mercoledì 30 dicembre 2020

La piccola farmacia letteraria

 

Titolo: La piccola farmacia letteraria
Autore: Elena Molini
Edizione: Mondadori; 14 gennaio 2020
Pagine 273
⭐⭐⭐⭐


Ho iniziato questo libro senza saper cosa aspettarmi avendone sentito parlare sia bene che male.
Ma ciò che ho trovato mi ha molto stupita.
Non solo è un romanzo leggero e frizzante che con un linguaggio scorrevole, ci fa passare qualche ora in buona compagnia, ma riesce anche, in un certo qual modo, a sviluppare riflessioni e immedesimazioni.

Blu è la protagonista, una ragazza di trent’anni che vive a Firenze, ancora come se ne avesse venti, condividendo la casa con le tre amiche, e alla ricerca dell’anima gemella. Ha aperto una libreria, Novecento dal libro di Baricco, che non sembra riuscire a decollare, fino al giorno in cui un’amica la sceglie per organizzarci la presentazione dell’ultimo libro di Neri Venuti, scrittore molto famoso, momento dal quale cominciano a succedere diverse cose un po’ strane.


Ecco lei l’ho trovata semplicemente adorabile! Simpatica, autoironica, incline al perdono, caparbia, anche un po’ casinista ma vabbè in quei momenti speri solo che passino presto e bon! Crede nell’amicizia vera e la mette al primo posto sempre nelle sue giornate ed è per questo che resta molto delusa da alcune reazioni da parte di persone che avrebbe creduto una costante nella sua vita.
È davvero patita di libri, al punto da decidere, su ispirazione di un misterioso personaggio, di farlo diventare la caratteristica principale della sua attività, cambiandone il nome in La piccola farmacia letteraria (che esiste davvero), e con l’aiuto dell’amica Carolina psicoterapeuta, a creare un bugiardino per i titoli consigliati con posologia ed effetti collaterali.

Le amiche beh, da un lato sono un po’ il tasto dolente di questo libro per me, mentre dall’altro sono il punto di forza.
Innanzitutto alcune sono molto meglio caratterizzate di altre, come per esempio Giulia e Rachele, che compaiono qua e là con le loro azioni, ma senza darne un vero e proprio quadro caratteriale. Ed è per questo che mi è risultato difficile capire del tutto le reazioni della seconda, apprezzando però che la scrittrice non abbia cercato di inserire il lieto fine dovunque.
Carolina, Mia e Giulio Maria invece sono stati davvero il top, soprattutto il ragazzo.
Sarà perché in quanto psicologa mi sono immedesimata nella ragazza, sarà perché ciò che le succede durante il corso del romanzo riesce a far empatizzare maggiormente con lei, ma Carolina riesce complessivamente a dare un’immagine di sè molto più equilibrata, nonostante abbia le sue particolarità ed alcune stranezze.
Giulio è il classico amico che tutte dovrebbero avere: sdrammatizza, dà consigli azzeccati, si innamora e soffre ma è sempre pronto ad appoggiare le iniziative bizzarre dell’amica.
Perfino Sery dopo un po’ si rivela non così male come sarebbe sembrata all’inizio.
Aspetto che non ho proprio apprezzato è che sembra che le storie d’amore debbano essere sempre tormentate o che quantomeno siano le ragazze ad essere pessime in campo sentimentale perché gliene capitano di tutti i colori e non ce n’è una e dico una che si salvi, anche se poi alla fine tutto sommato Carolina venga graziata.

Come dicevo, accanto alle risate e agli imprevisti e alle chiacchierate tra amiche e al girl power, ci sono anche qua e lá dei temi più seri e profondi che emergono, come il rapporto con la famiglia, sia con i genitori che con la nonna, la malattia, l’amicizia vera, soprattutto quella che inizia da bambini e ci accompagna per tutta la vita, o che invece si fa fermare dalle strade diverse.
La cosa più bella è che vengono trattati sempre con leggerezza e in maniera piacevole, ma non in maniera banale o superficiale.
Il messaggio più importante lanciato da questo libro è a mio parere quello di credere nei propri sogni, non abbandonandoli mai, e lottando contro tutto e tutti per far sì che si realizzino.

In un primo momento il finale spezzato così mi ha dato un po’ da pensare spiazzandomi perché alcune cose vengono lasciate un po’ aperte diciamo, ma ripensandoci credo che questa sia stata la scelta migliore, sia perché rappresenta un po’ la vita vera, dato che la storia è autobiografica dell’autrice, e questa non sempre dà risposte chiare ed univoche o fa concludere nettamente le cose come ci piacerebbe, e sia soprattutto perché, in relazione a ciò che accade alla ragazza, ci lascia la possibilità di darne l’interpretazione che più sentiamo nostra, che sia una reazione da stress o una qualche entità magica che decide di aiutarla a trovare lasciando dei messaggi sulla sua strada.

Ho trovato geniale anche accludere al romanzo, in appendice, i bugiardini di alcuni libri citati nel romanzo, e quelli che ancora mancavano sono andati subito dritti dritti in wishlist!!💪🏼


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