sia stato scoperto uno scandalo dello stesso tenore a Bibbiano, quindi sempre nella stessa zona, solo l’anno scorso, e che le dottoresse coinvolte operino ancora indisturbate all’Ausl del distretto corrispondente.


Sono davvero senza parole perché tutto quello che è stato fatto mi è parso di dubbia moralità e di discutibile professionalità e mi risulta difficile credere che tutte le persone coinvolte fossero in buona fede, sane di mente o esaltate, o che non ci fossero anche interessi secondari, magari di lucro come nel caso del centro Cab aperto da Valeria Donati e Daniela Cassanelli, a guidarli.

Purtroppo ho una critica anche per l’Ordine che è sempre pronto a chiederci soldi per l’iscrizione e a tagliare fuori chi non paghi, ma non è stato altrettanto pronto a intervenire in questi due casi, sospendendo dall’esercizio e in seguito radiandole, le psicologhe che hanno operato in questo modo, perché così come Trincia è riuscito ad arrivare alle registrazioni dei colloqui nei podcast, allo stesso modo avrebbero potuto arrivarci anche loro ed accertarne l’operato.


Purtroppo alcune famiglie sono rimaste distrutte e lo rimarranno per sempre, come nel caso della famiglia Tondini che onestamente mi ha davvero fatto paura; qualcuno è venuto a mancare stroncato dal dolore e dall’angoscia causate da tutto ciò, ma per fortuna qualcuno, anche grazie all’aiuto del giornalista, si ritroverà, come nella toccante conclusione di soli due anni fa.

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