mercoledì 30 dicembre 2020

Le cicatrici che non ho



Titolo: Le cicatrici che non ho
Autore: Marianna Pizzipaolo
Edizione: Lupieditore; 4 giugno 2019
Pagine 524
⭐⭐⭐ e 1/2




In questo romanzo d'esordio di Marianna, il lettore si ritrova catapultato all'interno della vita di quattro personaggi con le loro vicende, le loro cicatrici e i loro amori.
Quattro, come le voci narranti della storia.
Abbiamo Nora e Gabriele, Mariè e David.
Quattro personaggi, quattro storie diverse che vanno a racchiudersi alla fine in una sola dalle mille sfumature.
Non ho nessuna intensione di parlare oltre di questo libro a livello di trama per due semplici ragioni:
- la trama è davvero troppo articolata per essere riassunta in poche frasi
- penso che la parte delle sensazioni basti per rendere la recensione completa.

C'è da dire che questo libro è arrivato nelle mie mani davvero nel momento più sbagliato della mia vita, in un momento in cui sono successe così tante cose che tutto ciò di cui il libro parla non era sopportabile per me.
La carne messa al fuoco in questo romanzo è davvero tanta.
I personaggi sono così diversi tra loro che è normale che anche le loro problematiche siano diversificate.
Nel libro si parla di droga, morte, alcol, rapporti occasionali, aborto, sfruttamento e di affetti... Soprattutto di affetti.
Affetti che partono dalla vita sentimentale dei protagonisti, ma anche affetti che parlano di rapporto tra genitori e figli.
Questo è più o meno l'insieme di situazioni che il lettore si trova ad affrontare.


Sono stata in compagnia dei 4 protagonisti per oltre un mese nel corso del quale ho odiato, costantemente dall'inizio alla fine, lo stile di scrittura che l'autrice ha utilizzato nella narrazione.
Capiamoci bene, con ciò non sto affatto dicendo che Marianna scrive male ma...
Le frasi brevi, il continuo andare a capo, i dettagli ripetuti più e più volte con l'intento di rafforzare il concetto e focalizzare l'attenzione del lettore...
Ecco, tutte queste cose a me non sono affatto piaciute, mi hanno annoiata e perfino innervosita a volte.
Nonostante ciò, la storia è strutturata in maniera che il lettore non può fare a meno di sapere cosa accadrà dopo per cui mi sono costretta per la prima metà del libro a continuare nonostante tutto.
Devo dire che la seconda metà del romanzo è quella più avvincente, quella in cui tutti i nodi vengono al pettine e in cui tante domande trovano una risposta.
Ai personaggi femminili mi sono affezionata subito, Nora e Mariè sono due opposti ma sono talmente vere che ogni singola donna può rivedersi in loro.
David e Gabriele...
Del primo ho amato le lettere, le ho trovate molto dolci e forse sono in assoluto la parte più bella del libro.
Del secondo... Beh, Gabri è imperfetto ed è per questo che viene amato. Abbiamo detto basta a quei protagonisti costruiti ad arte per stregare!
Nel testo, ad un certo punto, viene praticamente snocciolata la scelta del titolo: "le cicatrici che non ho".
Un titolo importante di cui si fa fatica a capire il senso, ecco la spiegazione di cosa e quali sono quelle cicatrici è sicuramente la parte più toccante nella storia, la prima che è riuscita a farmi scendere qualche lacrima nel libro.
Nel complesso la struttura della trama è davvero buona ma non mi ha convinta al 100%.

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