sabato 16 gennaio 2021

Il pozzo dell'ascensione. Mistborn #2

 

Titolo: Il pozzo dell'ascensione. Mistborn #2
Autore: Brandon Sanderson
Edizione: Fanucci; 1 aprile 2010
Pagine 848
⭐⭐⭐⭐⭐



Nient’altro da dire, amo follemente Sanderson e questa saga!!!🥰

Rispetto al primo volume è molto diverso perché qui diventa molto più epico e più centrato sulle strategie rispetto al primo rispetto ai rapporti, alle emozioni ed alle scoperte dell’altro.

Elend è diventato re ma fatica a mantenere il controllo della città, un po’ a causa della sua indecisione dovuta al pensare sempre quale sia la cosa migliore eticamente, ed un po’ a causa dell’assedio di Luthadel da parte dei due eserciti alle porte.
Vin è alle prese col suo potere e col tenere sotto controllo la banda, le nebbie ed un misterioso nuovo Mistborn che chiama l’Osservatore.
I ladri sono a disagio in questo nuovo ruolo di sostegno al Re e alle truppe e ritroviamo Sazed e Marsh fuori città con i loro nuovi compiti.

Vin ricomincia da subito a darmi le stesse sensazioni discordanti come nel primo volume, e se mi sarei aspettata che una volta combattuta una guerra e sconfitto il lord reggente fosse cresciuta, invece no! Resta la solita ragazzina di sedici anni, che si impunta sulle proprie posizioni, che pensa di potercela fare da sola e rischia, mettendo anche gli altri in pericolo, che non accetta i punti di vista degli altri, anche se devo ammettere che il suo diffidare di chiunque per principio, che riconosco anche in me, risulta in fondo infallibile.
Non sopporto davvero le sue continue tormentate riflessioni e crisi di identità sul fatto di sentirsi sola e incompresa da tutti e il suo lasciarsi instillare subito dubbi da tutto e tutti come da Zane. Nonostante poi prenda la via giusta alla fine però l’epilogo in qualche modo se lo è cercato!
Mi disturba anche il modo in cui tratta il kandra OreSeur perché, pur trattandosi di una razza che sembri spaventosa per il modo in cui evolvono, il suo comportamento nei confronti della ragazza è sempre più che corretto, basandosi su una ferrea osservanza delle norme del Contratto stipulato con Kell, e quindi del tutto onesto nei suoi confronti.
Mi incuriosisce ciò che lui rifiuta di rispondere sulla propria specie, dato che è un evento estremamente raro.

Anche se in ritardo rispetto agli altri membri del gruppo, ritrovo i miei preferiti Breeze e Sazed, che qui mi ritrovo ad apprezzare più della scorsa volta.
Mi viene difficile, nell’immagine che me ne sono formata, immaginare le capacità sedatorie del Misting senza attribuirgli un ruolo da farfallone, nonostante venga più volte specificato non sia così.
In generale i Terrisiani sono la stirpe che apprezzo di più dall’inizio in questa storia, anche Tyndwil nonostante l’approccio iniziale, ma Sazed, beh lui è tutto quello che si possa cercare per me!

La prima parte è più di strategia e di preparazione alla storia vera e propria nonostante verso la fine accadono diverse cose che aprono misteri da svelare (e stavolta sul serio anche se il finale sconvolgente ce ne apre di nuovi e inaspettati!): l’incontro con il misterioso Osservatore e il motivo della sua protezione per Vin; le apparizioni nella Nebbia; il ritrovamento delle ossa del corpo mangiato da un secondo misterioso Kandra a palazzo.
In più ritroviamo la storia del Campione delle Ere che avevamo lasciato in sospeso, di cui ricompaiono misteriose iscrizioni nella fortezza degli inquisitori, la Canonica di Seran, dove Sazed e Marsh vanno ad indagare sull’abbandono.
Anche qui si solleva un nuovo interrogativo: cosa starà cercando realmente Marsh? E perchè sparisce improvvisamente?

Marsh inizialmente mi era piaciuto ma qui lo ritrovo in vesti del tutto nuove, che gli conferiscono un alone di negatività che non mi piace. Si è sacrificato per la causa del fratello Kelsier e adesso non apprezzo venga presentato più come Misting che come membro della banda. Speravo si riscattasse...ma dalle sue parole sembra ci sia qualcosa di più forte dietro.
Sicuramente giocano un ruolo forte in queste sensazioni le scene di morte e devastazione descritte nella fortezza e poi nel paese abbandonato, che hanno contribuito a creare una certa angoscia nella lettura.

L’allomanzia mi affascina, e qui ancora di più per le nuove scoperte con le leghe da sperimentare.
Continua ad emergere anche la parte strategica, in cui Elend mostra le sue capacità con la proposta per risolvere il problema del doppio assedio, a cui ha contribuito anche Breeze.
Ho avuto da subito la sensazione che le sue capacità dovessero ancora tutte emergere. E mi piace, anche se a primo impatto mi aveva insospettita, la proposta della terrisiana nell’aiutarlo.

Anche se scandalizzerà molti, devo dire che trovo affascinanti anche gli Inquisitori, queste figure mistiche con gli spuntoni d’acciaio negli occhi a simboleggiare la capacità di vedere senza la vista secondo me, ma aspetto con curiosità di saperne di più, nonostante le rivelazioni dei Terrisiani dell’accampamento siano scoraggianti.

I Koloss lasciano solo una sensazione di disgusto anche se mi hanno fatto un po’ pietà anche loro come se fossero dei ritardati che vengono sballottati di qua e di là e sfruttati in modi diversi dal potente di turno.

Mi sono tanto affezionata ad OreSeur , sempre più conoscendolo, ed era bello e dolce il rapporto che si era instaurato tra loro, e poi la rivelazione improvvisa e del tutto inattesa mi ha scioccata.
Ma vedere che poi alla fine invece abbia agito come avrei sperato, è stato meraviglioso, mi ha risollevata, nonostante la conclusione, ma a quella era obbligato.

Riguardo al Baratro si aprirebbe un capitolo che però non potrei trattare senza svelare le scoperte che realizzano Sazed e Tyndwil anche se per un attimo ho pensato che dipendesse dalle crisi del Mistborn probabile campione delle ere (sarà lei? E cosa era successo davvero tra Kwaan e Rashek?) ma in quel caso mi sono chiesta a cosa corrispondesse il tamburo che sente e questo, è uno degli interrogativi a cui non c’è risposta in questo libro ma probabilmente nel prossimo, in cui immagino scopriremo la reale identità di quel potere. Mi ha lasciato molti dubbi invece la figura dello Spirito delle nebbie coi suoi comportamenti ambigui e la trasformazione che causa alla fine che apre un mondo del tutto nuovo.
Le modificazioni delle frasi in realtà non ho ben capito da chi vengano effettuate ma il fine è evidente. Mi dispiace però infinitamente per quel che causa questo in Sazed e la sua fede.

Ho trovato poco credibile che, sapendo che c’è una spia a palazzo non sia stata la ricerca la prima cosa su cui si siano concentrati, ma lascino passare tutto quel tempo mettendo a rischio anche la loro missione!

Invece su Zane non mi sono sbagliata. Se possibile era ancora peggio di quel che pensassi ma nonostante ciò comunque ho provato una punta di compassione perché era anche lui una vittima degli uomini, come era stata Vin, anche se lui ha scelto la strada sbagliata.
È stata una rivelazione scoprire la sua identità ma non sembra lo sia altrettanto per Elend quando gli viene rivelata.

Unica pecca complessivamente: il ritmo narrativo. Ci sono troppi momenti morti di progettazione, o quelli di descrizione degli eserciti e dei pensieri e insicurezze che rallentano la narrazione.
Ho trovato un po’ eccessive le scene di scontri tra Vin e l’Osservatore, e dei suoi combattimenti in generale, perché va bene qualcuna per rendere l’idea del messaggio che lui porti e delle sue capacità, ma così tante le ho trovate superflue e anche noiose a un certo punto.


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