mercoledì 23 dicembre 2020

Un tè con Elisabetta Gnone




Si avvicinano le feste anzi sono praticamente arrivate ormai!!! 

Domani sarà la vigilia e poi Natale ed entreremo nella solita spirale di mangiate ad ufo e regali a go-go.

Purtoppo però quest'anno ha lasciato i segni su tutti noi, segni che ci accompagneranno anche durante le feste, limitandoci nelle possibilità di incontro e di condivisione. Io sono sempre stata abituata a trascorrere le feste con minimo una ventina di parenti intorno, e  con i famosi pranzi luculliani partenopei, tanto casino e tanto affetto, ed ora mi ritrovo sola con la mia piccola famiglia in quel dell'Emilia.

Ed è per questo che potrete capire come, a maggior ragione, mi abbia fatto tanto tanto piacere questa possibilità che ci ha offerto la casa editrice Salani, di trascorrere il pomeriggio del 10 dicembre un'oretta e più in compagnia di una scrittrice che tanto ho amato nella sua serie di Fairy Oak: Elisabetta Gnone.

Io, diversamente da tanti dei blogger presenti all'incontro, ho conosciuto questo mondo da grande, apprezzandola non di meno che se fossi stata fanciulla, in particolare perchè legata da un amore profondo e viscerale alla natura, sia come escursioni tra i boschi. passeggiate in montagna, letture sui prati e un amore innato per il mare.

La Gnone ci ha accolte con uno scenario da sogno, tanto caloroso, casalingo e natalizio, con un grande camino di pietra acceso alle sue spalle, e un grande e dolce sorriso sul volto che non la ha abbandonata durante tutto il tempo trascorso in nostra compagnia.

Ci ha raccontato come la voglia di trasmettere il suo amore per la natura e la scelta di parlare di questo ad un pubblico giovane di ragazzine a cui poterlo trasmettere, siano sorte praticamente insieme nelle sue idee, in seguito ad un viaggio in nord Europa che la ha molto colpita ed entusiasmata. Questa passione per la natura è nato per lei in maniera inconsapevole quando, abituata fin da bambina con la sua famiglia a viverci dentro e a sperimentarla tutti i giorni, si è accorta che improvvisamente le succedesse di scoprire delle piccole meraviglie, come il germogliare delle gemme, che ti fa realizzare di non conoscerla mai davvero.



Per lei l'ingresso nel mondo della scrittura è stato particolare in quanto le sue prime stesure risultavano più simili a sceneggiature piuttosto che a romanzi. Ciò che l'ha aiutata è stato il fatto di non aver mai lasciato andare la parte bambina di sè, e questo senza bisogno di utilizzare lo slang giovanile, perchè secondo lei è possibile trovare il modo corretto e la giusta contestualizzazione per parlare di tutto ai bambini, senza bisogno di ricorrervi. 

Ci ha raccontato che per lei le sue storie sono sempre nate dall'aver sentito il bisogno di raccontare un contenuto sentito come interessante e poi vestendolo da favola. E questo possiamo affermare che le riesca davvero bene.

Tornare a  Fairy Oak con il suo ultimo libro "La storia perduta" non è stato facile, perchè all'inizio sembrava di non riuscire a trovare ciò che aveva lasciato tanti anni prima. Superato questo momento iniziale però, rientrare  quel mondo fatato la ha aiutata a distrarsi e alleggerirsi dello stress e dall'angoscia lasciati dagli avvenimenti di questo ultimo anno. E' stato emozionante ritrovare tutti quei personaggi che erano per lei come dei piccoli amici, tra cui non è riuscita a trovare uno preferito o che le assomigliasse particolarmente, rivedendo un pò di sè in entrambe le protagoniste, Vaniglia e Pervinca. Ritrovarle adulte in questa nuova storia è stata una scelta sentita perchè ama la melanconia, tra le varie emozioni che sperimenta durante la scrittura e che spera di riuscire a trasmettere ai lettori, ed anche perchè ha voluto dare spazio e riconoscimento adeguati alle figure degli anziani che sono stati tanto colpiti in questo periodo finendo per diventare quasi un numero, lasciando pochi segni sulla comunità.

La comunità è proprio uno degli aspetti per lei fondamentali nelle sue storie, perchè questa dimensione di vita in un piccolo paese dove si conoscano tutti e dove ci si senta protetti e al sicuro e quindi liberi, è quella in cui è cresciuta e che reputa la più vivibile sia per i bambini che per i più grandi.

E in questa piccola comunità ci ha svelato che ci resterà ancora per un pò, perchè ha scoperto di avere ancora qualche storia da raccontare.

Quindi non ci resta che attendere le nuove storie e farci stupire e riscaldare dalle prossime che ci regalerà!






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