Nuova serie di Sanderson per me, ma ancora in divenire.
Non ci sono comunque paragoni con Mistborn.
Qui ci troviamo in una sorta di futuro in cui gli umani, dopo aver vagato tra le stelle come le altre razze presenti nell’Universo, sono finiti sul pianeta Detritus dove, minacciati dai Krell, hanno dovuto rifugiarsi ad Igneus, paese formato da strati di caverne e cunicoli sotterranei, per proteggersi, e solo da poco stanno riprendendo possesso molto lentamente e con cautela, del suolo, con alcune piantagioni e con la base militare Alta.
A causa delle frequenti incursioni degli alieni che nessuno è mai riuscito realmente a vedere da vicino, è stato necessario fondare un’aviazione consistente e, a causa delle numerose perdite, si devono reclutare sempre nuovi cadetti, anche se l’accesso alla scuola è permesso solo a chi superi un complesso test e ai figli dei Primi cittadini, a cui non serve nemmeno superarlo perché accedono in automatico.
L’unica a cui questo non sarebbe permesso in nessun caso è Spensa, figlia del codardo Segugio, che è scappato durante la battaglia di Alta, la più cruenta di tutti i tempi, rendendo necessario abbatterlo.
Grazie a un caro amico del padre nonché suo gregario, però, alla ragazza viene concesso l’accesso alla scuola, nonostante la strenua opposizione dell’ammiraglio Sidera.
Quello che la giovane, nome in codice Turbina, sarà capace di combinare è tutto una sorpresa, compresa una serie di scoperte per se stessa e delle rivelazioni fondamentali per tutto il pianeta.
La storia è molto coinvolgente, anche se le parti su combattimenti e addestramenti sono veramente eccessive per i miei gusti, rispetto al resto.
Mi è piaciuto il mistero che viene portato avanti per tutto il libro, svelandolo solo alla fine, prima riguardo il padre e la spiegazione del suo comportamento, in seguito inquadrato in maniera del tutto diversa, e poi riguardo il fine di una guerra che va avanti da tanti anni al punto da non ricordarsene più le ragioni, che conduce a scoperte strabilianti anche sul “difetto” che contraddistingue parte della popolazione.
A tal proposito la riflessione sulla scelta tra guerra e pace è stata inevitabile, anche nelle due fasce della popolazione a favore e non, come sulla scelta di mandare a morire sempre più giovani inutilmente e perfino cadetti ancora inesperti.
La cosa che però non sono proprio riuscita a farmi andare giù è stata la protagonista.
È sempre aggressiva e isterica, pronta a scattare per ogni minima cosa e convinta di poter fare tutto quello che le gira.
Dice sempre quello che le salta in mente senza mai fermarsi a pensare prima e la maggior parte delle volte sono cavolate di cui si pente.
Controbatte a tutti e non ha nessun rispetto per nessuno e soprattutto non dà alcun valore alla vita; tutto ciò che le interessa è solo non essere codardi, e per questo mi ha fatto tanta rabbia più volte. Inizialmente anche per il fare la dura anche se ho apprezzato che poi venga fuori la sua parte più umana, mostrando come la sua scorza sia più uno scudo innalzato per difendersi dalle continue offese.
Incomprensibile però come madre e nonna non abbiano nessun valore per lei di punto in bianco, da appena entra nella scuola, e nemmeno abbiano autorità di alcun tipo. Non solo non pensa di doverle avvertire di niente mai, nè si pone mai il problema che si possano preoccupare, ma nemmeno ha mai voglia di andarle a trovare perché ne sente la mancanza, salvo nel momento in cui non sa proprio che fare.
Tutti gli altri personaggi mi sono piaciuti tutti praticamente senza distinzione, da Rid a Jorgen, a FM, Nedd e Strambetta. Ho persino compatito Sidera per la posizione complicata in cui si è trovata e per le decisioni difficili che debba prendere, anche se ovviamente non è comprensibile che si accanisca su Spensa.
Però su tutti ho amato M-bot e Cobb: il primo con le sue osservazioni esilaranti, in particolare durante la battaglia finale coi suoi improperi, e tenere a volte, che mi ha ricordato l’androide Iko delle Cronache lunari; il secondo perché nel suo atteggiamento burbero e scontroso mostra un’anima nobile e coraggiosa, con forti valori che lo portano a schierarsi anche contro la maggioranza e a dare grande importanza alla vita e soffrire per le perdite.
La conclusione è sconvolgente e ci mostra che finiamo per rivelarci sempre e comunque la specie capace di distruggere e annientare tutto ciò che ci circonda, vivente e non, e di qualsiasi specie, turbando qualsiasi equilibrio esistente in natura.
“A me è sempre sembrato” disse “che un codardo è una persona che tiene più a quello che le persone dicono che a quello che è giusto. Il coraggio non riguarda come le persone ti chiamano, Spensa. Riguarda chi sai di essere.”
Scossi il capo. Quello era il problema. Io non lo sapevo.
“Tu non mi credi”. Sospirò, poi si alzò in piedi. “Tua nonna ha un’opinione diversa dalla mia. Forse dovresti parlare con lei. Ma ricorda, Spensa. Tu scegli chi sei. L’eredità, i ricordi del passato, possono aiutarci. Ma non possiamo lasciare che ci definiscano. Quando l’eredità diventa una costrizione invece di un’ispirazione, ha oltrepassato il limite”.
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