Cosa hanno in comune un'aspirante attrice, un narcotrafficante, un poliziotto, un chirurgo, uno scrittore e un ex studente?
Niente, direte voi. Eppure vi assicuro che vi sbagliate.
Sei vite così diverse costrette a intrecciarsi a causa di un aereo precipitato e il naufragio su un'isola sconosciuta: Nawataee.
La lotta per la sopravvivenza e la tribù nativa che popola l'isola porteranno pian piano i sei a intrecciare un rapporto unico e indistruttibile.
Un romanzo fatto di amore e odio, paura e sospetto, ma anche forza e coraggio.
Per ulteriori informazioni sulla trama vi consiglio di guardare lo spettacolare booktrailer realizzato dall'autrice (di cui mi sono innamorata ancora prima del libro). Eccovi il link:
"Questa terra è abitata da demoni e spettri. Io li ho visti e verranno a cercarci..."
ATTENZIONE LA RECENSIONE CONTIENE SPOILER!!
Ci sarebbe così tanto da dire su questo romanzo che potrebbe venirne fuori un altro libro ma la cosa principale è che DOVETE leggerlo.
Iris con "Isolati" riesce a convincere anche il lettore più restio che anche i libri autopubblicati possono essere dei piccoli, grandi capolavori.
Fin dalle prime pagine sono stata rapita da questa storia, dai sei protagonisti, dallo stile dell'autrice e dalla sua capacità di rendere ognuno dei sei unico e riconoscibile grazie al cambio di registro usato in base alle circostanze e in base a chi parla.
La ricerca e lo studio presenti dietro la delineazione di Nawataee, della sua popolazione, di usi, miti e legende sono così evidenti che è impossibile non lasciare un pezzo di cuore su quest'isola nonostante tutti i pericoli che vi si possono trovare abitandovi.
"Non è detto che un posto sicuro, lo rimanga per sempre."
Mi sono divertita molto a fare congetture sull'evoluzione della storia e, a volte, ho anche indovinato qualche dettaglio.
Sicuramente Avril, l'unica protagonista femminile, è l'unica con cui non sono riuscita ad empatizzare in pieno.
Ho amato alla follia invece il personaggio di Javier. Ritengo che sia quello più vero e quello che ha subito una maggiore evoluzione e un maggiore cambiamento nel corso della storia.
Javier è colui che mi ha suscitato più emozioni, spesso contrastanti tra loro ma alla fine mi ha rapita il cuore a tal punto da farmi disperare.
"È qui che ti sbagli! Nella tua mente e nella tua natura, mio caro scrittore, c'è più violenza di quanto immagini. È intrinseca nel primo dei nostri bisogni: la sopravvivenza. Tu riesci a contenerla tra le pagine di un libro solo perché hai vissuto in un mondo dorato che te lo ha consentito. Alla prima occasione in cui la vita ti volta le spalle, il tuo essere emerge."
Devo dire che nonostante io desiderassi con tutta me stessa un finale totalmente diverso, nel quale ho sperato fino all'ultima riga, quello che Iris ha scelto è giusto per la conclusione di questo lungo viaggio.
Ogni cosa va al suo posto, ogni naufrago a modo suo ottiene la sua parte e le ultime righe poi...
Questo libro è meraviglioso, mi ha conquistata, mi ha fatto venire voglia di andare a Nawataee nonostante non esista. Anzi... in un certo senso mi ci ha portata davvero e su quell'isola c'ho lasciato il cuore.
L'isola ti cambia, ti plasma, tira fuori tratti del tuo carattere che non avresti mai immaginato ma nonostante ciò vale la pena di essere vissuta!
Mi sono ritrovata a razionare le pagine, a leggerle poco a poco per far durare di più questo meraviglioso viaggio, per non farlo finire mai.
"Isolati" fa da richiamo all'isola ma anche alla condizione dei sei protagonisti, ognuno chiuso nel suo piccolo mondo, ognuno con il suo isolamento particolare.
Quello che mi ha colpita di più in questo senso è Ramon: non avevo mai sentito parlare degli hikikomori prima e quindi è stata una vera scoperta!
Non vedo l'ora che Iris scriva qualcosa di nuovo per potermi perdere ancora una volta tra le sue parole e le emozioni che riesce a suscitarmi.
"In questo universo il tempo si fermava al singolo giorno che ripeteva incessante il suo ciclo e i sentimenti scorrevano liberi, senza filtri.
Le istintualità, che mai in un altro luogo avrebbero potuto emergere con tanta franchezza, qui si nutrivano dell'apatia di sottofondo dando un selvaggio, vertiginoso senso di libertà."
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