giovedì 17 marzo 2022

L' ANGOLO VINTAGE 2.0 Lo scafandro e la farfalla - Jean - Dominique Bauby

 


Per l'angolo vintage di questo mese ho scelto un libro che avevo lì ad aspettarmi da tantissimo tempo e purtroppo sarebbe stato meglio lasciarlo lì...

Titolo: Lo scafandro e la farfalla
Autore: Jean - Dominique Bauby
Edizione: TEA; 1999
Pagine 126
⭐⭐⭐

Ho scelto questo libro in occasione della giornata della disabilità, decidendomi finalmente a leggerlo dopo averlo tenuto lì in attesa per anni, in parte anche perché mi spaventava.

In effetti la tematica non è semplice.
L’autore descrive la propria esperienza, dopo esser caduto nella locked in syndrome, in seguito a un incidente che ha danneggiato il suo tronco encefalico.
Si tratta di una patologia tanto rara quanto terribile perché il corpo diventa la propria prigione, lo scafandro che appesantisce l’anima leggera interiormente come una farfalla, e sempre attiva ed efficiente come se non fosse cambiato nulla.
E questa credo sia la sofferenza peggiore: capire tutto ma non poter controllare il proprio corpo né interagire col mondo esterno se non con il battito degli occhi, che è il metodo con cui l’autore è riuscito a dettare questo libro.

Come storia però mi è dispiaciuto leggere poco della vita dell’uomo, precedente all’incidente, a parte gli episodi relativi alla relazione con una compagna che però non si capisce bene se sia la ex moglie o la compagna successiva, né si capisce bene che fine abbia fatto poi nel presente.
Ugualmente del lavoro e delle sue abitudini precedenti leggiamo giusto qualche accenno non ben inquadrato, insieme all’incontro in chiusura con i due figli e la ex moglie.
Mi sarebbe invece piaciuto leggere di più delle sue emozioni e di quel che gli fa provare la sua condizione attuale, perché sicuramente non si tratta di qualcosa di facile.

Ho trovato invece ben delineate le reazioni di chi assiste ai suoi spostamenti con imbarazzo e disagio, e anche quelle dei parenti e amici che preferiscono non andarlo più a trovare per non trovarsi in difficoltà davanti a tale spettacolo, o anche dei parenti che lo chiamano al telefono e fanno un monologo perché lui non può parlare.
Molto toccante è il capitolo che descrive il rapporto con il padre che si trova bloccato anche lui negli spostamenti pur non avendo la sua stessa sindrome.

Il tema dell’eutanasia e della morte assistita mi ha fatto fare diverse volte negli ultimi tempi delle riflessioni non tanto o non solo sull’aspetto etico, quanto piuttosto su quello della forza di volontà che permetta di far fronte alle immani difficoltà di certe situazioni di invalidità così estreme, a mio parere unico discrimine tra chi decida di resistere e lottare e chi invece si arrenda.
Nonostante tutto ne consiglierei comunque la lettura a tantissime persone oggi per imparare a dare il giusto valore alla vita, per quanto ingiusta ci possa sembrare.

Ora vado a sbirciare le letture delle altre, non andate anche voi?

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