lunedì 28 dicembre 2020

In viaggio con August

Questo è un libro molto toccante che parla di famiglia, amicizia, affetto ma anche di viaggi e di speranza e che ci ha anche fatto versare qualche lacrimuccia. 

E ora ve ne parliamo sperando vi colpisca come ha colpito noi!


 "In viaggio con August" di Catherine Ryan Hyde



Titolo: In viaggio con August
Autore: Catherine Ryan Hyde
Edizione: Amazon crossing; 26 luglio 2016
Pagine 398

⭐⭐⭐⭐⭐



August è un insegnante di scienze ma prima di tutto è un grande viaggiatore. 
Ogni anno, in estate, August si prefissa un itinerario e salito sul suo camper lo esegue visitando posti meravigliosi.

L'anno in cui si imbatte in Seth e Henry è un anno particolare: August ha da poco perso suo figlio Philippe e vuole assolutamente affrontare il viaggio che avrebbero fatto insieme fino a Yellowstone.
Sarà un guasto al camper a mettere sulla sua strada i due bambini.
Un guasto al camper che rivoluzionerà in parte i suoi progetti e legherà indissolubilmente il suo destino con quello di Seth ed Henry.
In un viaggio unico ed emozionante ci troveremo a conoscere i nostri protagonisti, le loro emozioni e il loro trascorso.


Finalmente, dopo averlo aggiunto nella mia wish list a Gennaio, sono riuscita a trovare il giusto tempo da dedicare a questa libro.
Quello che il lettore va a fare con August è un viaggio completo in tutti i sensi: da una parte c'è il viaggio fisico, la voglia di scoprire nuovi posti, di appuntarsi l'itinerario ed essere su quel camper, la voglia di avere sottomano le foto dei posti visitati e fingere che siano state scattate da un Seth in preda all'euforia. Dall'altra parte c'è il viaggio interiore, un viaggio che si diversifica per ognuno dei nostri tre protagonisti.


August esce da un percorso di vita duro: è un assiduo frequentatore delle riunioni per alcolisti anonimi, è un insegnante di scienze frustrato e deve ancora imparare a convivere col dolore per la perdita del figlio.

Seth è un ragazzo esuberante ma è fin troppo impostato quando si tratta di ciò che va fatto. È ligio al dovere e ciò lo porta spesso a sembrare più grande dell'età che ha. È da sempre stato abituato a prendersi cura del suo fratellino minore e nel viaggio sul camper di August, invece, dovrà imparare a prendersi cura più di sé stesso che degli altri, a saziare la sua curiosità e non porsi limiti.
Henry è il personaggio che subisce una crescita maggiore nel corso dell'opera. Quando lo conosciamo è poco più di un bambino, molto introverso e con gravi problematiche a livello di rapporti personali. L'unico con cui si rapporta è suo fratello che da sempre è stato la sua roccia, la sua ancora di salvezza. Il viaggio con August lo porterà a crescere e maturare, gli farà capire che ogni tanto va bene fidarsi di qualcun altro nonostante il timore e il dolore provati in passato.


Quella di questo libro è una storia che lega vari tipi di dolore: perdita, abbandono...

Ma quella di questo libro è anche una storia di forza di volontà, crescita e rivincita.

Lo stile narrativo è fluido e incalzante. Si sta così bene con questo nuovo trio da faticare a staccarsi dalle pagine.
Il rapporto che si crea tra August e i ragazzi è genuino, e gli insegnamenti che lui di tanto in tanto propina a uno dei due sono così veritieri da far rabbrividire.


"Sarebbe irrispettoso chiamare un adulto per nome se non te l'avesse chiesto e se tu non fossi sicuro di cosa ne pensa. Ma se un adulto ti dice: 'Dammi del tu, chiamami August', allora lo chiami per nome."
"E non è una mancanza di rispetto."
"Esatto."
"Sto parlando troppo, vero?"
"Be', non so. Troppo per chi?
"Papà mi ha detto che non devo parlare troppo."
"Ma come fai a sapere che è troppo?"
"Gli ho chiesto la stessa cosa. Ha detto che se parlavo quanto parlo di solito era troppo."


Devo ammettere che era tanto che non mi emozionavo così con un libro, ho iniziato a piangere circa a metà lettura ed è stato difficile smettere (nonostante c'è da dire che non c'è nulla di così drammatico nello svolgimento dei fatti).


"Non ho idea del perché il tempo faccia certe cose. Né perché le facciamo noi persone. È tutto un mistero per me."


Unico piccolo punto a sfavore, almeno dal mio punto di vista, è l'inserimento del tema "alcolismo" perché se da un lato è vero che fornisce una spiegazione valida al motivo per cui i ragazzi finiscono nelle mani di un estraneo, dall'altro mi è sembrato forzato nell'insieme e poco utile ai fini della storia.


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