Quanto ho pianto ieri alla fine di questo libro e sono ancora scossa adesso e sento il bisogno di proseguire nella lettura della serie al più presto!
Titolo: Luna d'inverno.
Autore: Ilaria Varese
Edizione: La Corte editore; 21 maggio 2019
Pagine 366
⭐⭐⭐⭐⭐
Protagonisti in questo libro sono i licantropi, o lupi mannari, ma principalmente la famiglia di Gwefyr, o Winter Fè, suo nome da lupa, perché nata nella prima notte del winter fè, periodo a cavallo della fine dell’anno, che inizia col plenilunio di dicembre.
È proprio lei la voce narrante, nella sua particolarità di essere uno dei due figli di due purosangue, il padre Roderick Alfa del branco del Tennesse, ma che purtroppo non ha mai effettuato la trasformazione.
La madre è stata uccisa da una lupa impazzita, diversi anni prima, e il padre e Chase, il fratello, sono molto protettivi nei suoi confronti anche per questo motivo, oltre al fatto che i lupi “guasti” cioè quelli che non si trasformano, vengono di solito uccisi, a maggior ragione nel caso in cui, come figlia di un Alfa, racchiudano un grande potere nel loro sangue che passerebbe a chi li mangi, evitandone la dispersione.
Per questo motivo le sue giornate trascorrono tra uomini lupo molto protettivi e sessioni di addestramento per difendersi, ma questo non sembra pesarle più di tanto visto che si sente comunque indissolubilmente legata al branco e le sue scelte sono tutte prese in funzione di restar vicino a loro.
Negli ultimi mesi però una minaccia ulteriore incombe su loro e su tutti i branchi americani: il Lycan Nicholas, trasformatosi da pochi anni, sta mostrando un potere misterioso molto più grande degli altri Alfa, e sta prendendo il controllo di altri branchi vicini, giungendo ai confini del Tennesse.
Allo stesso tempo cominciano a verificarsi degli episodi di aggressività nei confronti della ragazza, per cui però non si riescono a trovare tracce per risalire al colpevole.
Questo accentua la sensazione di pericolo dei lupi e di conseguenza la loro protettività, arrivando a soffocare Gwen.
I branchi vicini non si preoccupano della loro richiesta di aiuto, non sentendosi ancora direttamente minacciati, e quindi loro si ritrovano da soli ad affrontare un pericolo sconosciuto.
Questa eroina è per me l’esempio di tutto ciò che rappresenti un protagonista ben riuscito.
Non ho potuto fare altro che amarlo ed entrare in forte empatia con lei, anche quando alcune sue reazioni mi sembravano un po’ infantili o capricciose.
Sono riuscita a comprendere perfettamente come possa essersi sentita ad essere l’unica componente “diversa” del branco, e cercare da un lato di vivere una vita normale da umana, ma dall’altro essere profondamente diversa, condividendo i sensi più sviluppati dei lupi, e i loro modi e legami.
Il rapporto con il padre è stato l’aspetto per me più toccante, e sono perfino arrivata ad invidiare la sua possibilità di stargli vicino, desiderando essere al suo posto.
I lupi sono un animale che amo e forse anche per questo, non mi ha mai spaventata nessuna scena, nonostante ce ne siano di più forti.
Non ho mai desiderato particolarmente leggere libri sui licantropi e questo mese me ne sono trovata a leggere ben due!
Ero perciò piuttosto scettica, visto anche la non positiva riuscita con il primo.
Ed invece con questo che ci cala proprio nel branco, evidenziandone i loro sensi, il loro istinto animale e il forte senso di appartenenza e coesione, ho scoperto un mondo del tutto nuovo.
Ho apprezzato il modo in cui vengono descritte tutte le loro abitudini e le usanze, compresa quella della condivisione del sangue, non tanto per il rito di per sè che suona alquanto macabro, quanto per ciò che simboleggia e per quello che riesce a trasmettere. maternità
In certi momenti anzi mi hanno fatto una immensa tenerezza ed è stato davvero facile immaginare degli esseri umani nel corpo ma con i comportamenti dei lupacchiotti, onesti e leali come solo gli animali sanno essere.
Mi sono piaciute molto le ambientazioni di Bristol, paesone americano circondato da campi e foreste, e i momenti della vita del college, e della festa per l’inizio delle festività natalizie.
Certo, io avevo capito subito chi costituisse il pericolo e immaginavo che potesse usare qualcuno caro a Gwen per trarla in trappola (anche se mi è sembrato spiegato un po’ male come possa esserci riuscito), e quindi non ho potuto che criticare la sua impulsività e irragionevolezza nel volerci andare comunque senza intuirlo, lei che mostra dall’inizio un sesto senso simile a quello dei lupi e a tratti anche più forte. Ma ovviamente serviva per poter far proseguire il climax fino allo scontro.
Da quel punto in poi per me sono state solo lacrime...per la battaglia e le perdite, ma anche e soprattutto per il dolore di Winter che viene espresso in maniera talmente chiara e diretta che era come se lo stessi provando io, per il rapporto con lo zio altrettanto sconvolto, fino ad arrivare alle rivelazioni su Luke e Maurice, e la sconvolgente scoperta del regalo per il suo compleanno nel borsone.
Sarà che anche io sono tanto legata a mio padre, ma ho ripensato anche al rapporto con mio nonno che è stato l’unico della famiglia che abbia davvero creduto in me, e che ho perso troppo presto, ma tutto questo mi ha colpita tantissimo, facendomi soffrire e condividere l’angoscia e il senso di solitudine dei due ragazzi.
Ho compreso perfino la scelta finale di Gwen e il suo desiderio di allontanarsi, ma sono sicura che nel seguito ritorneremo in quei luoghi, per la sua vendetta ma anche per tutte quelle persone di cui non si sa più nulla. E immagino che ritroveremo anche Maurice, che mi ha fatto davvero tanta tenerezza. Sento il bisogno di proseguire la lettura al più presto e di tornare in quei luoghi tra di loro.
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