giovedì 31 dicembre 2020

Chernobyl 01:23:40. La storia vera del disastro nucleare che ha sconvolto il mondo

 

Titolo: Chernobyl 01:23:40. La storia vera del disastro nucleare che ha sconvolto il mondo
Autore: Andrew Leatherbarrow
Edizione: Salani; 3 ottobre 2019
Pagine 272
⭐⭐⭐


26 aprile 1986 ore 01:23:40

Data di uno dei peggiori disastri nucleari mondiali di tutti i tempi, anche se non è il peggiore in quanto anche il disastro di Fukushima non è stato da poco.


Ho trovato davvero difficile arrivare alla fine di questo libro, nonostante non sia particolarmente lungo come numero di pagine.

Ho trovato però tutta la prima parte molto noiosa, troppo concentrata su dati di fisica nucleare che non capisco particolarmente in quanto io e la fisica siamo sempre stati due mondi distanti, e nemmeno mi interessava particolarmente approfondire questo aspetto per gli stessi motivi.

Da metà del libro il discorso cambia centrandosi su due aspetti che vanno a costituire gli argomenti dei capitoli che si alternano: la storia del disastro e soprattutto della reazione da un lato, la narrazione del viaggio effettuato nell’ottobre 2011 dall’autore che non è nè uno scrittore nè un giornalista di mestiere ma che si era appassionato alla narrazione di questo evento e più in generale al tema dell’energia nucleare, e che ha l’hobby della fotografia e decide di recarsi lì con un gruppo di fotografi.


Nonostante ciò, il cambiamento non riesce purtroppo a suscitare che un timido accenno di coinvolgimento, causato principalmente dalle immagini che compaiono qua e lá nel corso della narrazione della sua esperienza personale in quei luoghi.

Questo forse anche perché, avendo visto già la serie che ha ispirato, è stato solo l’aspetto “in più”, cioè quello che dava uno sguardo a quei luoghi e alla vita delle persone a distanza di anni dal disastro, a dare quel qualcosa in più che mai potesse risvegliare un po’ di interesse.


Nonostante tutto la cosa che ho apprezzato è stato come l’autore abbia cercato di dare un quadro il più possibile obiettivo dell’accaduto e dell’uso dell’energia nucleare, proprio come guardando attraverso l’obiettivo della fotocamera, sottolineando come di per sé l’energia nucleare non sia più dannosa di altri tipi di energia rinnovabile, anzi come faccia in realtà meno vittime, e che il danno stia nella scarsa sicurezza ed efficacia delle tecnologie sviluppate fino ad oggi e come nel caso russo molto sia dipeso dalla scarsa efficienza dei sistemi di controllo e supervisione dello stato sovietico che ha anche poi cercato di insabbiare le responsabilità e i risvolti emersi dalle indagini, riversandone le colpe unicamente sugli operatori della centrale.

Inoltre evidenzia adeguatamente come siano state migliaia non solo le vittime decedute ma anche tutte quelle che hanno riportato a distanza di anni cancro ed altre patologie non direttamente correlate all’esposizione alle radiazioni ma come probabile conseguenza a lungo termine.

Inizialmente le persone non erano state informate quasi per niente dalle autorità degli effetti che ciò che andavano a fare avrebbe potuto avere su di loro.

Ma anche quando l’effetto devastante dell’esposizione alle radiazioni anche per pochi secondi sulle persone era diventato evidente, tantissimi coraggiosi si sono adoperati attivamente, anche negli anni, per contenere gli effetti e limitare i danni, pur sapendo ciò a cui andavano incontro.

L’episodio che mi ha più colpita, e che lo aveva fatto anche nella serie, e non si è rivelato qui meno impressionante , anzi, è stato pensare a come dei gruppi di cittadini abbiano dovuto girare per la città ad uccidere gli animali randagi o domestici, lasciati lì dalle persone che erano state evacuate col pensiero di tornare. Anche in questo caso i danni fatti sulla natura sono stati irreparabili, anche in questa forma, contro le sue creature.

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