Titolo: La biblioteca di mezzanotte
Autore: Matt Haig
Edizione: E/O; 4 novembre 2020
Pagine 329
⭐⭐⭐⭐
Nora è una giovane ragazza che decide di suicidarsi perché la sua vita va allo sfascio. Non riesce ad ottenere nulla di quel che vorrebbe, non è realizzata, viene licenziata dall’unico posto di lavoro “tranquillo” che avesse scelto di tenersi, i genitori sono morti, col fratello non si parlano da mesi e ora anche il gatto Voltaire viene trovato morto sul marciapiede.
Ma le cose non vanno esattamente come vorrebbe e si trova sospesa in bilico tra la vita e la morte, in questa fantomatica biblioteca che contiene i libri di tutte le sue vite possibili, gestita da una bibliotecaria d’eccezione, l’unica persona che la avesse mai vista nelle sue potenzialità e non in ciò che desiderava lei fosse, mrs Elms.
Qui le viene offerta la possibilità di ripensare alla propria vita, guardando a tutte le possibilità che non ha colto, per cancellare i rimpianti dal libro che li contiene e che la appesantisce.
Vedendo le varie vite che non ha vissuto in realtà però la ragazza si accorge che non è tutto oro quel che luccica, che forse non ha fatto proprio male a scartare quelle vie, e che, anche nella sua vita inutile, qualcosa di buono per gli altri lo ha fatto.
Il tema non è esattamente innovativo, anzi di libri su questo argomento ne sono stati scritti un sacco. E anche di film.
Si tratta del classico “sliding doors”, cioè del dove saremmo se quel giorno a quella data ora avessimo scelto una cosa piuttosto che un’altra.
E in effetti trovo che qui la parte relativa alle diverse vite che prova la ragazza sia un po’ troppo lunga e appesantisca un po’ il libro, anche se i capitoli sono perlopiù brevi e la narrazione è fluida e scorrevole. sorella
Sicuramente non ero ad attendere di sapere come andasse a finire con trepidazione perché ecco va esattamente come chiunque potrebbe immaginare.
Nonostante ciò però è stata una lettura piacevole, perchè mi è piaciuto che venisse posto l’accento sulle conseguenze delle scelte e su come il guadagnare qualcosa implichi sempre perdere qualcos’altro, ed anche il fatto che venisse evidenziato, attraverso il personaggio di Hugo, il modo di vivere senza stabilità e senza legami, passando di continuo da un’esistenza all’altra, vivendo alla giornata, come la scelta non ideale perché ad un certo punto ci si rende conto che non ci sono soddisfazioni e che così facendo si perde di vista chi si è davvero. Come nel caso di Nora che, arrivata a quel punto, si rende conto di preferire una vita gentile e tranquilla, e di trovare “perfetta” la vita più simile a quella che stava già vivendo prima di decidere di rinunciarvi, ma ricca di legami sentimentali indissolubili.
Ho apprezzato anche tantissimo l’accento posto sul costruirsela e sul guadagnarsela, che poi influirà sulle sue scelte finali.
Si rivela insomma tutto sommato, un libro carico di valori e dal significato profondo che lascia al lettore un insegnamento importantissimo, cioè quello di apprezzare la vita, prestando attenzione alle piccole cose.
E devo dire che è riuscito anche a restituirmi una visione positiva e la voglia di fare che negli ultimi tempi un po’ mi avevano abbandonata.
“Il paradosso dei vulcani era di essere dei simboli di distruzione, ma anche di vita. Dopo che la lava rallenta e si raffredda, si solidifica e col passare del tempo si sbriciola e diviene terra - una terra ricca e fertile. Decise che lei non era un buco nero. Era un vulcano. E come un vulcano non poteva fuggire da se stessa. Doveva rimanere lì e prendersi cura di quella terra desolata. Avrebbe potuto piantare una foresta dentro di lei.”
“Era interessante, meditò, osservare come la vita talvolta offrisse semplicemente una nuova prospettiva, una prospettiva completamente diversa, se si aveva la pazienza di aspettare abbastanza a lungo per vederla.”
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