venerdì 24 febbraio 2023

Tu leggi? Io scelgo… Le signore in nero - Madeleine St. John

Questo mese per la rubrica in cui scegliere un libro dalla lettrice a cui veniamo abbinate, mi è capitata Elisa del blog Il mondo di Krapfy e ho scelto una lettura per me un po’ insolita ma che mi è piaciuta un sacco e ora ve ne parlo!



Le signore in nero - Madeleine St. John

Garzanti, 192 pagine; giugno 2019

⭐️⭐️⭐️⭐️


Siamo a Sidney nel dopoguerra e ci sono 4 donne che lavorano da Goode’s, uno dei vecchi grandi magazzini di abbigliamento poi surclassati dai centri commerciali.

4 donne che non potrebbero essere più diverse una dall’altra.

Patty è una donna di mezza età, insicura e insoddisfatta, che sta col marito poco presente, e che un giorno durante gli acquisti di Natale, viene fulminata da una camicia da notte di seta e pizzo.

Fay è una ragazza abituata a fare la bella vita e a conoscere diversi ragazzi fino a quel momento, ma che ora si sente vuota e sola e desidera qualcosa di più dalla propria vita.

Magda è una donna ricca e in una coppia felice ma che viene reputata da tutti snob e con la puzza sotto al naso.

E lavorano tutte da Goode’s da un po’.

Finché arriva anche Leslie (che si fa chiamare Lisa), giovanissima appena diplomata, in attesa dei voti per sapere se andrà all’università oppure no, che decide di andare a lavorare per mettere da parte un po’ di soldi nel frattempo.

Il suo arrivo rompe l’equilibrio instabile che si era stabilito tra le donne nel negozio e, partendo da dei piccoli avvenimenti, darà il via a una serie di conseguenze che avranno il sicuro effetto di avvicinarle tra di loro e che porteranno a dei cambiamenti nelle loro vite.


La storia non mi è dispiaciuta per niente. 

Le tre protagoniste sono tutte donne profondamente diverse tra loro; ognuna incarna un tipo particolare di donna e ciascuna porta con sé delle problematiche diverse che, pur non essendo tematiche traumatizzanti, costituiscono le preoccupazioni che le accompagnano giorno dopo giorno e che in fondo potrebbero essere quelle di chiunque di noi che le stiamo leggendo.

Perché in fondo la caratteristica che le accomuna è che sono tutte donne normali, proprio come noi.

E ognuna di loro desidera essere felice e decide di dare una svolta alla propria vita.


Insieme a questo, le loro storie finiscono per essere anche uno spaccato di vita degli anni 50 in Australia, quando era la Terra promessa, con il boom economico ma ancora vergine, meta di emigranti da nazioni diverse. In particolare Magda e Stefan incarnano proprio questo: la coppia emigrata dall’Europa che ha fatto ricchezze e che fa invidia a tutti per la felicità raggiunta.

 

Non ce n’è stata una che non mi sia piaciuta o che mi sia diventata antipatica: seppur ognuna diversa dall’altra, ognuna con i propri difetti e le proprie particolarità, è stata proprio questa loro imperfezione a conquistarmi.


Purtroppo quello che mi è piaciuto di meno è stato il finale, non perché sia brutto ma perché è come se la storia fosse stata interrotta sul più bello, di fretta e le storie fossero state lasciate lì così in sospeso.

Certo, in fondo non sono proprio lasciate in sospeso perché quello che dovevamo sapere lo veniamo a sapere, però non c’è un vero e proprio momento del distacco ma è come se si interrompessero così inaspettatamente.

Ho avuto la sensazione che mi mancasse qualcosa, di non essere riuscita a salutarle adeguatamente queste nuove amiche.

Forse qualche pagina in più avrebbe aiutato a lasciarle andare… Siamo a Sidney nel dopoguerra e ci sono 4 donne che lavorano da Goode’s, uno dei vecchi grandi magazzini di abbigliamento poi surclassati dai centri commerciali.

4 donne che non potrebbero essere più diverse una dall’altra.

Patty è una donna di mezza età, insicura e insoddisfatta, che sta col marito poco presente, e che un giorno durante gli acquisti di Natale, viene fulminata da una camicia da notte di seta e pizzo.

Fay è una ragazza abituata a fare la bella vita e a conoscere diversi ragazzi fino a quel momento, ma che ora si sente vuota e sola e desidera qualcosa di più dalla propria vita.

Magda è una donna ricca e in una coppia felice ma che viene reputata da tutti snob e con la puzza sotto al naso.

E lavorano tutte da Goode’s da un po’.

Finché arriva anche Leslie (che si fa chiamare Lisa), giovanissima appena diplomata, in attesa dei voti per sapere se andrà all’università oppure no, che decide di andare a lavorare per mettere da parte un po’ di soldi nel frattempo.

Il suo arrivo rompe l’equilibrio instabile che si era stabilito tra le donne nel negozio e, partendo da dei piccoli avvenimenti, darà il via a una serie di conseguenze che avranno il sicuro effetto di avvicinarle tra di loro e che porteranno a dei cambiamenti nelle loro vite.


La storia non mi è dispiaciuta per niente. 

Le tre protagoniste sono tutte donne profondamente diverse tra loro; ognuna incarna un tipo particolare di donna e ciascuna porta con sé delle problematiche diverse che, pur non essendo tematiche traumatizzanti, costituiscono le preoccupazioni che le accompagnano giorno dopo giorno e che in fondo potrebbero essere quelle di chiunque di noi che le stiamo leggendo.

Perché in fondo la caratteristica che le accomuna è che sono tutte donne normali, proprio come noi.

E ognuna di loro desidera essere felice e decide di dare una svolta alla propria vita.


Insieme a questo, le loro storie finiscono per essere anche uno spaccato di vita degli anni 50 in Australia, quando era la Terra promessa, con il boom economico ma ancora vergine, meta di emigranti da nazioni diverse. In particolare Magda e Stefan incarnano proprio questo: la coppia emigrata dall’Europa che ha fatto ricchezze e che fa invidia a tutti per la felicità raggiunta.

 

Non ce n’è stata una che non mi sia piaciuta o che mi sia diventata antipatica: seppur ognuna diversa dall’altra, ognuna con i propri difetti e le proprie particolarità, è stata proprio questa loro imperfezione a conquistarmi.


Purtroppo quello che mi è piaciuto di meno è stato il finale, non perché sia brutto ma perché è come se la storia fosse stata interrotta sul più bello, di fretta e le storie fossero state lasciate lì così in sospeso.

Certo, in fondo non sono proprio lasciate in sospeso perché quello che dovevamo sapere lo veniamo a sapere, però non c’è un vero e proprio momento del distacco ma è come se si interrompessero così inaspettatamente.

Ho avuto la sensazione che mi mancasse qualcosa, di non essere riuscita a salutarle adeguatamente queste nuove amiche.

Forse qualche pagina in più avrebbe aiutato a lasciarle andare…

2 commenti: